Il 43% delle PMI usa l'Intelligenza Artificiale nella produttività quotidiana

L'IA nelle PMI italiane: motore di innovazione e competitività. Studio di Reichelt Elektronik rivela che il 43% delle aziende già utilizza o implementerà l'IA nei prossimi mesi.

Avatar di Luca Zaninello

a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

L'intelligenza artificiale (IA) non è più soltanto una tecnologia futuristica discussa nelle grandi fiere, ma è diventata una realtà concreta e un motore di innovazione anche per il tessuto produttivo delle piccole e medie imprese (PMI) italiane. Una recente indagine commissionata dal distributore di elettronica Reichelt Elektronik e condotta dall'istituto OnePoll tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 2025, getta luce su come le medie aziende industriali in Italia stiano integrando l'IA nei loro processi quotidiani, con risultati decisamente ottimistici.

Lo studio, che ha coinvolto 250 decisori aziendali provenienti dai settori automobilistico, manifatturiero e tecnologico, rivela che investire nell'intelligenza artificiale è ormai una priorità strategica. Quasi la metà degli intervistati, precisamente il 43%, ha dichiarato di stare già utilizzando soluzioni di IA o di avere piani concreti per implementarle nel prossimo futuro. Questo dato segnala un cambio di passo significativo rispetto alla percezione dell'IA come semplice "moda" tecnologica degli anni passati.

Scendendo nel dettaglio, l'indagine mostra un quadro variegato ma orientato all'azione: quasi un terzo delle PMI interpellate (28%) integra già l'IA nelle operazioni quotidiane. Un ulteriore 31% si trova attualmente in una fase attiva, gestendo progetti pilota o testando specifiche applicazioni. A questi si aggiunge un 15% che, pur essendo ancora in fase di pianificazione, prevede di avviare l'utilizzo dell'IA entro i prossimi 12 mesi. Complessivamente, emerge come una larga maggioranza delle medie imprese industriali italiane sia coinvolta, a vari livelli, nel percorso di adozione dell'IA, allineandosi al trend di diffusione generale della tecnologia.

Ma dove e perché le PMI italiane stanno implementando l'IA? L'obiettivo primario, indicato dal 57% degli intervistati, è l'ottimizzazione dei processi aziendali e produttivi. Segue da vicino la capacità di analizzare dati per identificare tendenze di sviluppo, aumentare l'efficienza e minimizzare i tempi di inattività (59%). Anche il processo di sviluppo prodotti beneficia dell'IA, utilizzata dal 38% delle aziende per facilitare, ad esempio, la progettazione. Sorprendentemente, nonostante il grande potenziale, solo il 29% utilizza attualmente strumenti di manutenzione predittiva basati sull'IA.

I benefici percepiti sono notevoli e confermano il valore dell'investimento. Un'impressionante maggioranza (88%) afferma che l'IA contribuisce ad aumentare la qualità dei prodotti o servizi. L'intelligenza artificiale viene inoltre accreditata per la riduzione dei costi (38%) e per l'introduzione di processi più efficaci (77%). Ne consegue che le aziende stanno traendo i maggiori vantaggi dalle applicazioni che consentono una produzione più rapida e qualitativamente superiore, portando a un aumento dei profitti per quasi tre quarti dei rispondenti (68%).

L'impatto sull'innovazione non è da meno. Il 77% delle aziende dichiara di riuscire a reagire più velocemente ai cambiamenti del mercato grazie all'IA. Inoltre, l'80% è stato in grado di sviluppare nuovi prodotti più rapidamente e il 67% ha potuto creare prodotti più innovativi. L'IA è ormai considerata un asset strategico irrinunciabile. Il 75% dei decisori ritiene che l'IA sarà fondamentale per sopravvivere alla concorrenza nel mercato globale, e il 79% si affida già a questa tecnologia per ottenere o mantenere un vantaggio innovativo.

Emerge anche una forte spinta verso la sovranità tecnologica europea. Ben il 78% degli intervistati auspica lo sviluppo di strumenti di IA competitivi da parte di aziende europee, utilizzabili dalle imprese del continente. Questo desiderio di maggiore indipendenza è comprensibile alla luce delle attuali tensioni politico-commerciali globali. Coerentemente, il 71% esprime l'urgenza di una rapida attuazione dell'IA per non rimanere indietro rispetto ai competitor statunitensi e cinesi.

Nonostante l'entusiasmo e i risultati positivi – con il 91% delle aziende che riporta un'accoglienza favorevole dell'IA da parte dei dipendenti – persistono degli ostacoli. La sfida maggiore, citata dal 30% delle imprese, è la mancanza di un'infrastruttura IT (come server potenti) adeguata a supportare applicazioni IA complesse. Seguono le preoccupazioni legate alla sicurezza e alla protezione dei dati nell'uso di soluzioni cloud (26%) e il problema di macchinari non progettati nativamente per l'automazione supportata dall'IA (26%).

Per accelerare l'introduzione dell'intelligenza artificiale, le PMI italiane indicano la necessità di un accesso più facile ai finanziamenti (40%), una maggiore disponibilità di consulenza specializzata nel campo dell'IA (37%), e un miglioramento dell'infrastruttura digitale nazionale (37%). Un'altra richiesta rilevante (40%) riguarda la riduzione degli ostacoli burocratici e una maggiore deregolamentazione per le applicazioni di IA.

Le prospettive future rimangono positive. Le PMI si aspettano un'ondata di nuovi prodotti innovativi creati grazie all'IA (49%) e sperano in una connessione sempre più fluida tra processi aziendali e produttivi (51%). Il 43% immagina anche una produzione ancora più rapida e precisa grazie a robot potenziati dall'IA.

Commentando i dati, Christian Reinwald, Head of Product Management & Marketing di Reichelt Elektronik, ha offerto un contesto comparativo, citando dati dell'Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano relativi al 2024:

"Le imprese italiane si stanno approcciando all’Intelligenza Artificiale più lentamente rispetto ad altri Paesi europei [...] emerge che nel 2024 appena l’81% delle grandi imprese ha almeno valutato un progetto contro una media europea dell’89%; l’Italia appare all’ultimo posto tra i Paesi analizzati con il 59% che ha già un progetto attivo, contro una media europea del 69%, ma emerge che, chi già la utilizza, in un caso su quattro ha già progettualità a regime e che l’Italia è ai primi posti nell’utilizzo di strumenti di GenAI pronti all’uso".

Questa analisi suggerisce che, sebbene l'adozione generale possa essere più lenta, le aziende italiane che intraprendono il percorso dell'IA lo fanno spesso con un buon livello di maturità.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.