Volkswagen ha annunciato che diversi dei suoi modelli sono stati bloccati dalle dogane degli Stati Uniti a causa di un componente di origine cinese che potrebbe aver violato le leggi sul lavoro.
La casa automobilistica tedesca sta lavorando per risolvere il problema, dichiarando che si tratta di un "piccolo componente elettronico" proveniente dall'ovest della Cina, attualmente in fase di sostituzione.
Il componente incriminato è stato giudicato in violazione delle leggi statunitensi contro il lavoro forzato. Il Financial Times ha riferito che anche alcuni modelli di Porsche, Bentley e Audi sono stati colpiti da questa controversia.
Secondo quanto riportato, Volkswagen non era a conoscenza dell'origine del componente, poiché è stato acquistato da un fornitore. La casa automobilistica è stata informata del problema dal fornitore stesso, che ha successivamente avvisato le autorità statunitensi.
La questione del lavoro forzato è particolarmente delicata per Volkswagen, che ha a lungo affrontato interrogativi riguardo alla sua fabbrica nella regione dello Xinjiang, gestita in collaborazione con il partner locale SAIC.
La regione è stata al centro di accuse di abusi contro gli Uiguri e altre minoranze musulmane, tra cui lavoro forzato e detenzioni di massa. Gli Stati Uniti hanno vietato la maggior parte delle importazioni dalla regione, richiedendo alle aziende di fornire prove verificabili che la produzione non coinvolga lavoro forzato.
La casa automobilistica tedesca ha dichiarato di prendere sul serio le accuse di violazioni dei diritti umani, sia all'interno dell'azienda che nella catena di approvvigionamento. Volkswagen ha avviato un'indagine sull'argomento non appena è stata informata delle accuse nei confronti di uno dei suoi sub-fornitori.
Inoltre, Volkswagen ha annunciato di essere al centro di discussioni sulla sua presenza nella provincia cinese dello Xinjiang, in seguito a notizie secondo cui il lavoro forzato potrebbe essere stato utilizzato per la costruzione di una pista di prova a Turpan.
La casa automobilistica ha affermato di non aver trovato prove di violazioni dei diritti umani legate al progetto, ma ha garantito un'approfondita indagine su qualsiasi nuova informazione che emerga.