Volkswagen risarcirà 60mila italiani per il Dieselgate, fino a 1.100 euro di rimborso

Dopo quasi 10 anni dall'inizio della vicenda, il Gruppo risarcirà tutti coloro che hanno aderito alla class-action.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il Dieselgate, uno scandalo che ha scosso il mondo automobilistico nel 2015, continua a generare conseguenze finanziarie e legali per il gruppo Volkswagen. Quasi dieci anni dopo i primi accertamenti, una svolta significativa è stata raggiunta in Italia grazie all'impegno di Altroconsumo, l'associazione di consumatori che ha guidato la class action avviata nel nostro Paese.

L'accordo raggiunto rappresenta una tappa definitiva nella risoluzione delle controversie
Questo importante accordo prevede il risarcimento di 60mila consumatori italiani, i quali tra il 2009 e il 2015 avevano acquistato veicoli nuovi dei marchi Volkswagen, Audi, Skoda e Seat, equipaggiati con il motore Diesel Ea189 Euro 5. A chi deciderà di accettare l'offerta transattiva, sarà riconosciuto un pagamento di 1.100 euro per ogni veicolo acquistato nuovo e non rivenduto prima del 26 settembre 2015.

Per i veicoli invece acquistati usati o rivenduti prima di tale data, il rimborso stabilito è di 550 euro. In aggiunta, nel caso di comproprietari di un'unica vettura, l'ammontare del risarcimento sarà aumentato di 300 euro per ogni comproprietario oltre il primo.

In termini complessivi, Volkswagen Group e Volkswagen Group Italia hanno posizionato 50 milioni di euro per chiudere la questione in Italia. A livello globale, il colosso tedesco ha già dovuto sostenere spese per oltre 32 miliardi di euro, somma che include multe, riparazioni dei veicoli e spese legali. Questo scandalo ha inflitto un duro colpo sia alla reputazione che alle finanze dell'azienda, portandola a fronteggiare numerose battaglie legali nel corso degli anni.

Altroconsumo ha in programma di precisare "nelle prossime settimane" i dettagli tecnici e operativi per aderire all'accordo. Sarà sviluppata una piattaforma online entro dicembre, facilitando le procedure di adesione e pagamento secondo le casistiche previste. Le parti hanno altresì concordato di non procedere con appelli in Cassazione riguardo alla sentenza della Corte di appello di Venezia emessa a dicembre 2023, che aveva significativamente ridotto i risarcimenti precedentemente definiti.

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