Tesla Semi: specifiche, informazioni e confronti

Annunciato 5 anni fa, è finalmente in consegna Semi, il primo tir elettrico di casa Tesla, che promette prestazioni incredibili

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a cura di Florinda Maraschi

California, 16 novembre, Jet Center di Los Angeles: Elon Musk presenta il progetto Semi, un tir completamente elettrico con caratteristiche superiori a qualsiasi altro veicolo diesel della categoria. Il progetto prevede una motrice spinta da 4 motori indipendenti da 740 kW (1000 cavalli), con un'autonomia di 800 km e un consumo inferiore a 1,2 kWh/km; l’anno è il 2017.

È stato necessario più tempo del previsto per vedere arrivare sul mercato il Semi, il primo camion marcato Tesla, ma a dicembre 2022 sono state effettuate le prime consegne, e probabilmente il mondo dell’autotrasporto su gomma subirà una vera rivoluzione. Tesla Semi promette, con le sue prestazioni e innovazioni, di farci sembrare i tir fin’ora presenti sulle strade, ma anche i recenti camion elettrici, vecchi, anzi vecchissimi e obsoleti. Rispetto a quanto anticipato 5 anni fa, ci sono stati alcuni cambiamenti, solo alcuni estetici ma altri, importanti, riguardano motori e autonomia.

Design e interni

La cabina ha un design molto pulito, e somiglia più all’avantreno di un furgone che non alla motrice di un tir tradizionale. L’enorme parabrezza, costituto da un pannello frontale e due laterali, si congiunge coi finestrini laterali, e offre un'ampia visibilità sulla strada. Il vetro con cui è equipaggiato di serie il Semi, è anti-deflagrante, i parabrezza dei camion sono soggetti a frequenti rotture, e scegliendo questo tipo di vetro, la casa californiana vuole evitare ai propri clienti momenti di fermo del mezzo, inevitabili nel caso di sostituzione del vetro danneggiato. Rispetto al concept, dove erano assenti e sostituiti da videocamere, nella versione definitiva, troviamo due ampi specchietti retrovisori, che ben si sposano con la linea filante della cabina.

Questo design essenziale e morbido è stato studiato con cura, e permette al Semi di ottenere un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0,36; un valore sorprendentemente buono, che batte anche quello ottenuto da una incredibile auto sportiva come la Bugatti Chiron, che raggiunge lo 0,38 di Cx. Sul frontale è presente un piccola presa d’aria, necessaria per raffreddare le batterie. A dir poco innovativa la posizione di guida centrale, che consente una migliore visibilità complessiva, e si spera, anche una riduzione degli “angoli morti”.

Ai lati del volante, più simile a quello di un’auto che di un mezzo pesante, sono presenti dei monitor che mostrano informazioni sullo stato del veicolo, e probabilmente anche una interfaccia simile a quelle già vista sulle autovetture Tesla. Dietro al posto di guida sono presenti due sedili ribaltabili, ma al momento non sembra prevista una versione dotata di zona notte.

Dati Tecnici

Il Semi è equipaggiato con tre powertrain indipendenti (e non quattro, come era stato annunciato nel 2017). I motori sono posizionati sul secondo e sul terzo asse del mezzo, mentre il primo, quello sterzante, non è motorizzato. Tesla ha scelto di utilizzare il gruppo propulsore a tre motori della Model S Plaid e della Model X Plaid che, sebbene opportunamente modificato, permette, nel complesso, una abbattimento dei costi e anche una maggiore affidabilità, trattandosi di un sistema già ampiamente rodato.

Una unità motore, denominata “highway drive unit” è montata sul secondo asse, ed è, come si intuisce dal nome, dedicata alla guida in autostrada. Gli altri due motori, chiamati “acceleration drive unit”, montati sul terzo asse, alimentano individualmente le due ruote destra e sinistra e sono ottimizzati per l’accelerazione e la coppia. La "highway drive unit" è costantemente inserita, mentre le "acceleration drive unit" si attivano solo quando necessario, garantendo la massima efficienza. Tesla non ha però rivelato dati di potenza o coppia, ma è stato recentemente comunicato che Semi avrà una incredibile architettura da 1000 volt, un dettaglio che permetterà una ricarica più rapida. Tesla infatti annuncia che, nei Megacharger, sarà possibile ricaricare fino al 70% in soli 30 minuti.

Il Semi viene venduto in due versioni: con un’autonomia di 300 miglia (poco meno di 500 km) o da 500 miglia (circa 800 km), che è certamente uno dei dati più interessanti per gli autotrasportatori. Inoltre l’autonomia e i tempi di ricarica sembrano perfetti per le regole del dipartimento dei trasporti statunitense, che prevede che gli autisti facciano una pausa di 30 minuti ogni 8 ore di guida; secondo Tesla, in questo arco di tempo, i camionisti percorrono circa 400 miglia (poco meno dell'autonomia totale della versione più performante).

Ma i dati di cui il marchio va maggiormente fiero, riguardano le prestazioni. Il Semi consuma meno di 2 kWh per miglio; un buon dato che diventa assolutamente incredibile se si pensa che è riferito alla marcia a pieno carico di 82.000 libre (37.195 kg).
E sempre a pieno carico, gli bastano 20 secondi per passare da 0 a 60 miglia orarie (96 km/h). Il solo rimorchio ha uno scatto che fa concorrenza a quello di un’auto sportiva, raggiungendo le 60 miglia orarie in soli 5 secondi, partendo da fermo, quando ad un normale camion diesel, secondo Tesla, ne servono almeno 15. Inoltre il Semi è in grado di mantenere una velocità di 60 miglia orarie anche con una pendenza del 5%.

Proprio in questi giorni sono cominciate le consegne dei primi tir. La prima azienda a cui è stato consegnato l’innovativo camion, è la PepsiCo, che ne ha ritirati due, uno blu a marchio Pepsi e uno giallo per il marchio Frito-Lay. Il prezzo di acquisto definitivo non è stato però rivelato. Al momento della presentazione, quando si era pensato di dotare il Semi di quattro motori, Tesla aveva preventivato un prezzo base di 150.000 dollari per la versione con meno autonomia, e 180.000 dollari per quella con 500 miglia di autonomia.

Il marchio californiano però, ci tiene a far comprendere ai potenziali clienti, che i costi di gestione e di manutenzione del Semi son così bassi che, l’elevato prezzo di acquisto potrà essere ammortizzato in pochi anni di utilizzo. Stando ai dati rilasciati da Tesla, il proprio camion elettrico costa 1,26 dollari al miglio, mentre un camion diesel costa mediamente 1,51 dollari per miglio (dati calcolati per un utilizzo di 100 miglia ad una velocità media di 60 miglia orarie, con un carico di 80.000 libre e un costo del diesel da 2,50 dollari a gallone e un prezzo dell'elettricità di 7 centesimi per kWh).

Il Semi a confronto

Se il Semi promette di sbaragliare la concorrenza che ancora si affida al combustibile fossile, vediamo come se la cava, almeno sulla carta, rispetto ai competitor elettrici. Il Tre BEV della Nikola Motors promette 350 miglia di autonomia, e una ricarica dal 10% al 80% in meno di due ore. Dati nettamente inferiori, pur trattandosi di uno degli avversari più prestazionali. Una buona autonomia (275 miglia) è offerta dal Volvo VNR Electric, la seconda generazione di camion elettrici di Volvo, che assicura una carica dell’80% in meno di 60 minuti, ma anche in questo caso, nel confronto esce vincitore il nuovo Semi. Praticamente fuori gara, L’Ecascadia della Feightliner, pensato per il trasporto regionale più che per le lunghe percorrenze,che offre un’autonomia di 250 miglia, e una ricarica dell’80% in meno di un’ora e mezza. Mentre il veicolo della BYD chiamato 8TT, in commercio dal 2018, offre un’autonomia di sole 167 miglia e una ricarica del 100% in meno di due ore e mezza.

Il Tesla Semi viene assemblato nello stabilimento situato nei pressi della Giga Nevada, e al momento pare che la produzione sia limitata alla variante con maggiore autonomia, e che nel corso del 2023 la produzione aumenterà, quando verrà anche il turno della variante da 300 miglia di autonomia. Entro il 2025 l'azienda stima di produrre e consegnare 50.000 unità.Molti clienti sembrano impazienti di poter ricevere i propri Semi. Stando ai dati forniti dall’azienda californiana, Walmart ha preordinato 130 unità, mentre PepsiCo è in attesa di 100 camion. Nel frattempo la società ha già iniziato ad installare i primi Megacharger da 1,5 megawatt presso lo stabilimento Frito-lay in California.

Secondo Musk, il Tesla Semi è molto più facile da guidare rispetto al TIR tradizionali, e questo renderà i lavoro degli autotrasportatori meno stancante, ma anche più piacevole, perché, secondo il CEO, il Semi anche “super divertente da guidare”. Questo almeno fino a quando non sarà disponibile il software per la guida autonoma, su cui Tesla è già al lavoro.

Aggiornamenti

A seguito delle consegne dei primi Semi, alcune immagini tecniche provenienti dal catalogo dei ricambi, sono giunte in rete, diffuse via Twitter.

Dalle immagini si evince che la batteria si trova sotto l’abitacolo ed è composta da nove moduli di varie dimensioni.

Come sappiamo, si stima che la versione con autonomia di 500 miglia del Semi abbia una capacità della batteria di circa 850-900 chilowattora (kWh) Mentre la versione, non ancora andata in consegna da 300 miglia, potenzialmente avrà un numero inferiore di moduli batteria.

In merito ai motori, scopriamo inoltre che la “highway drive unit” è ufficialmente chiamata Efficency e ricordiamo che è ottimizzata per la guida autostradale, mentre la seconda unità composta da una coppia di motori, prende il nome di Torque, e viene fisicamente innestata solo quando ce n’è bisogno (in caso di pieno carico o di accelerazione significativa). Inoltre i powertrain hanno un rivestimento in carbonio, esattamente come nel caso della Tesla Model S/Model X Plaid.

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