Con LightScience MyLab il laboratorio di analisi del sangue va dal paziente

Il dispositivo creato da LightScience consente di avere analisi di alta qualità e risultati affidabili senza muoversi da casa

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a cura di Danilo Loda

Fare analisi del sangue ed avere in tempi rapidi gli esiti direttamente a casa propria. Un sogno che diventa realtà con MyLab un dispositivo ingegnoso che racchiude tecnologie all’avanguardia realizzato da LightScience. A spiegarci come tutto questo è possibile è Marco Vismara, fondatore dell’azienda che è stato aiutato ad elaborare l’idea, sfociata in MyLab, da Umberto Repetto, giornalista de il Fatto.

Area Science Park

Area Science Park è un parco scientifico e tecnologico di rilievo nazionale e internazionale, situato nel Friuli Venezia Giulia. Questo hub innovativo si dedica alla promozione dello sviluppo tecnologico e scientifico, supportando la ricerca applicata e l'imprenditorialità avanzata attraverso infrastrutture all'avanguardia e servizi specializzati. Delta Space Leonis è una delle numerose startup che hanno beneficiato della collaborazione con Area Science Park. Grazie a questo sostegno, l'azienda ha potuto accedere a risorse significative e a reti di contatti essenziali per il suo sviluppo e l'espansione nel settore delle tecnologie innovative.

Tutti nasce da uno speciale sensore

MyLab, si può dire, nasce da una notizia sul giornale. “Stavo leggendo un articolo e ho scoperto che un'azienda aveva inventato il primo sensore near infrared programmabile, portatile ed economico” – spiega Vismara. “Per me è stata una svolta. Nel mio campo, questi sensori, si usano tanto, ti fanno valutare purezza e concentrazione del DNA, ti danno informazioni su quanto è contaminato e cose simili. Questa cosa si ottiene in modo semplice, senza reagenti chimici, ed è anche molto potente”. 

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Leggendo l'articolo, Vismara racconta che non riusciva ancora a capire come questa “scoperta” si potesse applicare in medicina, visto che questo particolare sensore non funzionava bene con i liquidi. Non restava che procurarsene uno per fare qualche test. Cosa avvenuta grazie a una campagna crowdfunding. 

Una volta nelle mani del team che nel frattempo si è composto, di cui fanno parte Antonio Valentini ed Ennio Tascetti, che secondo Stanford è al 98 percentile dei migliori scienziati al mondo, cominciano a vederne il potenziale.

La rivoluzione della analisi del sangue

Vismara, che ha un dottorato di ricerca in screening neonatale, materia dove in Italia siamo all'avanguardia, intravede la possibilità di utilizzare questo sensore per analisi PKU, (Phoenil Keton Uria). Queste vengono fatte per scovare malattie genetiche neonatali, dove la diagnosi precoce può fare la differenza.

Nello screening neonatale si usano i “dried bloodspot”, praticamente sangue solidificato. Dall’esperienza in questo campo Vismara capisce come risolvere il problema di usare il sensore sui liquidi. 

L’idea di Vismara e del suo team prende corpo. “Pensa ai pazienti che devono fare analisi PKU quanto potrebbero beneficiare di questa innovazione, un po’ come i diabetici che in pochi secondi sanno il loro livello di glicemia”. Il paziente PKU è in una situazione simile, perché deve sempre controllarsi i livelli di questo aminoacido. Ma sei lontano da un laboratorio è un problema non da poco” – spiega Vismara.

Ma la visione si allarga: con il sensore e gli sviluppi più recenti e rivoluzionari degli algoritmi analitici della spettrometria portatile viene spontaneo pensare, come un paziente, con il giusto macchinario possa farsi le analisi del sangue da solo, senza dover andare in ospedale o in un laboratorio

Nasce MyLab

Trovato lo scopo del sensore è giunto il momento di rendere tutto questo un qualcosa “vendibile”. Nasce così MyLab. Con uno spettrometro NIR (Near Infrared) e sfruttando la potenza del machine learning, con alcune gocce di sangue essiccato è possibile digitalizzare un campione di questo sangue. I dati vengono caricati nel cloud ed elaborati attraverso un algoritmo chemiometrico avanzato i cui risultati vengono convalidati da uno specialista sanitario e infine inviati al paziente.

Il prelievo è facile visto che viene fatta solo una piccola puntura del dito. MyLab dispone di uno schermo da 10 pollici che lo rende facile da usare, e, volendo può anche diventare un dispositivo per fare videochiamate con il medico: per funzionare a dovere, basta solo una connessione a internet.

Inoltre, oltre a offrire analisi di alta qualità e risultati affidabili, con MyLab si riducono i costi in termini di tempo di reporting per reagenti, macchinari e sistemi di smaltimento dei rifiuti speciali. Attualmente, il sistema è progettato per diagnosticare la fenilchetonuria, una malattia rara che viene testata solo in centri di analisi altamente specializzati. Ma il suo utilizzo in campo medico, e non solo, è solo all’inizio

“L'accademia di medicina USA, racconta Vismara, ci ha premiato perché abbiamo proposto questa analisi innovativa per l'insufficienza renale. Un disturbo dove si può fare qualcosa con una dieta vegana "very low protein", che aiuta a rallentare il decadimento del rene. L'analisi della fenilalanina mi dà informazioni sul mio fabbisogno proteico medio. In questo modo ho la possibilità di sapere subito se sto assumendo poche proteine. Quindi dovrebbe diventare un po' più facile seguire la dieta”.

In pratica, spiega Vismara, MyLab potrebbe diventare un dispositivo che si tiene a casa. Si potrebbe acquistare, oppure dato in comodato d’uso dalla ASL di competenza. Oppure potrebbe essere acquistato da una farmacia che potrebbe offrire il servizio soprattutto in quei luoghi dove ospedali e laboratori non sono particolarmente vicini.

Per l’analisi dell’acqua

Una volta che il dispositivo è pronto ci vogliono due anni per fare le certificazioni. Il tutto è normale per mettere in commercio un dispositivo medico sicuro. Ma l'azienda, in attesa delle certificazioni, deve continuare a stare in piedi. Da qui l’idea di LightScience di usare il sensore in ambiti diversi da quello medico/diagnostico.

“Abbiamo appena brevettato l'uso per l'analisi dell'acqua”, - spiega Vismara. “Il procedimento è praticamente lo stesso, ma possiamo in questo caso possiamo dire che diamo un suggerimento e non un'analisi. A livello di Ricerca e Sviluppo molto del lavoro è lo stesso tra i due progetti, ma se riusciamo ad andare sul mercato con l’analisi dell’acqua avremo poi la forza di fare anche l'altro pezzo, ovvero quello per cui nasce in origine MyLab”.

Di recente Vismara ha incontrato i rappresentanti di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile). “Analisi normali, come densità ottica o ricerca di contaminanti "classici", le possiamo già fare. Ma si può anche fare qualcosa di nuovo. Quelli di ENEA, per esempio, hanno studiato il tricloroetilene, e noi riusciamo a vederlo con dei parametri derivati (non direttamente). Noi saremmo in grado di rivelare in modo certo questo tipo di inquinante, così come potremmo scovare microplastiche e altro.

Il futuro di LightScience

L’azienda in questo momento è concentrata sulla Ricerca e Sviluppo di MyLab, ed ha registrato molti brevetti. Grazia a contributi pubblici è riuscita ad avere i fondi necessari per la ricerca. Il prossimo passo è lanciare una IPO, e, man mano che il progetto avanza fare aumenti di capitale. Ma senza fare il passo più lungo della gamba. Sempre e solo, assicura Vismara, se si ottengono avanzamenti concreti per rendere MyLab la vera rivoluzione dell’analisi clinica.

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