Ford ha pubblicato un sondaggio europeo realizzato in diversi paesi, tra cui Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Paesi Bassi e Norvegia, nel quale ha chiesto agli intervistati come stiano affrontando e reagendo al cambiamento climatico e alla crisi ambientale che stiamo vivendo quotidianamente. Il sondaggio ha consentito anche di analizzare i pensieri in merito alla transizione energetica e, più in particolare, alle auto elettriche.
Sebbene quasi il 40% degli intervistati ritenga che il passaggio all’elettrico sia una strategia necessaria in futuro, ci sono ancora diversi dubbi riguardanti la tecnologia in sé. Il problema maggiore riguarda la ricarica, dove il 39% afferma di avere diversi dubbi a riguardo e di non sapere, al momento, dove poter caricare. Inoltre, il 24% ritiene che l’infrastruttura non sia ancora pronta e il 30% che i veicoli elettrici non siano adatti ai lunghi viaggi (ansia da ricarica). Il 26% pensa che la tecnologia sia ancora acerba per un’adozione di massa e che siano necessarie batterie più avanzate per una più consistente adesione. E infine il prezzo, qui quasi il 50% pensa che il costo di acquisto -senza incentivi- sia eccessivo e troppo superiore rispetto alle corrispettive versioni endotermiche.
Nonostante le numerose perplessità, il 64% degli intervistati pensa che l’Europa sarà in grado di effettuare la completa transizione entro il 2030; gli italiani, a questo proposito, sono i più speranzosi e il 70% ne è convinto. Percentuale che invece cala in Germania, dove “solo” il 58% è favorevole all’idea.
I problemi evidenziati nel sondaggio sono quelli che ciclicamente appaiono negli studi di settore; l’unico rimedio per avere una risposta differente da parte della popolazione è quello di incrementare i punti di ricarica e, naturalmente, fornire concreti e stabili sussidi all’acquisto. In Italia qualcosa sembra muoversi e nel giro di qualche mese potremmo assistere ad un’installazione maggiore di punti di ricarica nelle aree di sosta autostradali e in alcune città. Al momento le colonnine sono più presenti nel nord, l’obiettivo del Governo è quello di raggiungere una capillarità superiore andando a raggiungere anche quelle aree ora scoperte. Il capitolo incentivi è invece quello di più spinoso e legato anche ad una serie di intoppi che non sempre vengono sciolti in tempo.