L'utilizzo delle criptovalute e dei crypto-asset, sia lecito che illecito, è stato al centro di un convegno tenutosi presso il Politecnico di Milano, organizzato dall’Osservatorio Blockchain & Web3 della School of Management in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.
L'incontro ha trattato l'uso lecito e illecito delle criptovalute e dei crypto-asset, coinvolgendo accademici, forze di polizia e autorità giudiziarie.
Il Procuratore Capo di Milano, Marcello Viola, ha aperto l’incontro ponendo l'accento sulla natura ambigua delle criptovalute, che possono essere impiegate sia per attività legittime che per reati gravi come il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e la clonazione di carte di credito.
Viola ha citato indagini che hanno rivelato connessioni tra le criptovalute e traffici illeciti da parte di organizzazioni criminali straniere per trasferire ingenti somme di denaro senza tracciabilità.
Ha sottolineato che il riciclaggio facilitato dalle criptovalute rappresenta una delle maggiori sfide per le autorità, specialmente per la criminalità organizzata, che vede in questi strumenti un’opportunità per espandere le proprie operazioni.
Viola ha concluso il suo intervento sottolineando la necessità di nuove forme di regolamentazione per arginare l’uso illecito delle criptovalute e ha evidenziato come la criminalità moderna sfrutti queste tecnologie per spostare denaro in modo rapido e invisibile.
Successivamente, Massimo Menniti, Comandante delle Unità Mobili e Specializzate "Palidoro" dell'Arma dei Carabinieri, ha sottolineato che, sebbene le criptovalute siano utilizzate per scopi legittimi, rappresentano anche una risorsa per i criminali.
Ha utilizzato l'aneddoto del tallero di Maria Teresa d'Austria, una moneta d'argento usata per i commerci internazionali tra il 1740 e il 1780, per evidenziare che un sistema di pagamento funziona solo se accettato da tutti, e che, oggi come allora, è fondamentale monitorarne i flussi per contrastarne l'uso illecito.
Giuseppe Arbore, Generale di Divisione della Guardia di Finanza in Lombardia, ha sottolineato l’importanza di una discussione attiva sui crypto-asset, considerati strumenti che offrono competitività ed efficienza al sistema finanziario, ma ha anche avvertito dei rischi legati alla loro mancata regolamentazione.
Ha evidenziato come la dematerializzazione della ricchezza, caratteristica delle criptovalute, renda difficile l'ancoraggio dei capitali a un territorio, creando sfide per la tassazione e la lotta al riciclaggio.
Arbore ha concluso affermando che la Guardia di Finanza è pronta a proporre modifiche normative per affinare gli strumenti di prevenzione e contrasto al fine di affrontare con maggiore efficacia la minaccia rappresentata dalle criptovalute.
In conclusione, questa prima parte dell’evento ha evidenziato la crescente complessità del fenomeno crypto, richiedendo maggiore cooperazione tra istituzioni, forze dell’ordine e accademia per garantire sicurezza, trasparenza e legalità nel loro utilizzo.
Scenario globale di adozione della tecnologia Blockchain e Web3: il livello di adozione in Italia
Successivamente è stato il momento della Dott.ssa Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3, che nel suo panel ha discusso l'importanza del tema delle criptovalute, sottolineando come il Politecnico di Milano abbia collaborato con le forze dell'ordine per studiare questi fenomeni.
Il suo intervento ha evidenziato come la blockchain e il Web3 offrono molteplici opportunità. E ha aggiunto che le criptovalute non riguardano solo i pagamenti ma anche le stablecoin e le innovazioni del decentralized web, che promette di democratizzare la gestione dei dati.
Ha poi citato una ricerca secondo cui circa 3,6 milioni di italiani hanno investito in criptovalute, evidenziando la necessità di educare gli utenti, poiché molti non comprendono pienamente gli strumenti che utilizzano.
Quindi ha parlato delle sfide legate all'uso illecito delle criptovalute, osservando che il 50% degli utenti ha avuto esperienze negative, spesso a causa della mancanza di regolamentazioni solide.
La Dott.ssa Portale ha infine posto l'accento sull'importanza della tracciabilità e della collaborazione tra tecnologia e normativa per contrastare l'illecito, e ha sottolineato il ruolo del regolamento europeo MICAR, che diventerà attuativo in Italia nel 2025, come un primo passo per creare un ecosistema di vigilanza più efficace.
L’uso illecito delle criptovalute: analisi ed azioni di contrasto
Il Generale Giuseppe Cavallari, Comandante del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, nel suo panel ha raccontato il ruolo cruciale della sezione criptovalute, istituita nel 2021, nel contrasto all'uso illecito delle criptovalute.
Ha ricordato come queste siano utilizzate nel Dark Web e su piattaforme come Telegram per attività criminali, tra cui traffico di droga, armi, documenti contraffatti e riciclaggio di denaro.
Citando il report Crypto Crime 2024 ha indicato che, sebbene il volume delle transazioni illecite sia diminuito rispetto all'anno precedente, il riciclaggio attraverso criptovalute resta un problema significativo, con un valore stimato di 22 miliardi di dollari nel 2023.
Cavallari ha descritto come le criptovalute evitino la tracciabilità attraverso tecniche come i Mixer e i Money Mule, che offuscano le transazioni, e ha sottolineato l'aumento degli attacchi ransomware.
Ha quindi lodato la crescente collaborazione internazionale, in particolare con Europol, nel sequestro di criptovalute. Inoltre, ha parlato dell'importanza di migliorare le capacità tecniche e normative per affrontare questi crimini, suggerendo per la gestione delle criptovalute sequestrate la creazione di un sistema analogo al Fondo Unico di Giustizia (FUG), istituito in Italia nel 2008.
Questo fondo si occupa appunto della gestione delle somme di denaro, dei beni mobili e dei titoli sequestrati o confiscati nel corso di procedimenti penali, civili o amministrativi, spesso legati a reati di natura economica e finanziaria, come il riciclaggio o la corruzione
Infine, ha citato alcuni successi investigativi e ha quindi concluso ribadendo la necessità di aggiornamenti normativi, di una maggiore cooperazione internazionale e di una preparazione avanzata del personale per affrontare le sfide poste dalla criminalità informatica.
Valute virtuali e obblighi antiriciclaggio
Il colonnello Giuseppe Fugacci, comandante del secondo gruppo del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, ha illustrato le sfide legate al contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo attraverso le criptovalute.
Ha sottolineato le difficoltà legate alla loro natura transfrontaliera, all'assenza di un'autorità centrale e all'anonimato degli utenti. Ha spiegato come le criptovalute, per le loro caratteristiche, siano particolarmente esposte a questi fenomeni e come la normativa europea e italiana abbia cercato di regolamentare il settore.
La Guardia di Finanza, attraverso attività ispettive, verifica la conformità degli operatori di criptovalute agli obblighi antiriciclaggio, concentrandosi sull'identificazione dei clienti, la conservazione dei dati e l'invio di segnalazioni di operazioni sospette all'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia.
Fugacci ha sottolineato che l'iscrizione al registro degli operatori in valuta virtuale è obbligatoria dal maggio 2022, e l'assenza di questa comporta esercizio abusivo.
Ha infine accennato al regolamento europeo MICAR, che dal 2025 trasferirà parte delle competenze di vigilanza alla Banca d'Italia e alla Consob, pur mantenendo la Guardia di Finanza coinvolta tramite accordi per evitare duplicazioni nelle attività ispettive.
Sfide e opportunità nel contesto del regolamento MICAR
È quindi seguita una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Andrea Aymerich, Sales Manager Large Account, Chainalysis; Silvia Attanasio, Responsabile innovazione, ABI; Mauro Bellofiore, Responsabile ufficio regolamentazione, Consob; Francesco Bruschi, Direttore Tecnologico dell'Osservatorio Blockchain & Web3 e infine Ursula Ciaravolo, Dirigente, Banca d'Italia. La moderazione è stata di Vittorio Carlini, giornalista del Sole 24 Ore.
Tra gli argomenti trattati è stato dato risalto al regolamento europeo MICAR (Markets in Crypto-Assets Regulation), una normativa introdotta dall'Unione Europea per regolamentare il settore delle criptovalute e dei crypto-asset, approvata nel 2023.
L'obiettivo è creare un quadro normativo uniforme per tutti i paesi membri dell'UE, stabilendo regole specifiche per gli operatori del settore, come piattaforme di scambio, fornitori di servizi di portafogli digitali ed emittenti di stablecoin.
Il regolamento MICAR punta a proteggere gli investitori, garantire la stabilità finanziaria e prevenire attività illecite come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Tra i punti chiave del regolamento vi è la regolamentazione delle stablecoin, che potranno essere emesse solo da entità regolamentate e che saranno sottoposte a una stretta supervisione. Inoltre, le piattaforme di scambio e i fornitori di servizi crypto dovranno ottenere una licenza per operare all'interno dell'UE, rispettando requisiti di trasparenza e conformità.
Il regolamento prevede anche una maggiore protezione per gli investitori, imponendo obblighi di informativa sui rischi associati agli investimenti in crypto-asset, e include misure volte a ridurre il rischio di utilizzo illecito delle criptovalute, come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo.
I partecipanti alla tavola rotonda, pur riconoscendo l’utilità e l’importanza del MICAR, hanno sottolineato la sfida di regolamentare un settore in rapida evoluzione, aggiornando costantemente le normative per evitare lacune, trovando però il giusto modo di preservare l’anonimato tanto caro al mondo cripto.
Sono stati quindi discussi strumenti come i mixer e le zero-knowledge proof, che permettono di garantire la privacy senza compromettere la liceità delle operazioni. Inoltre, sono state evidenziate le tecnologie disponibili per tracciare le transazioni sulla blockchain, garantendo la compliance normativa e facilitando la collaborazione con le forze dell'ordine.
In conclusione, si è sottolineata la necessità di una costante collaborazione tra attori regolati, istituzioni e mercato per gestire in modo equilibrato le opportunità e i rischi connessi ai crypto-asset, con un focus su educazione, vigilanza e trasparenza.
Lotta al crimine e criptovalute: sfide investigative e necessità di cooperazione internazionale
L’ultima tavola rotonda, moderata anch’essa da Vittorio Carlini, ha visto gli interventi del Eugenio Fusco, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano; Carlo Scalas, Pubblico Ministero; Gen. Stefano Commentucci, Capo di Stato Maggiore, Comando Regionale Lombardia, Guardia di Finanza; Vice Questore Aggiunto Rocco Nardulli, Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Lombardia, Polizia Postale Lombardia, Polizia di Stato; Magg. Simone Vecchiarello, Comandante della Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, Arma dei Carabinieri.
In questa sede gli invitati si sono confrontati su questioni legate alla regolamentazione delle criptovalute e alla lotta contro l’uso illecito di questi strumenti.
Il Dott. Eugenio Fusco ha evidenziato le difficoltà che la normativa vigente presenta nel contrastare efficacemente l’abuso delle criptovalute. E ha ricordato come la tracciabilità offerta dalla blockchain non garantisca automaticamente la capacità di rintracciare le transazioni illecite, poiché queste richiedono sforzi investigativi molto complessi.
Ha poi criticato l'abbassamento delle sanzioni per l’abusivismo legato ai crypto-asset rispetto agli strumenti finanziari tradizionali, ritenendolo un passo indietro nella lotta contro le attività illegali.
Carlo Scalas ha ampliato il discorso sulle difficoltà legate alla cooperazione internazionale, necessaria per ottenere dati cruciali dagli Internet Service Provider, spesso situati all’estero.
Ha sottolineato come le indagini su criptovalute siano rese complicate dalla natura decentralizzata e globale delle transazioni, che possono coinvolgere più giurisdizioni, richiedendo tempi lunghi per ottenere risposte dalle autorità straniere.
Inoltre, ha discusso delle problematiche legate all’identificazione degli utenti, data la facilità di registrarsi con email anonime e numeri di telefono non verificati.
Il Generale Comentucci ha elencato i quattro fattori chiave che rendono le criptovalute attraenti per le attività illecite: dematerializzazione, decentramento, delocalizzazione e dispersione.
Questi fattori rendono difficile il monitoraggio delle transazioni e il sequestro di beni illeciti, creando sfide per le autorità investigative. Ha anche sottolineato che le criptovalute, da mezzo di pagamento decentralizzato, si sono trasformate in strumenti speculativi, utilizzati principalmente come investimento da molti cittadini italiani.
Il Maggiore Vecchiarello ha descritto le tecniche investigative utilizzate per sequestrare criptovalute, evidenziando come la raccolta di informazioni, pedinamenti e intercettazioni siano cruciali per ricostruire le transazioni illegali e ottenere le chiavi private necessarie per accedere ai fondi.
Il dibattito si è concluso con l’importanza della cooperazione tra forze dell’ordine, magistratura e istituzioni accademiche per affrontare efficacemente le sfide poste dalle criptovalute.
La collaborazione, la formazione tecnologica e la creazione di competenze specifiche sono state indicate come elementi cruciali per contrastare l’uso illecito delle criptovalute e garantire la legalità nell’utilizzo di queste tecnologie.