Fenomeno Xiaomi SU7: serve un anno di attesa per averne una

Boom di ordini in Cina per la nuova Xiaomi SU7: attese fino a 11 mesi per la consegna dell'auto elettrica. La versione Ultra resta l'unica disponibile

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a cura di Tommaso Marcoli

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La corsa all'elettrico made in China si arricchisce di un capitolo sorprendente che vede protagonista Xiaomi, gigante dell'elettronica che ha saputo trasformare il suo debutto nel mondo automobilistico in un clamoroso successo commerciale. I tempi di attesa per la sua berlina elettrica SU7 hanno raggiunto livelli record, con clienti disposti ad aspettare fino a 46 settimane per mettere le mani sul modello Pro, praticamente un anno intero di pazienza forzata. Un fenomeno che evidenzia come il confine tra tecnologia consumer e automotive stia diventando sempre più sottile nell'era della mobilità elettrica.

Lista d'attesa da capogiro 

Chi oggi decidesse di ordinare una Xiaomi SU7 Pro attraverso l'app ufficiale del costruttore dovrebbe prepararsi a ricevere l'auto non prima di gennaio 2026. Un'attesa monstre che testimonia il successo straordinario ottenuto dal marchio cinese, attualmente con circa 150.000 veicoli in lista d'attesa ancora da consegnare.

La situazione varia sensibilmente a seconda della versione scelta. Se la Pro rappresenta il caso più estremo con quasi 12 mesi di attesa, per il modello base i tempi si riducono a 9-10 mesi, mentre la versione Max, equipaggiata con trazione integrale e sospensioni pneumatiche, richiede "solo" 8 mesi di pazienza.

Curiosamente, chi ha urgenza di mettersi al volante di una Xiaomi potrebbe trovare conveniente puntare proprio sul modello di punta: la Ultra da 1.548 CV può essere consegnata in 3-4 mesi, un tempo relativamente breve rispetto alle altre versioni.

Strategia industriale e ambizioni globali

L'enorme domanda ha costretto Xiaomi a rivedere rapidamente i suoi piani produttivi. Wang Hua, responsabile della comunicazione del gruppo, ha confermato che l'azienda sta lavorando per raddoppiare la capacità produttiva nel giro di un anno. L'obiettivo dichiarato è ambizioso: consegnare 300.000 veicoli entro la fine del 2025, contro i 139.487 consegnati nel 2024.

Per sostenere questi numeri, il costruttore sta realizzando un nuovo stabilimento denominato F2, che affiancherà l'impianto attuale. Una necessità impellente, considerando che entro l'estate debutterà anche il primo SUV elettrico del marchio, la YU7, che potrebbe complicare ulteriormente i tempi di consegna della berlina SU7.

La sfida produttiva diventerà ancora più complessa quando Xiaomi metterà in atto i suoi piani di espansione globale, previsti per il 2027. Una mossa che potrebbe trasformare quello che oggi è un fenomeno principalmente cinese in un competitor di peso sui mercati internazionali, Italia compresa.

La diversificazione di un gigante tecnologico

Il successo della SU7 rappresenta un caso di studio interessante nella diversificazione industriale. Xiaomi, nota principalmente per smartphone e dispositivi smart home, ha saputo trasferire la sua credibilità tecnologica e il suo approccio innovativo al settore automotive, tradizionalmente dominato da marchi storici.

Questa strategia si inserisce in un contesto più ampio che vede diversi colossi tecnologici, da Apple a Huawei, esplorare il mondo dei veicoli elettrici, considerato non più come semplici mezzi di trasporto ma come piattaforme digitali su ruote.

La capacità di Xiaomi di generare domanda e creare attesa attorno ai suoi prodotti, già sperimentata con gli smartphone, si è rivelata altrettanto efficace nel settore automobilistico, dove il brand è riuscito a posizionarsi come alternativa desiderabile e tecnologicamente avanzata rispetto ai costruttori tradizionali.

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3 Commenti

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Esteticamente mi piace una cifra,ma gli elettrodomestici li lascio a chi non capisce un pazzo di piacere di guida e eco idioti convinti che sia green l' auto elettrica.
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Esteticamente mi piace una cifra,ma gli elettrodomestici li lascio a chi non capisce un pazzo di piacere di guida e eco idioti convinti che sia green l' auto elettrica.
Bravo, meglio cosi', ignoranti con auto elettriche non ne vogliamo
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Troppo tardi, guarda quante ne hanno vendute, Vaglielo a spiegare te a sti cojoni che hanno comprato un' elettrodomestico anacronistico che di green ha solo il colore dei dollari del buon Elon 😉 e l' utilità di accelerare l' arricchimento cinese visto sono che tengono la quasi totale produzione ed estrazione delle materie per le batterie.Vaglielo a spiegare te che aumentando la richiesta dell' estrazione nelle zone di estrazione l' inquinamento e lo sfruttamento del lavoro sono in aumento.Sul fatto che per arrivare dal concessionario hanno sul groppo tre viaggi in nave e in nave ripartono verso lo smaltimento.Convincili tu a leggere l ultimo libro di Kohei Saito,"L’ecosocialismo di Karl Marx" ambientalista e filosofo giapponese marxista ,dove per pagine smonta il mito dell' auto green e in un intero libro smonta l' attuale economia green mettendo in chiaro quanto sia solo business capitalista.
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Esteticamente mi piace una cifra,ma gli elettrodomestici li lascio a chi non capisce un pazzo di piacere di guida e eco idioti convinti che sia green l' auto elettrica.
Solita mentalità limitata dell'italiano medio... E poi ci lamentiamo che siamo in declino tecnologico
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