Tesla: produzione dei camion Semi al via entro fine 2025

La produzione del Semi inizierà a fine 2025 nella gigafactory del Nevada. Capacità annuale di 50.000 unità, ma i dazi USA sui componenti minacciano i piani

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a cura di Tommaso Marcoli

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La produzione del Tesla Semi è pronta a entrare in una nuova fase dopo anni di ritardi e promesse non mantenute. Il gigante dei veicoli elettrici ha finalmente annunciato l'avvio della produzione dei suoi camion elettrici entro la fine del 2025 presso il campus Gigafactory in Nevada. Nonostante le ambiziose dichiarazioni di Elon Musk nel 2022, che puntava a produrre 50.000 Semi già nel 2024, il progetto ha subito numerosi rinvii rispetto alla tabella di marcia originale che prevedeva l'inizio della produzione addirittura nel 2019. La notizia arriva in un momento particolarmente delicato per Tesla, alle prese con tensioni commerciali internazionali e incertezze di mercato.

Dan Priestley, responsabile del programma Semi di Tesla, ha condiviso dettagli significativi sulla capacità produttiva dell'impianto attraverso un video pubblicato su YouTube. "I primi veicoli saranno sulla linea di produzione entro la fine di quest'anno, e continueremo ad aumentare la capacità della fabbrica durante tutto il 2026", ha affermato Priestley. L'impianto del Nevada è stato progettato per raggiungere una capacità annuale di 50.000 unità, un obiettivo che richiederà diversi trimestri di preparazione prima di poter raggiungere volumi produttivi elevati.

Il Semi rappresenta l'ingresso di Tesla nel mercato dei trasporti commerciali pesanti, un settore strategico ma estremamente competitivo. L'azienda di Musk sta tentando da anni di costruire un'attività nel segmento dei camion, ma il percorso si è rivelato più accidentato del previsto, con continui slittamenti della data di lancio, originariamente prevista sei anni fa.

Le difficoltà produttive del Semi non sono legate solamente a sfide tecniche. Un elemento determinante è rappresentato dalle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che hanno imposto a Tesla una drastica revisione della catena di approvvigionamento. I piani dell'azienda di importare componenti dalla Cina per il Semi e per il Cybercab sono stati sospesi dopo che il presidente Donald Trump ha incrementato significativamente i dazi sui prodotti cinesi, come rivelato in esclusiva da Reuters all'inizio di questo mese.

Inizialmente, Tesla era disposta ad assorbire i costi aggiuntivi derivanti dal dazio del 34% imposto da Trump sui beni cinesi. Tuttavia, quando le tariffe hanno superato questa soglia, l'azienda si è vista costretta a sospendere i piani di spedizione. La situazione è ulteriormente peggiorata quando Trump ha aumentato i dazi aggiuntivi all'84% il 9 aprile, per poi innalzarli al 125%, portando il totale delle tariffe sui beni cinesi esportati negli Stati Uniti al 145%.

Queste tensioni commerciali hanno avuto un impatto diretto sulle previsioni di crescita di Tesla. La scorsa settimana, l'azienda ha dichiarato che rivaluterà le proprie previsioni di crescita tra tre mesi, sottolineando la difficoltà di misurare gli impatti dei cambiamenti nella politica commerciale globale sulle catene di approvvigionamento automobilistiche ed energetiche. Tesla ha inoltre avvertito che "il cambiamento del sentimento politico potrebbe avere un impatto significativo sulla domanda dei nostri prodotti nel breve termine".

L'incertezza causata da queste tensioni geopolitiche sta costringendo Tesla a riconsiderare non solo la produzione del Semi, ma più in generale la sua strategia di espansione globale in un contesto di crescente protezionismo economico. La capacità dell'azienda di adattarsi rapidamente a queste sfide sarà determinante per il successo futuro del programma Semi e per il mantenimento della posizione di leadership nel settore dei veicoli elettrici.

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