IBM impone il ritorno in ufficio ai propri dipendenti

IBM si aggiunge alla lista di compagnie tech che hanno imposto il ritorno in ufficio ai propri dipendenti: l'azienda chiede un minimo di tre giorni di presenza a settimana.

Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

IBM ha inviato una comunicazione ai propri dipendenti dove impone il ritorno in ufficio per almeno 3 giorni a settimana, per "passare più tempo insieme in modo costruttivo".

Come si legge su The Register, testata che per prima ha avuto accesso alla comunicazione, Kareem Yusuf, senior veep for product management, e Dines Nirmal, senior veep for products, chiedono un ritorno in presenza per "mantenere la flessibilità di lavorare sia da remoto che in ufficio".

I giorni in cui tornare in presenza verranno decisi in base alle necessità dei progetti e dei manager. Inizialmente dovranno tornare tutti i dipendenti con residenza entro gli 80km da una sede IBM; coloro che vivono più lontano per il momento sono esenti da questa imposizione, ma l'intenzione della compagnia è di riportare l'intera forza lavoro negli uffici.

"Oggi 1 dipendente su 4 lavora in ufficio tre giorni a settimana. Per ottobre vogliamo che diventino 3 su 4" si legge nel comunicato.

La scelta di IBM arriva dopo quelle di Google, Meta e Salesforce; mentre queste ultime, però, si sono rivolte solo ai dipendenti statunitensi, IBM ha richiesto la presenza fisica per gli uffici di ogni parte del mondo.

Secondo l'azienda ritornare a lavorare in presenza è "vitale per la nostra cultura e per i nostri obiettivi condivisi - triplicare gli sviluppi, costruire prodotti vincenti e ottenere nuovi clienti"

Non è ancora chiaro come verrà fatto rispettare l'obbligo né se ci saranno provvedimenti per chi non lo rispetterà; IBM, inoltre, non ha fornito dettagli sulle tempistiche del ritorno in ufficio anche per chi vive più lontano dalle sedi.

La decisione della compagnia sembra un azzardo, soprattutto in un momento dove la carenza di talenti sta mettendo a dura prova le organizzazioni. Chi preferisce lavorare in ufficio è già tornato in presenza (il "dipendente su 4" citato da IBM); tutti gli altri, evidentemente, hanno trovato maggiori benefici dal lavoro remoto.

Tra qualche mese, o forse già tra qualche settimana, si vedranno i primi risultati di questa scelta. Se è vero che la collaborazione in presenza può essere utile per alcune fasi del progetto, imporre un numero fisso di giorni limita la libertà dei dipendenti e altera di nuovo l'equilibrio tra vita professionale e privata. 

Leggi altri articoli