Sciopero ATM confermato domani 26 giugno: orari e informazioni

L'agitazione indetta cade di mercoledi, domani, e potrebbe colpire gli spostamenti dei milanesi.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Domani, mercoledì 26 giugno, il consueto ritmo di Milano subirà una battuta d'arresto a causa dello sciopero dei lavoratori di ATM, la società che gestisce il trasporto pubblico nella città meneghina. L'azione di protesta è stata indetta dal sindacato Al Cobas e durerà per l'intera giornata.

Secondo le informazioni fornite sul sito di ATM, il personale viaggiante delle linee di superficie e delle metropolitane incrocerà le braccia in due diversi orari: dalle 8:45 alle 15:00 e dalle 18:00 fino al termine del servizio. Saranno garantite le fasce orarie antecedenti e intermedie, ossia dall'inizio del servizio fino alle 8:45 e dalle 15:00 alle 18:00.

Lo sciopero è stato convocato in seguito al rifiuto verso la liberalizzazione, privatizzazione e le gare d'appalto riguardanti i servizi dati in gestione da ATM, oltre alla lotta contro il progetto ‘Milano Next’. Vi è anche la richiesta per la trasformazione di ATM S.p.A. in azienda speciale del Comune di Milano e la successiva gestione diretta in house dei servizi. In aggiunta, viene richiesta la gratuità dei trasporti.

Le richieste dei lavoratori comprendono anche misure per il miglioramento della sicurezza e delle condizioni di lavoro, come la riattivazione del distanziamento tra i conducenti e gli utenti con la disabilitazione della porta anteriore per la salita e la discesa, oltre alla pulizia, igienizzazione e sanificazione dei mezzi e delle aree di lavoro. Infine, si chiedono maggiori tutele per la sicurezza del personale più esposto a rischi, incluso l'utilizzo di sistemi di protezione passivi.

Tra i temi trattati è presente anche la componente economica, sottolineando una richiesta di aumento di 150 euro netti mensili per tutti i lavoratori, in recupero degli aumenti ritenuti insufficienti dei contratti nazionali. Questo rappresenta il quarto sciopero in poche settimane, seguendo le agitazioni del 22 marzo, 6 maggio e 31 maggio, già indette da Al Cobas.

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