Volkswagen crede ancora nei motori diesel

Nel futuro di Volkswagen c'è ancora il diesel: il futuro è nel gasolio paraffinico e in piccoli motori in grado di utilizzarlo al meglio.

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a cura di Francesco Daghini

Tempi duri per i motori diesel, con vendite sempre più basse anche a causa dei nuovi regolamenti imposti in materia di emissioni inquinanti; nonostante la scarsa popolarità che i motori diesel registrano di questi tempi, c’è ancora chi crede fortemente nell’utilità di questi motori, come il Gruppo Volkswagen.

Potrà sembrare strano, a maggior ragione considerando l’enorme scandalo conosciuto come “diesel gate” che ha coinvolto Volkswagen qualche anno fa, ma la compagnia ha in mente un piano ben preciso, mirato ad abbattere le emissioni di CO2 a livello aziendale, come richiesto dai nuovi regolamenti. Per ridurre le emissioni di CO2, Volkswagen lavorerà parallelamente alla sua nuova linea di auto elettriche e allo sviluppo di un motore diesel a 4 cilindri.

Il punto cruciale di tutta la strategia del Gruppo Volkswagen volge sul fatto che i nuovi motori TDI - già disponibili da qualche mese - sono in grado di utilizzare anche il gasolio paraffinico, un aspetto riportato nella norma europea EN 15490 che regola l’utilizzo di componenti biologiche nei carburanti. Pensate che il gasolio paraffinico permette di ridurre le emissioni di CO2 tra il 70 e il 95%, un dato molto importante che – se unito all’intera gamma di auto elettriche che Volkswagen sta pian piano portando sul mercato, come la nuova Volkswagen ID.4 GTX – permetterà alla compagnia di fare un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo “Way to zero”, che prevede di diventare neutrali a livello di emissioni di CO2 entro il 2050.

Il gasolio paraffinico fa parte di un gruppo di combustibili che possono essere prodotti anche con residui biologici e materiali di scarto, con buoni vantaggi a livello ambientale.

Secondo le previsioni di Volkswagen, nell’arco dei prossimi 10 anni potremmo vedere una diffusione dei combustibili paraffinici – ritenuti per l’appunto un’ottima soluzione per la riduzione della CO2 – fino a raggiungere una quota compresa tra il 20 e il 30%.

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