Giornalisti al TG creati con l'IA, l’operazione Retweet in Venezuela

L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando la politica, ma solleva questioni etiche e legali che richiedono un utilizzo responsabile per preservare la trasparenza democratica.

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a cura di Avv. Giuseppe Croari

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Avv. Giuseppe Croari – Dott.ssa Ilenia Lanari

L'uso dell'intelligenza artificiale nel giornalismo e nella comunicazione politica non è affatto una novità. Tuttavia, negli ultimi anni, l'attenzione del pubblico è stata catturata da scandali come quello di Cambridge Analytica e dalle presunte infiltrazioni russe volte a destabilizzare le elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Questi eventi hanno messo in luce le potenziali minacce che l'IA può rappresentare nel contesto politico.

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Nonostante l'impiego di algoritmi da parte dei media per automatizzare la redazione di articoli o per creare contenuti mirati sia ormai una prassi consolidata, durante le recenti elezioni politiche in Venezuela si è assistito a un utilizzo ancora più sofisticato dell'intelligenza artificiale. In questo contesto, l'IA non è stata semplicemente un supporto per la produzione di contenuti, ma è stata impiegata in modo strategico per influenzare il processo elettorale, sottolineando ulteriormente i rischi e le opportunità associate all'adozione di queste tecnologie nelle dinamiche politiche globali.

Intelligenza artificiale e politica: il fatto

È ormai un fatto noto che Nicolás Maduro, leader del Partito Socialista Unito, sia stato nuovamente confermato alla guida del Venezuela nelle ultime elezioni, prolungando un potere che detiene dal 2013. Tuttavia, questa vittoria è stata oggetto di aspre contestazioni non solo all'interno del Paese, ma anche a livello internazionale, con forti critiche provenienti da altre nazioni dell'America Latina, così come dall'Europa e dagli Stati Uniti. 

Questi Paesi hanno espresso preoccupazione riguardo alla trasparenza e alla correttezza del processo elettorale, poiché le previsioni pre-elettorali indicavano come favorito il candidato dell'opposizione, Edmundo González. Di conseguenza, fin dai primi momenti successivi all'annuncio dei risultati, si sono levate accuse di brogli elettorali.

In particolare, l'opposizione ha denunciato numerose irregolarità nei seggi elettorali, sostenendo che i responsabili del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) avrebbero deliberatamente bloccato la trasmissione dei dati e impedito ai rappresentanti di lista di monitorare correttamente il conteggio dei voti. Queste accuse hanno sollevato un forte sospetto di manipolazione dei risultati elettorali, alimentando ulteriormente le tensioni già presenti nel Paese.

Da parte sua, il CNE ha risposto a tali accuse denunciando un presunto attacco hacker al sistema di conteggio, che avrebbe impedito la pubblicazione tempestiva dei risultati completi. Questo incidente, insieme alle denunce di brogli, ha fatto emergere nuove preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani in Venezuela, in particolare riguardo alla libertà di espressione e al diritto di cronaca. A seguito delle proteste scoppiate dopo la vittoria di Maduro, alcuni giornalisti sono stati arrestati, accentuando i timori di repressione.

Il governo venezuelano è da tempo accusato di censurare i media e limitare l'accesso libero e non filtrato a Internet, impedendo così alla popolazione di accedere a informazioni corrette e complete. In risposta a queste preoccupazioni, l'organizzazione giornalistica Connectas ha lanciato l'“Operazione Retweet” dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio. Questa iniziativa mira a diffondere informazioni veritiere utilizzando due reporter creati tramite intelligenza artificiale, con l'obiettivo di proteggere l'incolumità e la sicurezza dei giornalisti venezuelani, i quali operano in un contesto di crescente pericolo e censura.

Questo scenario evidenzia non solo le tensioni politiche interne al Venezuela, ma anche l’impatto che la tecnologia e la manipolazione delle informazioni possono avere su un processo democratico già fragile, con potenziali ripercussioni sulla stabilità dell'intera regione.

L’utilizzo dell’IA nel settore della comunicazione politica

L'adozione dell'intelligenza artificiale nel contesto politico apre a numerose opportunità per migliorare l'efficienza e la precisione nelle decisioni strategiche. Molti possibili esempi evidenziano come l'IA sia ormai diventata uno strumento cruciale non solo per l'analisi dei dati elettorali, ma anche per la gestione delle campagne politiche e delle strategie comunicative.

Tuttavia, l'integrazione dell'IA in questo ambito ha sollevato significative questioni etiche e giuridiche. In particolare, emergono preoccupazioni riguardo alla manipolazione e alterazione del dibattito pubblico, con l'uso di tecnologie avanzate come i deep fake e i bot. I deep fake sono rappresentazioni digitali estremamente realistiche di eventi o persone, progettate per ingannare il pubblico. Questi possono essere utilizzati per diffondere informazioni false o distorte, generando confusione e minando la fiducia degli elettori.

Allo stesso modo, gli algoritmi impiegati per generare contenuti automatizzati e amplificare i messaggi sui social media, spesso attraverso l'uso di bot, possono creare l'illusione di un ampio consenso popolare su determinati temi o di un'opposizione massiccia contro specifici candidati. Questi strumenti, sebbene tecnologicamente avanzati, rischiano di compromettere la trasparenza del processo democratico, creando un clima di incertezza e sfiducia tra gli elettori.

Quali sono le implicazioni per le imprese?

L'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel settore politico pone nuove e complesse sfide, non solo per le aziende impegnate nella ricerca e sviluppo di questi sistemi, ma anche per quelle che operano nella comunicazione e nella pubblicità. La sfida principale riguarda l'adozione di una programmazione e un utilizzo etico dell'IA, un tema di crescente importanza nel contesto globale (per ulteriori approfondimenti, clicca qui).

Con l'aumento dell'attenzione internazionale verso questi sistemi, diventa cruciale per le imprese dotarsi di codici etici rigorosi che regolamentino e garantiscano l'uso responsabile dell'intelligenza artificiale. Questo passo non è solo essenziale per contribuire al miglioramento della qualità del sistema amministrativo ed elettorale, ma è anche fondamentale per proteggere la reputazione aziendale, che potrebbe essere irrimediabilmente danneggiata da scandali simili a quelli menzionati in precedenza.

A tal proposito, è importante che le aziende si preparino a conformarsi ai nuovi requisiti normativi, come quelli introdotti dall'AI ACT. Se non hai ancora avuto modo di approfondire questi adempimenti, ti consigliamo di consultare questo articolo, particolarmente utile per comprendere le nuove regole.

Se sei un’azienda, o un content creator, e necessiti di supporto per questi temi, rivolgiti ai nostri partner dello Studio Legale FCLEX e chiedi dell’Avvocato Giuseppe Croari, che da anni segue aziende e influencer su questi temi tutt’ora spinosi.

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