Secondo la ricerca Il software gestionale in Italia: il percorso di trasformazione di PMI e PA, realizzato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con AssoSoftware, le aziende del settore hanno generato nel 2021 un fatturato di 19,9 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto all’anno precedente.
La ricerca ha coinvolto 514 Pmi e 158 comuni e ha mostrato un buon livello di diffusione dei software gestionali, in ulteriore crescita rispetto allo scorso anno. La funzione più utilizzata è la contabilità (87%), seguito dalla gestione del personale (61%) e dalla logistica (54%).
Guardando invece la crescita, notevole è la tendenza mostrata dagli strumenti di gestione documentale (+6%) e controllo di gestione (+3%).
Integrazione carente
La ricerca passa poi ad analizzare il livello di integrazione tra gli strumenti di gestione, mostrando un panorama molto meno roseo: soltanto il 29% delle Pmi, infatti, ha integrato anche solo in parte gli strumenti gestionali in uso.
L’integrazione dei dati è migliore: il 43% delle Pmi utilizza un repository unificato e un ulteriore 30% ha provveduto a integrare almeno una parte delle informazioni, ma il 27% continua a lavorare con strumenti e dati separati.
Imprese ed enti piccoli e medi faticano a investire nel digitale: soltanto il 51% delle aziende piccole e medie ha in organico personale dedicato all’IT; nella pubblica amministrazione (se si esclude il responsabile per la transizione digitale, obbligatorio per legge) la percentuale scende al 35%.
Eppure, i benefici sembrano essere sostanziali: la ricerca indica come le Pmi con un grado di maturità digitale avanzato (solo il 9% del totale) riescano ad ottenere un indice di performance superiore del 65% rispetto alla media del mercato.