Dynatrace: NoOps sarà la prossima evoluzione delle operation IT

Michael Allen, VP & CTO EMEA di Dynatrace, evidenzia come clienti di oggi si aspettano un flusso costante di “nuove” applicazioni ed esperienze di servizi digitali

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a cura di Antonino Caffo

Lungi dall'essere un contesto archiviato e universalmente riconosciuto come utile, il DevOps potrebbe già aver segnato il passo e lasciar spazio a qualcosa di nuovo. Ne è convinta Dynatrace, che oggi parla di NoOps.

Di cosa si tratta? A spiegarcelo è Michael Allen, VP & CTO EMEA dell'azienda. «Lo consideriamo un approccio automatizzato alle operation IT, un’alternativa interessante per i leader IT, che permette di gestire le operation autonomamente, così cje i team possano sviluppare e implementare nuove funzioni e servizi più rapidamente e con meno complessità».

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Il termine NoOps indica un ambiente IT in cui il ricorso all’automazione e all’aiuto proveniente dall’intelligenza artificiale riduce radicalmente il tempo e le persone destinate alle operation. Sebbene questo sia particolarmente interessante nell’attuale scenario di crisi, poiché riduce la necessità che i dipendenti siano fisicamente presenti, NoOps è anche cruciale per migliorare le operation IT nel lungo periodo.

«In sostanza, è guidato dall’analisi di ciò che potrebbe potenzialmente andare storto, adottando misure per prevenirlo in modo proattivo attraverso l’automazione. Tuttavia, questo può essere raggiunto solo se le aziende dispongono di una solida toolchain CI/CD con le AIOps completamente integrate nel loro ecosistema».

Con questo approccio, l’intelligenza artificiale viene utilizzata per analizzare e valutare i dati di monitoraggio a un volume e una velocità più elevata di quanto si possa ottenere manualmente. Questo garantisce risposte precise e insight dettagliati sulle prestazioni in tempo reale, creando un flusso di software intelligence.

Il pedissequo affidamento su automazione e autoriparazione per creare un processo di delivery continuo spinge alcune persone a chiedersi proprio se questo significherà la fine di DevOps.

«Contrariamente a quanto affermano i suoi critici, NoOps è ben lungi dall’essere la fine di DevOps e più simile alla sua naturale evoluzione. Con DevOps, i team operativi applicano practice di sviluppo come il controllo delle versioni, scripting e automazione per affrontare potenziali problemi di prestazioni».

«Con NoOps, è come se si facesse il contrario, poiché gli sviluppatori iniziano a pensare come team operativi. Il risultato è che questi ultimi possono collaborare con gli sviluppatori verso l’obiettivo comune di promuovere l’innovazione per il business e i suoi utenti finali».

Secondo Dynatrace, i team di DevOps non si ritroveranno quindi più a lavorare a metà servizio con l’obiettivo di creare nuovi servizi, mentre l’altra metà è impegnata a garantire la continuità dei sistemi. Inizieremo dunque a vedere DevOps evolversi per allinearsi alle esigenze del business moderno, con le organizzazioni che iniziano il loro percorso verso operazioni cloud autonome.

Detto ciò, le aziende dovrebbero intraprendere un percorso di formazione per garantire che i team sappiano chiaramente come evolveranno i loro ruoli, farli sentire a proprio agio con gli strumenti che saranno a loro disposizione e appagati di lavorare con un obiettivo comune.

«Per gli sviluppatori, implica informarli di come NoOps può rimuovere i colli di bottiglia, perché non dovranno perdere tempo in un ciclo di debug per capire dove le cose sono andate male con il loro codice. Per i team operation, i leader IT dovrebbero evidenziare come NoOps può aiutarli a elevare il loro ruolo all’interno dell’organizzazione e assumere una funzione più attiva nel guidare l’innovazione».

I team operation non dovranno più dedicare tempo ad attività che semplicemente continuano a far funzionare le cose senza che portino molti progressi, per concentrarsi su attività a valore aggiunto, come una continua delivery e innovazione.

«In definitiva, chi lo implementerà con successo sarà in grado di potenziare l’innovazione e fornire agli utenti finali nuovi servizi di alta qualità in modo sempre più rapido» conclude Allen.

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