Nelle scorse ore uno sfortunato possessore americano di Tesla Model 3 ha dovuto sborsare una cifra vicina a 2.500 dollari per ricaricare la propria autovettura presso il sistema di rete domestico. La notizia è apparsa su Facebook, nel gruppo di TSLA Shareholders, e ha fatto presto il giro del web. Una cifra decisamente fuori dagli schemi e ben maggiore di quella che potrebbe mai essere il costo di un singolo “pieno” di benzina anche di una costosissima Lamborghini. Alcuni giorni fa anche Alex Epstein, fondatore di IndustrialProgress, aveva condiviso alcune perplessità legate al aumento del costo di ricarica per la propria Tesla, vicino ai 900 dollari.
La cifra spesa dal malcapitato utente è legata all’aumento repentino dei costi energetici, sia elettrici sia petroliferi, dovuti alla presenza di una forte perturbazione polare che ha spinto i cittadini americani ad innalzare il riscaldamento all’interno delle abitazioni e degli uffici, portando diverse cittadine a dei veri e propri blackout. Situazioni che si sono create, a parti invertite, anche durante il nostro torrido periodo estivo che tuttavia non hanno incrementato così notevolmente il prezzo della fornitura elettrica.
Il vortice polare che ha colpito il Texas nelle scorse ore ha fatto registrare temperature di -30 gradi, una soglia mai vista e sfiorata negli ultimi 100 anni. A Dallas, ad esempio, fa più freddo che ad Anchorage, in Alaska. Per la prima volta nella storia, tutte le 254 contee del Texas sono colpite dalla medesima perturbazione.
Una tempesta perfetta che ha portato la domanda di energia alle stelle mandando in tilt tutti gli impianti. Inoltre, forse ancora più grave, mentre la domanda di energia subiva una brusca impennata, l’offerta è crollata a causa del gelo che ha reso momentaneamente inutilizzabili alcuni gasdotti necessari per far funzionare le centrali elettriche. Le temperature artiche hanno inoltre costretto uno stop forzato alle gigantesche pale delle torri che generano energia eolica, fermando anche questa tipologia di impianti.
Il blocco e collasso dell’intera infrastruttura ha portato ad un immediato aumento sul prezzo del petrolio che è salito a 60 dollari al barile: una quotazione pre-pandemia. Il prezzo all’ingrosso dei megawatt/ora scambiati dalle compagnie elettriche ha registrato un aumento senza precedenti: da 50 a 9.000 dollari. I gestori delle reti sono stati costretti a disattivare diverse utenze, circa un terzo del totale, per evitare ulteriori improvvisi blackout. A causa della situazione, il neo-eletto Biden ha dichiarato lo stato d’emergenza in tutto il Texas. A giudicare da quanto riportato dal sito PowerOutage, le persone senza corrente elettrica sarebbero diversi milioni.
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