Trump considera esenzioni sui dazi per il settore auto

L'idea del Presidente USA è di dare più tempo alle case auto che stanno riconvertendo la propria produzione. L'esenzione sarebbe, comunque, temporanea

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a cura di Tommaso Marcoli

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La strategia sui dazi di Donald Trump continua a evolversi con rapidi cambiamenti di rotta che rivelano una tattica negoziale complessa e imprevedibile. L'ultimo annuncio del presidente degli Stati Uniti riguarda la possibilità di introdurre esenzioni temporanee sulle tariffe del 25% destinate al settore automobilistico. Una mossa che mira a concedere più tempo ai costruttori per adattarsi al nuovo scenario doganale, specialmente per quelli che dipendono da componenti prodotte in Canada, Messico e altri paesi. "Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche che si stanno riconvertendo", ha dichiarato Trump, sottolineando come la flessibilità faccia parte della sua strategia.

Dietro questi continui ripensamenti si nasconde un piano ben preciso. Il vero obiettivo di Trump rimane quello di riportare negli Stati Uniti segmenti significativi delle catene produttive, riducendo la dipendenza economica da paesi che considera potenziali minacce alla sicurezza nazionale. Non è casuale che lo stesso presidente abbia chiarito: "Non cambio idea, nessun Paese si salverà, ma sono flessibile", cercando di spiegare il continuo tira e molla sui dazi che caratterizza la sua amministrazione. Questa flessibilità si è già manifestata in precedenti decisioni, come l'esenzione temporanea per l'elettronica di consumo. Contemporaneamente, si profila all'orizzonte l'introduzione di nuove tariffe su settori strategici come i semiconduttori e la farmaceutica, probabilmente già entro la prossima settimana. Anche in questo caso, Trump ha lasciato intendere che ci sarà "flessibilità per alcuni prodotti", confermando la natura tattica dei suoi annunci.

Nel frattempo, la reazione internazionale non si è fatta attendere. La Cina ha risposto aumentando i vincoli all'esportazione di terre rare, materiali cruciali per quei settori produttivi che Trump intende riportare sul suolo americano. Una mossa strategica che complica ulteriormente i piani dell'amministrazione statunitense e dimostra come la guerra commerciale si stia combattendo su diversi fronti simultaneamente. L'Unione Europea, dal canto suo, ha optato per un approccio più diplomatico. È entrata in vigore una sospensione delle contromisure ai dazi reciproci per un periodo di 90 giorni, fino al 14 luglio, con l'obiettivo dichiarato di "concedere tempo e spazio ai negoziati" tra le due sponde dell'Atlantico. I colloqui sono già iniziati, come dimostra la visita a Washington del commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, che ha incontrato il segretario al Commercio americano Howard Lutnick e il rappresentante commerciale Jamieson Greer.

L'approccio europeo è stato definito "costruttivo" dallo stesso Šefčovič, che ha dichiarato la disponibilità dell'UE a "raggiungere un accordo equo, che preveda anche reciprocità tramite la nostra proposta di zero tariffe sui beni industriali e un lavoro congiunto sulle barriere non tariffarie". Una posizione che sottolinea la volontà di mantenere aperti i canali di comunicazione con gli Stati Uniti, nonostante le tensioni commerciali.

Il continuo alternarsi di minacce e concessioni da parte dell'amministrazione Trump lascia trasparire una strategia negoziale che utilizza l'incertezza come leva per ottenere condizioni più favorevoli. In questo scenario fluido, le aziende dei settori coinvolti si trovano a dover navigare in acque sempre più agitate, tra la necessità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e l'impossibilità di fare previsioni affidabili sul lungo termine.

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Bello quando fanno tutto da soli, se la cantano e se la suonano.
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