Rischio sicurezza: maxi richiamo BMW in Cina

BMW richiama 1,36 milioni di auto in Cina per airbag difettosi. Rischio serio per la sicurezza dei passeggeri. Il difetto Takata è ancora un problema

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a cura di Tommaso Marcoli

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BMW richiama 1,36 milioni di veicoli in Cina a causa di airbag difettosi che presentano un "rischio per la sicurezza". L'annuncio è stato fatto dall'autorità di regolazione dei mercati cinese (SAMR) la scorsa settimana.

Il richiamo riguarda sia auto prodotte localmente da BMW sia veicoli importati dal marchio tedesco. Il problema è legato al dispositivo di gonfiaggio dell'airbag situato in alcuni modelli di volanti, che "può esplodere e i detriti possono ferire i passeggeri del veicolo", come precisa il regolatore.

Gli airbag difettosi provengono dalla società giapponese Takata, già al centro di numerosi richiami dal 2014 che hanno coinvolto milioni di veicoli di diverse marche. BMW si impegna a effettuare gratuitamente le riparazioni necessarie sui veicoli interessati.

La prudenza resta d'obbligo per molti costruttori di fronte al problema degli airbag Takata

Questa campagna di richiamo in Cina segue quella avviata da BMW a luglio negli Stati Uniti, che ha coinvolto circa 400.000 veicoli. Negli USA, anche altri costruttori come Ford e Mazda hanno recentemente annunciato richiami simili, riguardanti oltre 475.000 veicoli equipaggiati con airbag Takata non ancora riparati.

Misure di sicurezza straordinarie

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) americana ha sottolineato la gravità della situazione, consigliando ai proprietari dei veicoli interessati di non guidarli fino alla sostituzione dell'airbag difettoso. Ford e Mazda hanno implementato misure speciali come:

  • Rimorchio gratuito dei veicoli fino al luogo di riparazione
  • Servizio di riparazione mobile per alcuni clienti
  • Fornitura di veicoli sostitutivi se necessario

Il rischio di rottura dell'airbag in caso di collisione è particolarmente elevato per i veicoli più vecchi, alcuni dei quali hanno oltre 20 anni. La situazione rimane in evoluzione, con la possibilità che altri costruttori debbano avviare campagne di richiamo simili nelle prossime settimane.

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