Stellantis, anche i concessionari sono contro Tavares: "le EV non si vendono"

I concessionari scrivono una lettera aperta a Ursula von der Leyen: "le norme sono da rivedere, le vendite non decollano"

Avatar di Tommaso Marcoli

a cura di Tommaso Marcoli

Editor

Tutta la rete europea dei concessionari Stellantis ha inviato una lettera alla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, chiedendo di posticipare al 2027 l'entrata in vigore dei nuovi limiti sulle emissioni auto previsti per il 2025. La richiesta contrasta con la posizione ufficiale di Stellantis, che si dice pronta a rispettare le scadenze.

Nella missiva, i concessionari di marchi come Fiat, Alfa Romeo, Peugeot e Opel evidenziano la "forte riluttanza" dei clienti all'acquisto di veicoli elettrici, a causa di prezzi ancora troppo elevati e infrastrutture di ricarica insufficienti. A settembre le vendite di auto elettriche in Europa hanno registrato un crollo del 43,9%.

Gli obiettivi fissati non sono compatibili con le attuali condizioni dei mercati.

La posizione dei concessionari si scontra con quella del CEO di Stellantis Carlos Tavares, che si è detto ottimista sul rispetto dei regolamenti UE e contrario a proroghe. Una richiesta di rinvio è stata avanzata anche dall'ACEA, l'associazione dei costruttori europei guidata da Luca de Meo.

Le ragioni della richiesta

Secondo i concessionari, l'attuale situazione di mercato rende impossibile raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall'UE per il 2025, che prevedono un limite di 95 gCO2/km. La scarsa domanda di veicoli elettrici, dovuta principalmente ai costi elevati e alla carenza di infrastrutture, rischia di compromettere gli sforzi dell'industria automobilistica per la transizione ecologica.

La lettera evidenzia il paradosso di una rete commerciale che si trova in una posizione opposta a quella del produttore che rappresenta. Mentre Stellantis conferma il proprio impegno a rispettare le scadenze, i concessionari chiedono più tempo per adeguarsi alle nuove normative, temendo ripercussioni negative sulle vendite e sull'occupazione del settore.

Leggi altri articoli