Come essere professionali in videoconferenza

Il lockdown ha accelerato l’utilizzo delle piattaforme come Zoom, Teams, Google Meet e Skype e anche oggi si registra un numero di connessioni decisamente superiori al 2019. Ma tanti ancora non si presentano bene in video, lasciando una brutta impressione presso i loro interlocutori. Vediamo insieme quali sono le tecniche e i comportamenti migliori per fare bella figura in una riunione di lavoro.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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La tecnologia oggi permette di collegarci da qualsiasi luogo, con strumenti semplici, anche uno smartphone, e poter seguire una riunione da remoto. Tuttavia, una cosa è partecipare, un’altra è fare una buona impressione. Per dare un’aria di professionalità a clienti, colleghi e capi si può lavorare su due fronti: quello tecnologico e quello ambientale.

Non basta chiamarsi webcam

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Se utilizziamo un notebook per collegarci, quasi sicuramente avremo a disposizione una webcam incorporata nello schermo. Pur comoda, questa non è sempre la soluzione migliore. A livello di prestazioni, sulla carta le webcam incorporate nei laptop offrono tutto ciò che ci si può aspettare, a partire da una buona risoluzione che deve essere di almeno 720p, ovvero 1280x720 pixel. Risoluzione superiori sono auspicabili fino al 1080p, anche se poterla sfruttare e garantirci immagini migliori, la connessione Internet dovrà essere molto buona.

Purtroppo, spesso le webcam interne sono carenti rispetto a un aspetto importante: la gamma dinamica del sensore. Questa indica la capacità del sensore di registrare bene anche in ambienti molto contrastati, dove sono presenti aree molto luminose e molto scure. Una dinamica elevata è molto utile quando si è in luoghi con una illuminazione difficile, solitamente bassa sul nostro volto e alta tutto intorno.

Un altro limite della webcam di un Pc portatile è che è posizionata piuttosto in basso rispetto a noi e mostrerà agli altri partecipanti del meeting la nostra figura ripresa dal basso. Questo è un problema “latente”, che causa reazioni avverse in maniera inconscia in chi ci guarda.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la fotografia è un linguaggio e come racconta di noi anche tramite a primo sguardo, ancor prima di aprir bocca. Farsi riprendere dal basso lascia l’impressione che chi è inquadrato si senta superiore a chi gli sta di fronte e questo non è certo il modo ideale di porci in molte situazioni lavorative.

Una webcam esterna fa la differenza

Il modo migliore per risolvere questi problemi è quello di ricorrere a una webcam esterna. Ce ne sono di ottime che hanno sensori molto più performanti di quelli incorporati nei notebook e nei cellulari di fascia medio/bassa e permette di essere posizionata ad altezza dei nostri occhi, restituendo un’immagine naturale e neutra anche della nostra personalità.

Attenzione, a scegliere webcam con ottica molto grandangolare perché tendono a distorcere la fisionomia delle persone. Infatti, se proviamo ad avvicinarci per mostrare meglio il nostro viso, noteremo una certa deformazione, con un naso molto più in evidenza e le orecchie piccole e lontane, quasi al limite di una caricatura. Di solito, rimanendo ad almeno 50cm di distanza si evitano questi effetti poco desiderabili.

Bisogna anche considerare l’ambiente in cui la webcam dovrà essere usata. Una normale webcam usb andrà benissimo per un notebook e riunioni individuali, ma per sale riunioni e tavoli aziendali è preferibile ricorrere a videocamere specifiche, come la serie Rally di Logitech che offre videoconferenze aziendali professionali su qualsiasi piattaforma si stia usando.

L’importanza della luce

Nessun accorgimento hardware o software, però, può aiutarci se non riusciamo a ottenere una illuminazione decente. Evitiamo innanzitutto di metterci con la luce alle spalle. Sembrerà banale ma ancora oggi in molti non prestano attenzione a questo aspetto.

La luce deve arrivare dal davanti della persona inquadrata, se non in casi molto particolari.  Le luci sul soffitto da sole non sempre offrono una buona illuminazione perché possono creare antiestetiche ombre sotto gli occhi e il naso.

Quando possibile, sfruttiamo sempre la luce di una lampada da tavolo, meglio se con braccio mobile, in modo da far arrivare la luce quasi da 45° di lato e da 45° dall’alto, ciò produrrà una visione piacevole e tridimensionale del nostro volto.

Teniamo in considerazione che i due lati del volto devono essere illuminati in maniera “bilanciata”. Avere la luce che arriva tutta da un lato, lascia l’altra metà del volto al buio e l’effetto non è buono. L’ideale è avere due lampade o due fonti di illuminazione che si possano posizionare in maniera adeguata.

Il software ci dà una mano

Le webcam e videocamere Logitech che abbiamo già citato sfruttano la tecnologia Rightsense per rimediare a situazioni di illuminazione e dotazione non all’altezza, garantendo ottimi risultati anche in caso di anbienti difficili.

Rightlight 2, in particolare, permette riprese di buona qualità anche quando l’illuminazione nella stanza è controluce o mal distribuita. Grazie al rilevamento dei volti, il software riesce a capire in tempo reale dove si trova il viso inquadrato e provvede a regolarne la luminosità in modo che l’effetto finale sia piacevole e sempre professionale. Questo funziona anche su inquadrature di gruppo.

Anche l’orecchio vuole la sua parte

Esser passati dalle telefonate tradizionali alle videoconferenze ha avuto una strana controindicazione: molte persone non fanno più caso alla qualità dell’audio che trasmettono pur essendo la parte più importante di tutta la riunione!

Sentire bene cosa dice il nostro interlocutore è essenziale, così come l’esser sicuri che dall’altra parte ci sentano bene. Purtroppo, invece, sono moltissimi i casi in cui la videoconferenza sembra esser tenuta dal fondo di un pozzo o registrata su di un grammofono.

In linea di massima, ricordiamoci che solo i notebook più recenti hanno una webcam e un microfono degni di questo nome e, come abbiamo già visto, le webcam interne soffrono comunque di altri problemi che rendono preferibile usarne una esterna.

Quindi capita spesso che la qualità dei microfoni interni a tablet e computer sia discutibile e allora in molti ricorrono agli auricolari, con un effetto scenico davvero poco consigliabile. L’ideale è anche in questo caso ricorrere a un dispositivo esterno.

I migliori sono quelli a “cardioide”, anteponendo un filtro “anti Pop”, quella retina che smorza le consonanti troppo irruente. L’audio della webcam esterna, se di qualità, è da valutare, ma l’utilizzo di un microfono esterno vi farà davvero fare un grande salto di qualità.

Anche dal punto di vista audio, la tecnologia Logjtech RightSense inclusa in tutte le videocamere riesce a migliorare il risultato finale. La componente RightSound è ottimizza per la voce umane e tra i suoi principali vantaggi figurano la riduzione dei rumori indesiderati (come i clic della tastiera) e l'utilizzo di un sistema di riconoscimento vocale per potenzia in automatico il volume per le persone che parlano a voce bassa in modo che possano essere ascoltati chiaramente.

Tecnico audio e Regista virtuali

Quando si fanno videoconferenze in ufficio, capita spesso che le piattaforme come Zoom o Teams taglino l’immagine per adattarla allo schermo, ma spesso lasciano fuori campo alcuni partecipanti.

Dal momento che avere una voce fatasma non è l'ideale quando si tratta di riunioni, torna di nuovo utile la tecnologia RightSight di  Logitech che si occupa di rilevare chi sta parlando e spostarlo al centro dell’inquadratura grazie all'automazione dei movimenti dell'obiettivo e la regolazione dello zoom. In questo modo, ogni partecipante all'incontro sarà ben visibile sullo schermo senza alcun intervento umano.

Il vantaggio di una soluzione aperta

Quando si parla di videoconferenze aziendali, ci si trova spesso davanti alla scelta se comprare un sistema completo e “chiuso” oppure cercare qualcosa di più aperto.  I sistemi chiusi hanno il problema che ti obbligano a usare software spesso poco intuitivi e che in caso di problemi necessitano dell’assistenza tecnica dedicata del fornitore.

Una soluzione aperta come quella di Logitech, invece, permette alle videocamere di parlare con qualsiasi piattaforma preferiamo: da Teams a Zoom, passando per Google Meets e anche quelle dedicate, le videocamere possono essere connesse a qualsiasi software mantenendo le tecnologie che migliorano la resa del suono e delle immagini senza bisogno di intervento umano.

Val la pena investire in una soluzione così?

Considerata l’attenzione che serve per imparare a fare bene le videoconferenze, viene spontaneo chiedersi se ne valga la pena. La risposta è ovviamente sì. Pensate a quale sforzo fate ogni giorno per presentarvi bene a clienti, colleghi e capi. Perché indossate giacca e cravatta dal vivo, ma non dovreste fare l’equivalente da remoto?

Così come si comprano abito, camicie e cravatte per presentarsi bene, bisogna pensare di acquistare una webcam, un microfono e una lampada per apparire professionali anche a distanza. Ed è bene scegliere prodotti che siano affidabili e semplicissimi da usare come quelli proposti da Logitech per evitare problemi dell’ultimo minuto.

L’immagine è sempre più importante nella nostra società e presentarsi in maniera professionale fa la differenza, soprattutto in aree dove ancora si vede molta approssimazione come quella delle videoconferenze.

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