La più grande fabbrica di motori diesel del mondo situata a Trémery, in Francia, ha avviato una profonda trasformazione con l’obiettivo di convertire la produzione ai nuovi motori elettrici. La transizione di Trémery non avverrà immediatamente, ma Stellantis prevede di aumentare gradualmente la produzione dei suoi propulsori elettrificati fino al 2025.
La corsa all’elettrificazione vede dunque impegnati i vari costruttori del settore nella progettazione e realizzazione di nuove tecnologie fondamentali per accelerare la conversione. Questo cambio si pone come testimonianza dell’evoluzione del settore automobilistico congiuntamente al crollo della domanda dei diesel in seguito allo scandalo Dieselgate del 2015.
Da meno del 10% della produzione nel 2020, la produzione di motori elettrici a Tremery raddoppierà a circa 180.000 nel 2021 e si prevede che raggiungerà i 900.000 all'anno entro il 2025.
Per i prossimi anni l'obiettivo preposto è dunque quello di dare il via ad un pieno regime di costruzione, con ben 900.000 motori elettrici all'anno. Questi ultimi saranno conseguentemente utilizzati per tutti i futuri modelli ibridi plug-in ed elettrici di Stellantis. Nonostante la pandemia stia creando ancora oggi molte incertezze nel settore, sono tante le case automobilistiche che stanno premendo l’acceleratore a favore dell’elettrico, spinti anche dai nuovi regolamenti dell’Unione Europea, che multano chi non rispetta i limiti delle emissioni di CO2 imposti.
È fondamentale ribadire che il cambio di rotta è sicuramente testimonianza della continua evoluzione del settore e della crescente richiesta da parte degli utenti. Pensiamo infatti che a settembre 2020 le immatricolazioni UE di veicoli elettrificati avevano superato per la prima volta i diesel, con una crescita del 122% nei primi nove mesi del 2020. Nonostante le vendite stiano crescendo a buon ritmo su tutti i mercati, queste non hanno ancora raggiunto grandi numeri, rappresentando solo l'8% circa delle vendite totali.
La progressiva conversione dello stabilimento sembra però mostrare alcuni aspetti negativi: si prevede infatti che la trasformazione comporterà tagli ai posti di lavoro, conseguenti alla relativa "semplicità" delle trasmissioni elettriche rispetto alle loro controparti a combustione interna; i motori elettrici hanno solo un quinto delle parti di un diesel. Si parla dunque di tagli che dovrebbero interessare almeno alcuni dei 3.000 lavoratori dell'impianto, anche se Stellantis sostiene che cercherà di tutelare i lavoratori e gli stessi posti di lavoro.