Gestire i dati è diventato sempre più complesso e le aziende non dispongono di infrastrutture e capacità adeguate per farlo: è quanto emerge dalla recente indagine di DataCore Software, "Stato dello Storage dei Dati", condotta da DirectResearch.
Secondo la ricerca, su 540 intervistati in tutto il mondo più della metà (54%) preferisce mantenere i dati in data center locali o in strutture distribuite, affrontando sfide non banali.
"I risultati di quest’anno evidenziano la crescente pressione sulle organizzazioni per modernizzare le infrastrutture di storage in risposta ai rapidi sviluppi dell’AI e a una gestione dei dati sempre più complessa" ha affermato Abhi Dey, Chief Product Officer di DataCore.
Il 90% ha affermato che nella propria infrastruttura di storage mancano funzionalità critiche, legate in particolare alla disponibilità (26%), alle prestazioni (25%) e alla protezione dei dati dalle compromissioni (23%).
Seguono poi altre due sfide considerate critiche: l'espansione della capienza dello storage e l'aggiornamento dell'hardware senza interruzione di servizi (22%) e l'operatività intelligente che sfrutti l'IA (21%).
Gli intervistati desiderano anche semplificare la gestione dello storage (37%), soprattutto di fronte alle diverse tipologie in uso; allo stesso tempo, le imprese vogliono ridurre i costi evitando di legarsi a un unico fornitore, con il 31% che vorrebbe cambiare fornitore di hardware di storage quando lo ritengono necessario, senza sforzi.
L'impatto dell'IA
Dal report emerge che il 57% delle organizzazioni utilizza internamente l’intelligenza artificiale.
I principali reparti interni che fanno uso dell’AI sono l’IT (60%), il marketing (37%) e il servizio clienti (30%). Solo il 27% del totale però si è dichiarato “estremamente sicuro” che la propria gestione dei dati e lo storage attuali siano in grado di gestire i carichi di lavoro legati all’AI, mentre il restante 73% ha indicato livelli di fiducia variabili tra “moderatamente sicuro” e “per nulla sicuro”.
Molte realtà esprimono preoccupazioni riguardo alla gestione futura dell'IA, con solo il 19% che si è detto “estremamente sicuro” di poter gestire l’uso di questa tecnologia con la propria infrastruttura attuale. L’86% prevede difficoltà per la propria infrastruttura di storage nel supportare i carichi di lavoro di IA, attuali e futuri.
Non mancano poi le preoccupazioni riguardo la gestione dei dati basata su IA, legate in particolare alla sicurezza (54%), alla privacy (47%) e all’integrità e conformità (32%).
In ogni caso, il 69% degli intervistati si dice intenzionato a integrare l'IA direttamente nell'infrastruttura di storage. I principali vantaggi individuati dalle imprese per questa integrazione sono l'automazione delle attività ripetitive (43%), l'operatività intelligente dello storage (43%), una gestione più efficiente dello spazio (39%) e l’individuazione di potenziali risparmi (38%).
"Esiste un divario significativo tra le capacità di storage attuali e quelle necessarie per rimanere competitivi. DataCore si impegna a colmare questo divario con soluzioni di storage flessibili e pronte per l’AI, che garantiscono le prestazioni e la sicurezza richieste dagli ambienti IT odierni. Questo consentirà alle organizzazioni di sfruttare i dati come un asset strategico, mantenendo resilienza e agilità di fronte alle crescenti esigenze digitali" ha concluso