Il Governo italiano sta pianificando una profonda trasformazione dell'intero sistema autostradale, con cambiamenti che potrebbero incidere significativamente sulla gestione dei pedaggi e sull'efficienza infrastrutturale. Al centro dell'attenzione c'è la nuova visione che prevede la creazione di una tariffa unica nazionale per tutti gli utenti della rete autostradale, una novità assoluta che sembra destinata a standardizzare i costi di viaggio su scala nazionale.
Un recente allegato del Documento di Economia e Finanza (Def) ha messo in luce come il Ministero delle Infrastrutture stia lavorando con dedizione a questa riforma organica, il cui scopo è realizzare una più giusta distribuzione economica tra i vari tratti autostradali e garantire gli investimenti necessari per riqualificare l'infrastruttura. L'approccio del Governo punta a un equo bilanciamento dei rischi tra i diversi attori coinvolti, promuovendo al contempo la concorrenza e l'apertura del mercato.
Un aspetto innovativo di questa riforma riguarda l'introduzione di un meccanismo basato sui "costi mediani", che prenderebbe in considerazione anche la qualità del servizio offerto, includendo fattori come eventuali ritardi dovuti a lavori in corso, il traffico, il livello di incidentalità e altre variabili. Ciò rappresenta uno sforzo per allineare più strettamente i pedaggi ai disservizi effettivamente sperimentati dagli utenti.
La questione degli investimenti è cruciale per i gestori delle autostrade, poiché le tariffe correnti riflettono anche l'impegno economico profuso per costruire e mantenere ciascuna infrastruttura. Tuttavia, sorgono interrogativi sulla possibilità di armonizzare queste tariffe senza compromettere la qualità e la sicurezza delle autostrade, un elemento essenziale per la nuova società Autostrade dello Stato, che potrebbe fungere da modello per una futura gestione statalizzata dell'intera rete autostradale italiana.