Subaru fa il suo debutto nel mondo dell’elettrico con la Solterra, sviluppata assieme a Toyota. In realtà si tratta proprio della bZ4X, ma Subaru ha apportato delle modifiche e l’ha declinata nell’anima fuoristrada che contraddistingue il marchio. Questo significa che la Solterra è dotata di due motori su due assi che abilitano la trazione integrale e che si può sfruttare grazie alla modalità di guida Xmode, che si occupa di gestire la trazione in maniera tale che la vettura possa affrontare i terreni più impervi. Vediamo, nel nostro solito format, cosa ci è piaciuto e cosa ci è piaciuto meno di questa Subaru.
Cosa ci piace
Solterra è un SUV, di notevoli dimensioni, che si rispecchiano in tanto spazio a bordo e a un bagagliaio capiente, nonostante la forma aerodinamica che tende ad abbassare il posteriore partendo da subito dopo i sedili posteriori. L’abitacolo è un mix di forme geometriche con angoli duri e rotondità, frutto della sperimentazione e volontà di uscire dagli schemi a cui l’industria dell’elettrico è sottoposta ultimamente, una sorta di campo in cui i produttori possono permettersi di lanciarsi senza paura che l’auto possa non essere apprezzata in qualunque mercato. Quando non c’è molta innovazione nei design il motivo è da rintracciarsi nella volontà di creare un “World car”, quindi un modello che possa essere prodotto, venduto e quindi apprezzato in tutto il globo. Nel caso delle elettriche, probabilmente per il loro volume che al momento non deve sostenere la fetta più grande del business aziendale, si osa un po’ di più, e ci piace.
Promossi, anche se non a pieni voti, i materiali, un mix di plastica e tessuto. La trama in tessuto, soprattutto, è così piacevole da distogliere l’attenzione su alcuni dettagli in plastica rigida. Tanti gli spazi a bordo dove posizionare i nostri oggetti, mentre la posizione di guida è supportata da una bella sagomatura della portiera interna, con un buon supporto per il gomito, e da un supporto centrale che può avanzare e arretrare, offrendosi come supporto sia per il guidatore che il passeggero.
Anche la posizione di guida non è male, non solo per questi supporti ma anche per lo spazio e la possibilità di regolare il sedile in varie inclinazioni. Chi vi scrive preferisce una guida bassa, da auto sportiva, e nonostante Solterra sia un SUV che dovrebbe prediligere una guida più rialzata, è possibile adattarsi anche in una posizione più rilassata.
Comodo il portellone posteriore elettrico, buona quantità di porte USB davanti e dietro, comoda anche la nicchia nel supporto centrale in cui inserire lo smartphone. Si può ricarica sia tramite induzione magnetica (se presente) o tramite cavo. Tuttavia ci è capitato più volte di dimenticare lo smartphone in auto, dato che la nicchia si richiude con uno sportellino e lo fa sparire dalla vista.
Lo schermo da oltre 12 pollici, centrale, include il sistema di infotainment Toyota / Lexus, che non è un mostro di ergonomia. Tuttavia è compatibile con tutte le ultime tecnologie, compreso Android Auto e Apple CarPlay.
Il quadro strumenti è stato declinato in una forma inusuale, lo ritroviamo spostato molto verso il parabrezza e di dimensioni tali da poter includere solo le informazioni basilari. Il vantaggio di questa soluzione è che permette di mantenere gli occhi allineati alla strada, senza dover spostare in maniera considerevole lo sguardo. In pratica è una sorta di HUD, o ci si avvicina.
Il volante, di piccole dimensioni, è un altro dettaglio che apprezziamo, assieme ai due blocchi di comandi a volante, quello sinistro per la parte multimediale, chiamate telefoniche e interazione con il quadro strumenti, quello destro per gli aiuti alla guida. Questi ultimi, che includono il mantenimento della velocità di crociera con auto-sterzatura e freno, assieme a tutti i sistemi di sicurezza, funzionano bene e non sono invasivi. Anche la videocamera posteriore ha un’ottima risoluzione e si vede molto bene.
La coppia, di oltre 300 Nm, permette di avere un bello spunto in ogni occasione. I poco più di 200 cavalli, se si sentono bene a basse velocità, limitano la velocità di punta. Solterra non è un’auto nata per correre, queste prestazioni vanno più che bene. Non manca una modalità di guida ECO e una Sport, che incidono unicamente sul modo in cui viene erogata la potenza quando si schiaccia l’acceleratore. I paddle a volante permettono di selezionare il livello di frenata rigenerativa su quattro livelli, così da personalizzare l’esperienza di guida.
Cosa non ci piace
Gli interni tanto belli dal punto di vista del design, e buoni per la scelta dei materiali, perdono totalmente il nostro favore quando si guarda la console centrale completamente ricoperta da plastica nera lucida. È inutile ripeterlo, nonostante sia una scelta che colpisce molto quando si va a vedere un’auto prima di acquistarle, diventa un incubo quando la si usa, con impronte digitali, polvere e graffi sempre molto vistosi.
Oltre ai paddle a volante c’è anche un tasto specifico che permette di attivare la one pedal drive, o almeno questo è quello che dovrebbe suggerire l’icona sul pulsante. Tuttavia attivando questa modalità non si fa altro che impostare la massima frenata rigenerativa, che riduce la velocità fino a 5 chilometri orari. Insomma, non è una vera one-pedal-drive, e non ci spieghiamo come mai questa scelta.
Il quadro strumenti, nella sua forma “minimal”, funziona, ma la dimensione è ridotta e, ad eccezione della velocità, il resto delle informazioni è forse un po’ troppo piccola. Ciò vanifica l’intento di non distrarre dalla guida. Una grafica un po’ più ergonomica, sotto questo punto di vista, sarebbe stata meglio. Inoltre, essendo in una posizione molto avanzata e senza alcun tipo di copertura, in una giornata assolata la visibilità diminuisce ulteriormente.
Sopra al volante è stato implementato un sistema che rileva l’attenzione del guidatore, non particolarmente utile, anzi a tratti fastidioso, considerando che se non teniamo sempre la faccia rivolta in avanti e le mani sul volante alle ore nove e un quarto, riceveremo continui avvisi di disattenzione o impossibilità di controllare lo stato di attenzione.
Infine, forse il difetto più grande, è l’autonomia. La batteria è da 71,4 kWh, anche se probabilmente la capacità veramente sfruttabile è inferiore. Potrete contare su circa 280 / 300 km, con andatura tranquilla, meno se vi piace schiacciare l’acceleratore, un valore lontano dai poco più di 400 dichiarati. A peggiorare la situazione c’è la limitazione della ricarica a 7 kWh, mentre potrete raggiungere i 150 kW ma solo in corrente continua. Se vorrete ricaricarla a casa, inoltre, potrete scegliere tra 8 o 16 ampere (cioè tra circa 1.7 kWh e 3.5 kWh), o un’impostazione “max” che assorbe tutta l’energia disponibile. Non potendo selezionare altri intervalli di potenza, sarete un po’ limitati nella gestione del contatore di casa.
Conviene?
Solterra è disponibile in due allestimenti, quello basilare chiamato “4E-xperience” e quello avanzato chiamato “4E-xperience+”. I prezzi di listino sono rispettivamente di 59.900 e 63.900 €, e la versione “plus” include i cerchi da 20”, funzione di memorizzazione dei sedili, regolazione elettrica dei sedili, pelle, sedili posteriori riscaldabili, sistema audio Harman Kardon, tetto panoramico, volante riscaldabile e ricarica wireless nel vado telefono. Vale sicuramente la pena spendere 4.000 euro in più per la versione plus, ma il prezzo rimane uno scoglio importante.
Model Y, dopo il taglio dei prezzi, parte da un prezzo di 46.990 euro, e il modello Performance più costoso costa 63.900 euro. Non sono due macchine identiche e Subaru punta sul fuoristrada, quindi diventa molto semplice capire che Solterra deve essere una scelta per chi vuole fare molti percorsi lontano dall’asfalto. In caso contrario, tutto si riduce a capire a che prezzo riuscirete ad acquistarla.