Un ex direttore editoriale ha condiviso una testimonianza riguardante il giornalismo digitale, rivelando un uso problematico dell'intelligenza artificiale nella produzione di contenuti. La sua esperienza, iniziata come una prestigiosa opportunità professionale, si è trasformata in un confronto con pratiche editoriali discutibili.
La testimonianza sottolinea la distinzione cruciale tra l'utilizzo dell'IA come strumento di supporto e il suo abuso per la creazione di articoli completi. Mentre l'ex direttore riconosce il valore dell'IA per migliorare la creatività, la chiarezza e la formattazione, denuncia la pratica di generare interi articoli tramite IA, una prassi che porta a contenuti ripetitivi, imprecisi e di bassa qualità.
La testimonianza dell'ex direttore editoriale mette in luce due problemi principali che permettono di identificare un testo generato dall'IA in modo improprio. Il primo è la presenza di imprecisioni fattuali. L'IA, quando non dispone di informazioni sufficienti per rispondere a una richiesta, tende a "inventare" risposte, generando quelle che vengono definite "allucinazioni", ovvero informazioni errate o prive di senso.
Il secondo indizio, strettamente legato al primo, è la ripetitività e l'uso eccessivo di frasi fatte. Si tratta di espressioni generiche e riempitive che non aggiungono valore reale al contenuto. L'ex direttore cita, a titolo esemplificativo, frasi come "È importante notare che", "È essenziale considerare", "Nel navigare le complessità di", "Un'ampia gamma di" e "In conclusione". Queste espressioni, utilizzate in modo ricorrente, sono un campanello d'allarme che segnala un probabile utilizzo massiccio dell'IA nella stesura del testo, a discapito della qualità e dell'originalità. Qua sotto trovate dieci esempi:
- È importante notare che
- È essenziale considerare
- Nel navigare le complessità di
- Una testimonianza di, una prova di
- Inoltre, per di più
- Nel mondo di
- Non cercare oltre
- Che tu sia... o...
- Una pletora di, un'abbondanza di
- In conclusione
Queste espressioni, secondo l'ex direttore, sono transizioni generiche che appesantiscono il testo senza arricchirlo di significato, rappresentando un chiaro indizio di scrittura di bassa qualità.
La testimonianza spiega che la scarsa qualità dei testi generati dall'IA deriva dal fatto che questi modelli linguistici vengono addestrati principalmente su una vasta quantità di testi online, molti dei quali sono di qualità mediocre (elenchi generici, post di blog amatoriali, articoli spam). Di conseguenza, l'IA tende a replicare uno stile verboso e artificiosamente complesso, tipico di scrittori inesperti.
L'ex direttore, infine, ha voluto sottolineare la differenza tra scrittori principianti e professionisti: mentre i primi cercano di impressionare con un linguaggio elaborato, i secondi puntano alla chiarezza e alla comunicazione diretta. La presenza eccessiva delle frasi fatte sopra elencate, quindi, non solo indica un uso improprio dell'IA, ma anche una mancanza di attenzione alla qualità della scrittura.