Model Y RWD è la versione meno potente e più economica del SUV di segmento D di Tesla, venduta a un prezzo di listino di 42.690 € (al momento della stesura di questo articolo), e che rientra nei parametri richiesti dagli incentivi, condizione che permette a chi è idoneo di portarsi a casa questo SUV a poco più di 30mila euro, un prezzo decisamente molto conveniente. Il capitolo “incentivi” è tuttavia un bersaglio in movimento, non si può considerare una sicurezza, ma è comunque una discriminante molto importante considerando che a poco più di 30mila euro questa Model Y offre un valore imbattibile, mentre a prezzo più alto ovviamente il valore diminuisce, rimanendo ugualmente molto competitivo sull’attuale mercato delle auto elettriche.
Vediamo cosa mi è piaciuto e cosa invece non mi ha convinto fino in fondo di questa Model Y RWD.
Cosa mi piace
Nonostante sia la Model Y meno potente, l’esperienza Tesla rimane intatta. Il modo in cui la potenza viene erogata, quindi in maniera molto omogenea e controllata, rimane il punto di forza di Tesla e lo ritroviamo anche su questo modello. L’abitacolo, il volante, il grande schermo centrale e soprattutto tutte le funzioni di infotainment e gli aggiornamenti sono gli stessi dei modelli più costosi. Nonostante possa sembrare banale, è proprio questo uno dei punti di pregio che, probabilmente, si possono apprezzare maggiormente sui modelli Tesla meno costosi.
Se acquistate un’auto di qualsiasi altro brand, gli allestimenti e versioni meno costose cambiano completamente l’esperienza che potete aspettarvi. Meno optional, schermi più piccoli, tessuti meno pregiati, insomma siamo abituati da decenni a questa tipologia di segmentazione. Cosa che invece non accade con Tesla, poiché le differenze risiedono soprattutto nella parte di motori e dimensione della batteria, quindi autonomia.
E nonostante sia la Model Y meno potente sul mercato, è ugualmente in grado di offrire prestazioni di tutto rispetto, con uno spunto 0-100 in 6.9 secondi. Essendo abituato a guidare i modelli più potenti e anche altre elettriche con una cavalleria più importante, sapere di essere alla guida della Model Y meno potente mi ha un po’ condizionato, rendendomi più cauto nell’approccio alla strada, sorpassi, uscite dagli stop, insomma tutte quelle situazioni dove un bel motore fa la differenza, anche in termini di sicurezza. Tuttavia dopo pochi chilometri ci si rende conto di avere a disposizione una potenza più che adeguata a superiore alla maggior parte delle automobili che ci circondano, rendendo la guida più sicura e scattante.
Ho apprezzato anche la solita precisione dello sterzo e il modo in cui l’auto comunica la strada. È possibile affrontare un misto con una guida allegra, anche se altri SUV della categoria sono in grado di essere un po’ più aggressivi e precisi sopra a certe velocità.
Altro punto di forza è senza dubbio il continuo aggiornamento delle funzioni del veicolo tramite versioni software gratuite, che portano novità tutt’altro che estetiche. Tra le ultime novità maggiormente apprezzabili c’è il sistema di parcheggio che utilizza Tesla Vision e ci mostra precisamente gli ostacoli attorno a noi ma anche la segnaletica orizzontale; centrare l’auto all’interno del parcheggio non è mai stato così comodo. Inoltre, proprio nei primi giorni della prova, l’auto si è aggiornata abilitando i fari Matrix Led che permettono di proiettare un fascio luminoso senza accecare gli altri automobilisti.
Il resto dell’esperienza Tesla può piacere o non piacere ed è legata alle fondamenta stesse su cui sono basati tutti i modelli: design pulito, poco tasti, unico grande display centrale, se vi piace l’approccio, allora apprezzerete Model Y in ogni dettaglio, nonostante si tratti del modello meno costoso.
Cosa non mi piace
Qualche dubbio permane invece sull’autonomia, che Tesla dichiara a 455 chilometri in ciclo WLTP. Nella pratica l’autonomia reale è di circa 400 km, ma siccome non credo che vogliate arrivare alla colonnina con zero chilometri di autonomia residua, è lecito definire un’autonomia sfruttabile di 350 km. Non è un numero che mi fa contento, essendo sotto a una soglia psicologica di tranquillità che, per me, è di almeno 500 km.
C’è da dire che se dovessi scegliere se affrontare un viaggio molto lungo lo farei con più tranquillità su una Tesla anziché su qualsiasi altra auto elettrica, proprio per via della capillarità delle stazioni di ricarica Tesla e del modo in cui pianifica il viaggio. In ogni caso questa autonomia la relega ad essere un acquisto consigliato soprattutto a chi può ricaricare l’auto a casa, facilitando la gestione della batteria. Non mi è tuttavia piaciuta la perdita di autonomia durante la notte, attorno a circa 20/25 km, che su un’autonomia più contenuta ha chiaramente un impatto maggiore.
Chi dovrebbe acquistarla?
Chiunque voglia un SUV elettrico. Model Y rimane consigliata, più di qualsiasi altro SUV elettrico, e se il design e la filosofia spartana di Tesla vi piace, non ci sono motivi per cui non acquistarla. Ancora di più se nel momento in cui vorrete farlo ci saranno degli incentivi che ne abbassano il prezzo. Ricordiamo, infatti, che gli incentivi dedicati alle auto elettriche sono terminati nell'arco di pochissime ore ma il governo pensa di aggiungere un nuovo piccolo bonus nell'arco dei prossimi mesi. Al momento siamo ancora nel territorio dei rumor, ma la speranza è che ci possa essere una nuova manovra.
Dopotutto nella categoria di Model Y RWD ci sono vari altri modelli, dall’approccio più tradizionale e che possono incontrare i gusti di più persone, ma che costano decisamente di più.
Certo se non potrete accedere agli incentivi, Model Y rimane ugualmente competitivo, ma in questo caso io valuterei il passaggio al modello Long Range, che per 6mila euro in più è in grado di offrire molto di più dal punto di vista dell’autonomia, per una gestione più serena.
Con chi si sfida Tesla Model Y? La nuova BYD Seal U è un'ottima rivale con un prezzo di 45mila euro, discorso analogo anche per la Ford Explorer (49mila euro) e la sorella Volkswagen ID.4 (41mila euro).