L'azienda automobilistica Volvo, insieme ad altre 49 compagnie, ha firmato una dichiarazione per esortare l'Unione Europea a mantenere il divieto di vendita di nuove auto a combustione interna entro il 2035. La notizia è stata riportata da Bloomberg, che ha ottenuto il documento.
Questa presa di posizione da parte di Volvo e altri attori del settore sottolinea l'importanza della transizione verso la mobilità elettrica per ridurre le emissioni di carbonio nel continente europeo. Il CEO di Volvo, Jim Rowan, ha dichiarato: "L'elettrificazione è la singola azione più importante che la nostra industria può intraprendere per ridurre la sua impronta di carbonio".
Tra le altre aziende firmatarie figurano il produttore di veicoli elettrici Rivian, il servizio di ride-sharing Uber e il colosso dell'arredamento Ikea. Tuttavia, molti altri costruttori automobilistici hanno scelto di non aderire all'iniziativa.
È importante notare che il divieto proposto dalla Commissione Europea non riguarda specificamente i motori a combustione interna, ma piuttosto i veicoli che producono emissioni dannose. Questo lascia teoricamente aperta la possibilità di continuare a produrre auto con motori termici alimentati da carburanti sintetici o idrogeno, a seguito di una richiesta specifica da parte della Germania.
La strategia di Volvo verso l'elettrificazione
Volvo ha già compiuto passi significativi verso l'elettrificazione della sua gamma. L'azienda ha cessato la produzione di veicoli diesel e prevede che entro il 2030 le auto ibride plug-in e i veicoli completamente elettrici rappresenteranno tra il 90% e il 100% delle sue vendite totali.
Nel secondo trimestre di quest'anno, i veicoli ibridi plug-in ed elettrici hanno già costituito il 48% delle consegne di Volvo. L'azienda stima che questa percentuale raggiungerà il 50-60% entro il 2025.
Le reazioni in Europa
Nonostante l'impegno di Volvo e altre aziende, ci sono voci contrarie al divieto proposto per il 2035. Il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano, Gilberto Pichetto Fratin, ha definito il divieto "assurdo", sostenendo che l'Europa "ha bisogno di una visione pragmatica". Similmente, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha espresso preoccupazioni, definendo il divieto "autodistruttivo".
Le decisioni prese in Europa avranno probabilmente ripercussioni globali, data l'importanza del continente nell'industria automobilistica mondiale. Se un produttore non potrà vendere auto a benzina in Europa dal 2035, potrebbe non raggiungere le economie di scala necessarie e decidere di interrompere la produzione di quel modello a livello globale.