Gli scioperi in Francia e i tagli decisi dall'OPEC+, potrebbero comportare un aumento del prezzo dei carburanti. Dopo alcune settimane in cui i costi di benzina e diesel sulla rete italiana erano rimasti stabili, e anzi avevano subito ribassi anche grazie al taglio delle accise, si fa sempre più concreto il rischio rincari.
In Francia, le agitazioni dei lavoratori del settore, che proseguono da oltre sette giorni, stanno interrompendo la consegna di prodotti petroliferi della TotalEnergies. La protesta indetta dal sindacato CGT (Confederazione generale del lavoro), fa parte di un’azione più ampia che riguarda tutto il settore energetico d’oltralpe, e nasce dalla richiesta di una retribuzione più elevata, necessaria per contrastare la crescente inflazione.
Un portavoce della TotalEnergies ha assicurato che gli scioperi non comporteranno una carenza di carburante, poiché la società ha accumulato delle scorte; mentre la Exxon Mobile ha dovuto limitare la fornitura di prodotti raffinati ai propri clienti.Anche il sindacato dell’industria chimica nazionale (FNIC-CGT) si è schierato dalla parte dei lavoratori, suggerendo che i blocco della produzione possa continuare.Ma c’è di più, al livello internazionale. Lo scorso 5 ottobre, ha avuto luogo a Vienna, per la prima volta di persona da marzo 2020, una riunione dell’ OPEC+. Nei giorni scorsi il principale produttore dell’organizzazione, l’Arabia Saudita, aveva affermato che nell’attuale contesto di calo del prezzo del petrolio, avrebbe valutato di limitarne la produzione. Quanto anticipato ha poi avuto luogo, ed è arrivato l’annuncio del più grande taglio delle forniture dal 2020, in vista dell'embargo dell'Unione Europea sull'energia russa. Tale decisione sta creando preoccupazione per la mancanza di forniture e ha dato via ad un’impennata dell’inflazione. La scelta ha inoltre ampliato una spaccatura diplomatica tra il blocco sostenuto dai sauditi e le nazioni occidentali, che temono che l'aumento dei prezzi dell'energia danneggerà la fragile economia globale.
Il costo del Brent ha raggiunto i 139,13 dollari al barile a marzo, il più alto dal 2008, dopo che la guerra in Ucraina ha suscitato timori per la possibile perdita della fornitura di petrolio russo.
Questa decisione dell'OPEC+ di rivedere al ribasso la produzione, ha innescato una forte risposta anche da parte di Washington, che ha criticato l'accordo, definendolo "miope". La Casa Bianca ha affermato che il presidente Joe Biden continuerà a valutare se rilasciare scorte strategiche di petrolio per abbassare i prezzi.
Guardiamo i costi dei carburanti in Italia secondo Quotidiano Energia, sperando non presentino variazioni di rilievo nei giorni a seguire.
Per la benzina, il prezzo medio in modalità self si attesta a 1,639 euro/litro. Invece il prezzo del diesel ha un costo medio pari a 1,744 euro/litro. Per quanto riguarda il servito, il prezzo medio della benzina è di 1,793 euro/litro; la media del diesel è ha raggiunto il prezzo di 1,895 euro/litro. Per il Gpl invece il costo si attesta tra 0,789 e 0,812 euro/litro, e infine il prezzo del metano si posiziona in media tra 2,891 e 3,561 euro/kg.