Google è pronta a conquistare il suo posto nel mercato dell'intelligenza artificiale, sbaragliando la concorrenza e diventando il leader di questa tecnologia: a dirlo è Sundar PIichai, CEO di Alphabet, il quale sostiene che la compagnia ha tutto il tempo per recuperare il gap e "vincere".
In un'intervista per Emily Chang di Bloomberg, Pichai ha sottolineato che l'intelligenza artificiale è stato uno dei focus principali per Google sin dal 2016, ben prima che Sam Altman decidesse di alterare gli equilibri di mercato; per questo il successo di ChatGPT sarebbe solo "momentaneo" e, nel lungo termine, sarà Google a dominare.
"Non siamo stati la prima compagnia a fare ricerche. Non siamo stati la prima compagnia e occuparci di email. Non siamo stati la prima compagnia che ha sviluppato un browser" ha affermato, aggiungendo che l'IA è ancora nelle fasi iniziali di sviluppo e che quindi c'è ancora tutto il margine di manovra per raggiungere il successo.
Negli ultimi anni Google ha avuto qualche inciampo sulla strada per il dominio dell'IA: l'ultimo esempio è il generatore di immagini di Gemini che la compagnia ha dovuto immediatamente ritirare a causa delle gravi inesattezze che introduceva. Pichai ha spiegato che Google si è messa subito al lavoro per addestrare di nuovo il modello da zero e ha anticipato che dovrebbe essere pronto per il pubblico tra qualche settimana.
Di fronte invece alla possibilità che ChatGPT e gli altri chatbot possano definitivamente sostituire le ricerche sul web, ambito dove Google è il leader indiscusso, Pichai sostiene che la miglior forma di ricerca sia una combinazione delle risposte narrative dei chatbot e i link ai siti web che consentono di verificare le fonti delle risposte ed eventualmente approfondire la questione.
Chang sottolinea che mantenere la leadership nelle ricerche web sarà fondamentale per Google, visto che le pubblicità posizionate in cima ai risultati portano ad Alphabet circa 300 miliardi di dollari l'anno.
Le sfide di Google
Google si trova ad affrontare molte sfide nel suo percorso nel mondo dell'IA, in primo luogo quella relativa alla carenza di dati con cui addestrare i modelli. Il problema è condiviso tra tutte le compagnie sviluppatrici di LLM, ma non per questo è meno grave: man mano che i modelli aumenteranno in dimensioni e capacità, avranno bisogno di sempre più informazioni da cui imparare, e l'offerta del web è già molto scarsa.
Al momento l'unica soluzione è affidarsi ai dati sintetici, ovvero informazioni create da altri sistemi di IA, ma ci sono dubbi sull'effettivo successo di questo metodo, visto che i modelli potrebbero trasmettersi inesattezze e pregiudizi.
Ma Google deve anche vedersela con i contenuti generati dall'intelligenza artificiale: il web si sta riempiendo di immagini, video e testi generati dall'IA che devono essere tracciati, categorizzati e segnalati in maniera opportuna agli utenti.
"La sfida e l'opportunità per tutti è: come si può avere consapevolezza di ciò che è oggettivo e reale in un mondo in cui ci saranno molti contenuti sintetici?" afferma Pichai. "Penso che sia parte di ciò che definirà la ricerca nel prossimo decennio".
Come se non bastasse, Google deve affrontare anche il dissenso interno: alcuni attuali ed ex dipendenti hanno criticato le scelte di Pichai descrivendole come "troppo caute" e guidate esclusivamente dal consenso del pubblico, vedendole com una delle ragioni principali della mancata leadership dell'azienda nel mercato dell'IA.
Altri dipendenti hanno storto il naso di fronte ai licenziamenti della compagnia, soprattutto quelli che hanno coinvolto decine di ingegneri che hanno protestato per il contratto cloud stretto col governo israeliano. Pichai ha spiegato che il licenziamento non ha avuto a che fare con l'argomento di discussione, ma solo col modo in cui i dipendenti hanno espresso la loro opinione, interrompendo il business della compagnia.
Se è vero che OpenAI è sulla bocca di tutti, al momento il vero competitor di Google è Microsoft per via dei suoi investimenti nella compagnia di Altman e in altre startup di intelligenza artificiale. Le due compagnie hanno avuto anche di recente qualche momento di confronto agguerrito, come quando Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha accusato Google di aver eliminato la concorrenza della propria compagnia impostando la sua ricerca come default negli smartphone e nei browser.
Pichai si è detto concentrato sull'obiettivo e sembra non dare troppa importanza alle accuse e alle insinuazioni su Google. "Le persone tendono a concentrarsi su questo specifico momento, ma è così piccolo rispetto a ciò che ci aspetta. Quando vedo alle opportunità future, per tutto ciò che facciamo, punto moltissimo su Google, almeno dal mio punto di vista".