Cloudflare non è obbligata a iscriversi a Piracy Shield, la conferma dal Tribunale di Milano

Il Tribunale di Milano ha rigettato il ricorso della Lega Serie A, affermando che Cloudflare non è obbligata a iscriversi alla piattaforma "Piracy Shield", evidenziando i limiti delle responsabilità delle aziende tecnologiche.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Cloudflare, società statunitense specializzata in servizi di sicurezza per siti web, ha vinto nel contenzioso avviato dalla Lega Serie A presso il Tribunale di Milano. Il caso riguardava l'obbligo di iscrizione alla piattaforma "Piracy Shield", uno strumento istituito da AGCOM per combattere la pirateria online, in particolare quella legata alla trasmissione illegale di eventi sportivi. Lega Serie A, sostenuta da altre entità come la Lega Serie B, DAZN e Sky Italia, sosteneva che Cloudflare dovesse aderire obbligatoriamente al sistema, per prevenire l'accesso a contenuti pirata attraverso i suoi servizi.

Il Tribunale, tuttavia, ha rigettato questa richiesta, dichiarando che l'iscrizione a "Piracy Shield" non è un obbligo previsto dalla legge. In particolare, la Sezione Specializzata del Tribunale di Milano ha chiarito che l'autorità giudiziaria non ha il potere di imporre tale adesione senza un chiaro fondamento legale. Inoltre, non è stata riscontrata alcuna prova che dimostrasse un coinvolgimento attivo di Cloudflare nella diffusione di contenuti pirata, questione che avrebbe dovuto essere accertata in un giudizio di merito.

Il sistema "Piracy Shield", attivo dal 2023, è stato progettato per rafforzare la lotta contro la diffusione illegale di contenuti, ma ha subito critiche per la sua efficacia e per l'impatto potenziale sulla libertà operativa delle aziende tecnologiche. Alcuni osservatori hanno evidenziato le falle del sistema, sostenendo che esso potrebbe colpire anche siti legittimi, rischiando di penalizzare aziende che non sono direttamente coinvolte nella pirateria. E in effetti si sono verificati incidenti in tal senso. 

La sentenza del Tribunale di Milano riapre quindi il dibattito che vede da una parte la tutela della proprietà intellettuale, specificamente lo streaming degli eventi sportivi, e dall’altra le libertà elementari di aziende e individui.

Il Governo potrebbe ora considerare modifiche legislative per chiarire meglio i ruoli e le responsabilità degli intermediari tecnici come Cloudflare.

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