La casa automobilistica cinese Xpeng sta valutando l'apertura di uno stabilimento produttivo in Europa. L'obiettivo è quello di aggirare i dazi sulle importazioni di veicoli cinesi annunciati dall'Unione Europea. Il CEO He Xiaopeng ha rivelato a Bloomberg che l'azienda è nella "fase iniziale della scelta di un sito in Unione europea dove allocare la produzione".
Questa mossa strategica mira a ridurre l'impatto dei dazi, che per Xpeng attualmente si attestano al 21,3%. L'azienda, nota per la recente partnership con il gruppo Volkswagen, intende puntare su Paesi con "bassi rischi legati al lavoro" e pianifica di affiancare allo stabilimento un grande data center per gestire i dati software delle proprie auto.
L'iniziativa di Xpeng si inserisce in un contesto più ampio, con altre case automobilistiche cinesi come BYD, Chery e Zeekr che stanno considerando mosse simili per superare le barriere doganali imposte dall'UE, che variano dal 17,4% al 38,1%.
L'azione dell'Unione Europea non è isolata. Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Biden, hanno imposto dazi fino al 100% sui prodotti automobilistici cinesi. Anche il Canada ha recentemente annunciato misure severe, colpendo una vasta gamma di prodotti cinesi, dalle batterie ai pannelli solari, con particolare enfasi sulle auto elettriche.
Queste misure protezionistiche riflettono la crescente preoccupazione delle economie occidentali riguardo alla competitività dell'industria automobilistica cinese, sostenuta da consistenti aiuti statali. La corsa all'elettrificazione del settore automotive ha accelerato questa dinamica, portando a una risposta coordinata tra Bruxelles, Washington e Ottawa per proteggere i rispettivi mercati e produttori nazionali.