Svolta sui dazi: Trump tende la mano all'industria auto

Trump alleggerirà i dazi auto: riduzione per componenti esteri nelle auto USA e nessun doppio dazio. Una vittoria per produttori e lavoratori americani

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a cura di Tommaso Marcoli

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Nel tentativo di calibrare la sua controversa politica commerciale, l'amministrazione Trump sta per introdurre significative modifiche al regime tariffario automobilistico, cercando di bilanciare protezione e pragmatismo. Il piano, che verrà ufficializzato a breve, prevede l'attenuazione degli effetti delle tariffe attraverso esenzioni mirate e rimborsi per i produttori che operano sul suolo americano. Questa mossa rappresenta un importante aggiustamento strategico dopo le preoccupazioni sollevate dall'intero settore automobilistico, che aveva messo in guardia contro potenziali conseguenze devastanti di un approccio eccessivamente restrittivo.

Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha descritto l'iniziativa come "una grande vittoria per la politica commerciale del Presidente", sottolineando come l'obiettivo sia premiare le aziende che producono in territorio nazionale, offrendo al contempo "piste di decollo" per i produttori che si sono impegnati a investire negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato inizialmente dal Wall Street Journal, l'intervento eviterà la sovrapposizione di diverse tariffe, impedendo che le case automobilistiche si trovino a pagare dazi multipli, come quelli su acciaio e alluminio, oltre alle nuove imposizioni.

La revisione della politica tariffaria arriva in un momento simbolico, con il presidente che celebra i suoi primi 100 giorni in carica con una visita programmata in Michigan, cuore pulsante dell'industria automobilistica americana. In questo stato, sede dei "Detroit Three" (GM, Ford e Stellantis) e di oltre mille importanti fornitori del settore, Trump potrà presentare questo adeguamento come un segnale di ascolto verso le preoccupazioni dell'industria, pur mantenendo la sua linea protezionistica.

Reazioni del settore e timori per la catena di approvvigionamento

I leader delle principali case automobilistiche hanno accolto positivamente l'annuncio. Mary Barra, CEO di General Motors, ha dichiarato che "la leadership del presidente sta contribuendo a livellare il campo di gioco per aziende come GM, permettendoci di investire ancora di più nell'economia statunitense". Sulla stessa linea Jim Farley di Ford, che ha evidenziato come questi cambiamenti "aiuteranno a mitigare l'impatto delle tariffe su produttori, fornitori e consumatori".

Questo aggiustamento rappresenta una risposta alle preoccupazioni espresse solo la scorsa settimana da una coalizione di gruppi industriali automobilistici statunitensi, che aveva messo in guardia contro i rischi di tariffe del 25% sui componenti importati. In una lettera indirizzata ai vertici dell'amministrazione, tra cui il Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer e lo stesso Lutnick, i gruppi avevano sottolineato come tali imposizioni avrebbero potuto "sconvolgere la catena di approvvigionamento automobilistica globale e innescare un effetto domino".

Le preoccupazioni del settore non riguardano solo i prezzi finali per i consumatori, ma anche la sopravvivenza stessa di molti fornitori. Come evidenziato nella lettera, "la maggior parte dei fornitori automobilistici non è capitalizzata per affrontare un'improvvisa interruzione indotta dalle tariffe. Molti sono già in difficoltà e dovranno affrontare interruzioni della produzione, licenziamenti e fallimenti". Un punto particolarmente critico è che "basta il fallimento di un solo fornitore per portare all'arresto di una linea di produzione di un costruttore automobilistico".

L'amministrazione Trump sembra quindi aver riconosciuto la necessità di un approccio più sfumato alla sua politica commerciale, cercando di conciliare l'obiettivo di rinvigorire la produzione nazionale con la realtà di un settore automobilistico profondamente globalizzato e interdipendente. Questa flessibilità rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla retorica iniziale, riflettendo forse una maggiore consapevolezza delle complessità del commercio internazionale.

Il piano di revisione prevede anche rimborsi per le tariffe già pagate, un elemento che potrebbe offrire un sollievo immediato a molte aziende del settore. Trump aveva precedentemente annunciato l'intenzione di imporre tariffe del 25% sui componenti auto importati entro il 3 maggio, una scadenza che ora sembra destinata a essere accompagnata da questo sistema di esenzioni e compensazioni.

Per un'industria già alle prese con la transizione verso la mobilità elettrica e le sfide della trasformazione digitale, questo aggiustamento potrebbe rappresentare un cruciale margine di manovra, consentendo ai produttori di adattarsi gradualmente a un nuovo regime commerciale senza compromettere fatalmente le loro operazioni o la loro competitività globale.

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