L'IA cinese è una vittoria dell'Open Source

L'esperto IA di Meta: il successo di DeepSeek R1 dimostra il valore dell'open source più che la competitività cinese nel settore

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a cura di Tommaso Marcoli

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DeepSeek, un'azienda cinese di intelligenza artificiale open-source, ha sorpreso la Silicon Valley con il lancio del suo modello R1, superando nelle prestazioni i colossi americani come OpenAI, Meta e Anthropic secondo benchmark indipendenti. L'ascesa di DeepSeek ha riacceso il dibattito sull'importanza dell'approccio open-source nello sviluppo dell'IA. Yann LeCun, chief AI scientist di Meta, ha commentato che il successo di DeepSeek non rappresenta tanto un sorpasso della Cina sugli USA, quanto piuttosto la dimostrazione che "i modelli open-source stanno superando quelli proprietari".

LeCun ha sottolineato come DeepSeek abbia "beneficiato della ricerca aperta e dell'open source", costruendo le proprie innovazioni sul lavoro di altri. Questo approccio permette a tutti di trarre vantaggio dai progressi condivisi, evidenziando "il potere della ricerca aperta e dell'open source".Il lancio di R1 da parte di DeepSeek, presentato come un modello con "notevoli capacità di ragionamento", ha colto di sorpresa l'industria tech, diventando rapidamente l'argomento più discusso della settimana.

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In risposta a questi sviluppi, Mark Zuckerberg ha annunciato che Meta prevede di investire oltre 60 miliardi di dollari nell'IA nel 2025. Zuckerberg si è sempre dichiarato a favore dei modelli open-source, affermando: "il mio obiettivo per i prossimi 10-15 anni è costruire la prossima generazione di piattaforme aperte e far sì che vincano".

I sostenitori dell'approccio open-source ritengono che permetta uno sviluppo tecnologico più rapido e democratico. D'altra parte, chi preferisce i modelli chiusi, come OpenAI, sostiene che offrono maggiore sicurezza. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha dichiarato che l'approccio closed-source offre alla sua azienda "un modo più semplice per raggiungere la soglia di sicurezza", pur esprimendo il desiderio di "rendere open source più cose in futuro". Il dibattito tra open e closed-source nell'IA rimane aperto, con implicazioni significative per il futuro dell'innovazione tecnologica e la distribuzione del potere nel settore.

L'idea di condividere liberamente il codice sorgente risale agli albori dell'era dei computer. Negli anni '50 e '60, era comune per i programmatori scambiarsi liberamente software e conoscenze. Tuttavia, con l'avvento dell'industria del software commerciale negli anni '70 e '80, questa pratica divenne meno diffusa.

Fu solo negli anni '80 che il movimento del software libero, guidato da figure come Richard Stallman, iniziò a promuovere attivamente l'idea di software open-source come filosofia e modello di sviluppo. Questo movimento gettò le basi per l'approccio open-source che vediamo oggi nell'IA. "Il software libero è una questione di libertà, non di prezzo. Per capire il concetto, bisogna pensare alla libertà di parola, non alla birra gratis".

Questa famosa citazione di Stallman cattura l'essenza dell'approccio open-source: la libertà di usare, modificare e condividere il software. Nel contesto dell'IA, questo si traduce in una maggiore trasparenza e collaborazione tra ricercatori e sviluppatori di tutto il mondo.

Un aspetto interessante dell'IA open-source è il suo potenziale di democratizzazione della tecnologia. Rendendo accessibili i modelli e gli algoritmi, l'approccio open-source permette a un numero maggiore di persone e organizzazioni di partecipare allo sviluppo dell'IA, potenzialmente accelerando l'innovazione e riducendo le barriere all'ingresso nel settore.

Tuttavia, l'IA open-source solleva anche questioni etiche e di sicurezza. La facilità di accesso a potenti modelli di IA potrebbe portare a un uso improprio o dannoso della tecnologia. Questo dilemma riflette una tensione più ampia nel mondo tecnologico tra apertura e controllo, innovazione e sicurezza.

Un aspetto curioso dell'IA open-source è il suo impatto sulla geopolitica della tecnologia. Il successo di aziende come DeepSeek dimostra che l'innovazione nell'IA non è più dominio esclusivo delle grandi aziende tecnologiche occidentali. Questo potrebbe portare a una ridistribuzione del potere tecnologico a livello globale, con implicazioni significative per l'economia e la politica internazionale.

In conclusione, l'ascesa dell'IA open-source rappresenta non solo un'evoluzione tecnologica, ma anche un cambiamento culturale nel modo in cui concepiamo lo sviluppo e la diffusione della tecnologia. Il dibattito tra approcci open e closed-source continuerà probabilmente a plasmare il futuro dell'IA e dell'innovazione tecnologica nei prossimi anni.

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1 Commenti

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insomma, tutto il problema degli llm opensource è che non hanno i blocchi per creare le cose zozze o scrivere testi violenti, o fare il deepfake di Trump con le orecchie da pinocchio, ho capito bene?
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