Un orgoglio che fa, giustamente, mostra di se, quello che ha ispirato le parole di Stefano Nordio, vice president D-Link Europe, in occasione dei festeggiamenti del Gruppo che ha spento le sue prime 30 candeline di attività sul mercato. "30 anni, dei quali 18 passati in Italia" - ha dichiarato Nordio - che ha aggiunto: "Un viaggio impegnativo, quello italiano. Diciotto anni che non sono stati solo uno scorrere del tempo, ma anche un susseguirsi di prodotti, tecnologia e di costruzione di reti all'avanguardia per tutti i target che volevamo raggiungere". Molti successi che sono stati raggiunti anche, e soprattutto, grazie a partnership importanti, come quella conclusa, di recente, con Silicon Lab.
Una collaborazione che unisce le competenze di D-Link nella progettazione e nella fabbricazione di dispositivi di rete consumer, la sua conoscenza del mercato e il suo affermato ecosistema di prodotti per la smart-home 'mydlink home', con il know-how di Silicon Labs nello sviluppo di semiconduttori e di moduli innovativi, sfruttando tecnologie essenziali per la rete wireless della casa connessa e dell'Internet of Things, come per esempio ZigBee, Thread, Bluetooth a bassi consumi e rete wi-fi.
Numeri che fanno la differenza
Un quadro ancora più preciso, relativo alla strategia e alla strada intrapresa da D-Link, in questi anni, è quello che ha delineto Luigi Salmoiraghi - sales & marketing director Southern Europe & UKI -che ha dichiarato: "Spesso, il successo, arriva quando riesci a fare le cose che fanno in molti, ma con modalità nuove. Questo è stato il nostro approccio. Voler avvicinare, a tutti i costi, le reti alle persone". Fatta questa premessa, si spiegano con semplicità i risultati emersi da una ricerca condotta da D-Link, con la quale, l'azienda, ha voluto perlustrare - in profondità - quali fossero le vere richieste ed esigenze del mercato e dei consumatori. Sono stati coinvolti, nell'indagine, 20 paesi, per un totale di circa 8500 rispondenti di età compresa tra i 20 e i 50 anni di età, su un questionario composto da 18 domande.
La sicurezza: questione fondamentale
Non ci sono dubbi su un risultato che ha fatto da padrone in tutta la survey: avere una casa sicura e protetta è la principale ragione che spinge gli europei a utilizzare e acquistare tecnologie per la smart home.
La ricerca, infatti, ha dimostrato che il motivo principale per l'acquisto di prodotti smart home è quello di rendere la propria casa un posto più sicuro e protetto, la sicurezza si conferma, quindi, il bisogno primario raccogliendo oltre il doppio delle preferenze rispetto all'obiettivo del risparmio economico - che si può ottenere con una casa intelligente.
Se guardiamo, infatti, alla wish list dei consumatori europei, videocamere di sorveglianza e sensori di movimento raccolgono il 37% delle intenzioni d'acquisto per l'anno in corso (il 23% dei rispondenti intende acquistare una videocamere di sorveglianza e il 14% sensori di movimento), mentre le smart plug sono indicate come prioritarie dal 25% degli intervistati.
La sicurezza è la risposta più comune anche per gli scenari sui quali la smart home dovrebbe concentrarsi e sviluppare automazioni: ad esempio, gli europei sognano di poter uscire di casa senza doversi più preoccupare di controllare se le finestre sono rimaste aperte e, oltre un terzo, indica come prioritaria la comodità di non dover più alzarsi per spegnere le luci di casa o scendere a controllare la porta di ingresso prima di addormentarsi.
Per contro, solo il 13% degli intervistati crede che la smart home debba portare beneficio all'intrattenimento domestico, nonostante la forte crescita dei servizi di streaming on demand di musica e film. Insomma, quasi un terzo degli intervistati vorrebbe semplicemente rendere automatizzata la propria casa e circa 1 su 10 vorrebbe dispositivi smart per monitorare il proprio animale domestico, mentre si è fuori casa o avere un occhio in più per controllare che i bambini non si facciano male e siano al sicuro.
Il terzo aspetto emerso in modo massiccio dalla survey riguarda la difficoltà, che gli utenti avrebbero, a causa dell'esistenza di numerose app per la smart home. Troppe e ciascuna con un compito diverso. Questa frammentazione non piace ai consumatori europei - che vorrebbero poter gestire tutta l'automazione e la sicurezza domestica da una sola app, direttamente dallo smartphone/tablet.
Integrazione futura
Bisogna, dunque, guardare avanti e pensare a un sistema di interazione tra le diverse soluzioni. Interoperabilità che possa andare a generare un ecosistema gestito da una sola app, per esempio, alla quale poter collegare anche dispositivi di produttori diversi, come sta accadendo, oggi, tra D-Link e le serrature Yale Smart Living. A tale scopo esiste già, IFTTT un insieme di regole che permette a più dispositivi, di produttori diversi, di creare procedure automatiche, con i differenti prodotti. Esistono già 200 regole, create dai consumatori che funzionano correttamente, e non solo con device D-Link. Sono questi i meccanismi che permettono di gestire agevolmente una vera e propria casa smart.