Terre rare e auto: il blocco cinese un rischio per l'Europa

La Cina ha annunciato il blocco alle esportazioni di terre rare di cui detiene il monopolio. Un durissimo colpo all'industria occidentale, comprese le auto

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a cura di Tommaso Marcoli

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Negli ultimi anni, le terre rare sono diventate elementi fondamentali per molte tecnologie, in particolare per quelle legate ai motori elettrici e ai sistemi elettronici avanzati. La Cina, che detiene una quota dominante nella produzione globale di questi materiali, ha recentemente deciso di bloccare l'export di terre rare. Questa scelta, interpretata come una mossa geopolitica, mira a rafforzare il potere contrattuale del Paese e a sfruttare le proprie risorse strategiche in un contesto di competizione internazionale. La decisione comporta un notevole grado di incertezza per i mercati che dipendono da queste forniture, spingendo le economie occidentali, in particolare l'Europa, a riconsiderare le proprie strategie di approvvigionamento e di resilienza della filiera.

Implicazioni per l'industria automobilistica europea

L'industria automobilistica europea, già sfidata dalla necessità di transizione verso veicoli elettrici e ibridi, si trova ad affrontare un duplice rischio. Da un lato, la scarsità di terre rare può determinare l'aumento dei costi di produzione, in quanto quei materiali sono indispensabili per la realizzazione di magneti ad alte prestazioni e altre componenti critiche dei motori elettrici. Dall’altro, il blocco delle forniture potrebbe portare a ritardi nella catena produttiva, rallentando il passaggio verso tecnologie più sostenibili e penalizzando la competitività delle aziende europee sul mercato globale. I produttori si vedranno costretti a rivedere le loro strategie di sourcing e ad accelerare investimenti in ricerca per individuare alternative tecnologiche o processi di riciclo efficienti.

La crescita della domanda e il rischio di disallineamento

Studi pubblicati dal US Geological Survey e rapporti di istituzioni europee indicano che, nel prossimo decennio, la domanda globale di terre rare potrebbe aumentare fino al 400-500% rispetto agli attuali fabbisogni, in gran parte dovuti alla crescita del settore dei veicoli elettrici. Le statistiche rivelano come l'Europa stia assistendo a una crescita annuale a doppia cifra nella produzione di veicoli elettrici, con una conseguente intensificazione della necessità di magneti contenenti neodimio e disprosio. Tale scenario fa emergere il rischio di un disallineamento tra domanda e offerta, che potrebbe tradursi in un ulteriore aumento dei costi e in una maggiore pressione sulla capacità produttiva delle aziende. Queste proiezioni sottolineano l’urgenza di adottare misure di mitigazione, che includano la diversificazione dei fornitori e l’adozione di tecnologie basate sul riciclo o sull’uso di materiali alternativi.

Strategie di adattamento e prospettive future

Per fronteggiare la sfida posta dal blocco cinese, l'industria automobilistica europea dovrà impegnarsi in una serie di strategie orientate verso la resilienza e l'innovazione. È fondamentale incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo per sviluppare soluzioni alternative, come magneti che richiedano una quantità ridotta di terre rare o l'ottimizzazione dei processi di riciclo (anche se si tratta di partiche costose e non sempre efficaci). Ulteriore rilevanza riveste la necessità di una politica industriale integrata tra settore pubblico e privato, volta a incentivare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e a sostenere la transizione verso modelli di economia circolare. Tali misure non solo consentiranno di mitigare il rischio di interruzioni nella filiera, ma potranno anche favorire lo sviluppo di tecnologie più sostenibili e competitive a livello globale.

Il blocco dell'export di terre rare rappresenta una sfida strategica per l'industria automobilistica europea. La decisione cinese, combinata con l'incremento della domanda dovuta alla transizione verso veicoli elettrici, impone un urgente ripensamento delle strategie di approvvigionamento e innovazione tecnologica. Solo attraverso investimenti mirati e una cooperazione coordinata tra istituzioni e aziende sarà possibile garantire la resilienza della filiera e mantenere la competitività in un mercato globale in rapida evoluzione.

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2 Commenti

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Vedrai che con questo (ed altro) "passano" tutte le "sindromi NIMBY"...
Quando si tocca il portafoglio poi (piano piano) anche i "Gretini" lo capiscono .... 😁😁
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chissa se quelli della unione sovietica europea capiranno le cazzate idealiste che si ostinano a portare avanti.
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