Le auto a metano e a GPL rappresentano una valida soluzione per chi è alla ricerca di una vettura dotata di un'alimentazione "pulita" in termini di emissioni di CO2. Queste particolari tipologie di motorizzazioni offrono infatti diversi vantaggi che non possono essere sottovalutati, soprattutto in un'epoca dove sono presenti regole sempre più stringenti per quanto riguarda le emissioni di CO2; in altre parole, rappresentano una valida alternativa alla mobilità anche in un momento dove le varianti ibride ed elettriche sono in forte crescita.
Il parco auto italiano è in parte costituito da auto con alimentazione a metano o GPL, e non escludiamo che la diffusione sia stata accelerata dal basso costo di rifornimento opposti al progressivo aumento dei costi della benzina. Congiuntamente alla manutenzione ordinaria che è opportuno effettuare regolarmente su qualunque mezzo di proprietà, la revisione del veicolo si pone come vero e proprio obbligo di legge. Nel dettaglio, la revisione è richiesta con modalità che dipendono dall’utilizzo del mezzo, dalla sua funzione e dalla sua immatricolazione. Non a caso, infatti, l’attuale normativa sulla revisione auto prevede un controllo periodico finalizzato ad assicurare le necessarie condizioni di sicurezza. Nello specifico caso delle vetture a metano e GPL, queste richiedono apposita manutenzione e revisione delle bombole al fine di garantire la giusta sicurezza per tutti i passeggeri. Vediamo nel dettaglio quando bisogna effettuare la revisione delle bombole metano e GPL ed i relativi costi.
Revisione bombole metano: quanto va effettuata?
É importante sottolineare che le vetture con alimentazione a gas richiedono particolare attenzione al fine di scongiurare eventuali malfunzionamenti e conseguenti pericoli per le persone. A tal proposito, è innanzitutto fondamentale sapere se le bombole sono omologate secondo normativa nazionale (DGM) oppure secondo normativa europea (R110 ECE/ONU). Nel primo caso, infatti, la revisione dell’impianto dell’auto va effettuata ogni cinque anni. Nel caso in cui l’omologazione sia R110 ECE/ONU è necessario invece proseguire alla prima revisione dopo quattro anni dall’immatricolazione della vettura e, in seguito, dopo due anni. A tal proposito ci sono però importanti novità: grazie all'entrata in vigore del decreto 13/5/2022 sono state modificate le tempistiche per revisionare le bombole CNG4, installate sui veicoli di categoria M1 e N1. La riqualificazione deve dunque essere operata ogni quattro anni salvo diversa indicazione del produttore.
Per venire a conoscenza del tipo di omologazione scelta per le bombole a metano, è possibile controllare il cartellino GFBM rilasciato dopo l’installazione dell’impianto e dei conseguenti collaudi, presente nel vano motore. Questo permetterà dunque di conoscere marca, numero, capacità e la data di scadenza del collaudo della bombola.
Quali sono i costi di revisione dell’impianto a metano?
É innanzitutto importante ribadire che la revisione dell’impianto a metano può essere effettuata recandosi presso i centri di collaudo autorizzati GFBM, tenendo in considerazione che, nel caso di omologazione europea, l’installatore abilitato deve essere in possesso dell’attestazione CUNA.
Per quanto riguarda il costo, la revisione in sé è gratuita visto l’addizionale già presente sul prezzo del metano. Il proprietario dell’auto deve pertanto farsi carico dei costi di manodopera, smontaggio, installazione delle bombole revisionate e sostituzione elettrovalvole per un totale di circa 70/100 euro a bombola.
Con riferimento alle bombole omologate con normativa italiana, soggette a revisione ogni 5 anni, il costo medio è pari a circa 10 euro a bombola, mentre per quanto riguarda quelle con omologazione europea il costo varia a seconda del modello della vettura.
In cosa consiste la revisione?
La revisione delle bombole a metano consiste in alcuni test per verificare capacità e prestazioni, in modo da garantire sia la sicurezza della circolazione stradale sia per i passeggeri del veicolo; tale procedura può rivelarsi fondamentale dal momento in cui un veicolo non collaudato potrebbe essere causa di incendi e mettere a repentaglio la vita del conducente e dei passeggieri.
Nel momento in cui il veicolo deve essere sottoposto per legge a revisione, la prima mossa del revisore sarà quella della pesatura delle bombole in modo tale da ponderare eventuali alleggerimenti del materiale e danneggiamenti dell’impianto, alcune volte legati a fenomeni di corrosione interna. Segue un’ispezione interna ed esterna destinata alla verifica dell’effettiva capienza delle bombole che, a causa di fenomeni di erosione, potrebbero perdere parte della propria capacità di contenere il gas metano. Successivamente, il collaudo viene effettuato mediante l’uso di ultrasuoni e tramite pressione idrostatica a 300 bar. Tali passaggi si pongono dunque come presupposto per la completa revisione dell’impianto metano del veicolo. Nel caso in cui le bombole dovessero risultare non idonee al superamento della revisione, si dovrà procedere alla rottamazione e sostituzione delle stesse; il proprietario sarà però esonerato da eventuali costi di sostituzione nell’impianto. Ricordiamo inoltre che la normativa europea impone la sostituzione delle bombole una volta superato il limite di 20 anni dall’installazione.
Revisione bombole GPL: quando va effettuata?
Per quanto riguarda le vetture dotate di bombole di GPL, la revisione va fatta dopo 4 anni dall’immatricolazione e, successivamente, ogni due anni, come le auto a metano con omologazione europea. Per tali veicoli, è tuttavia richiesta la revisione dell’intero impianto GPL, e dunque non solo delle bombole, che richiedono invece un cambio con cadenza decennale. Non a caso, le auto a GPL dispongono di un impianto collaudato e dunque munito di apposite elettrovalvole necessarie a garantirne la sicurezza contro eventuali malfunzionamenti. Sarà dunque cura del proprietario recarsi presso uno specialista autorizzato che procederà con la sostituzione entro i termini stabiliti.
Quali sono i costi di revisione dell’impianto GPL?
Il costo della revisione dell’impianto GPL varia a seconda del luogo in cui ci si rechi per effettuarle. In tal caso, infatti, la Motorizzazione richiede un costo di di 45 euro con bollettino postale e prenotazione della revisione mediante domanda con modello TT2100. Nel caso in cui si decida invece di recarsi presso un’officina autorizzata, il costo da sostenere sarà pari a 67 euro. A tali costi sarà necessario includere quello di eventuali sostituzioni, importo che può variare a seconda della regione e che può attestarsi tra i 300 e i 500 euro.
In cosa consiste la revisione?
Durante la revisione dell’impianto GPL, sarà inevitabilmente necessario effettuare il controllo generale di alcuni parametri, come la regolarità del gas di scarico e rumori. Cosi come nel caso delle bombole a metano, in caso di rilevamento di eventuali malfunzionamenti si dovrà procedere alla sostituzione del filtro GPL o del riduttore.
Sanzione per bombole scadute
É chiaro che la revisione delle bombole di metano o GPL non è sostitutiva a quella del veicolo ma aggiuntiva, in quanto lo scopo è quello di verificare nello specifico il funzionamento delle bombole e non lo stato generale dell’auto. Bisogna prestare dunque attenzione alle bombole scadute considerando che chi viene coinvolto in un rifornimento di una auto con bombole di metano a revisione scaduta riceverà una sanzione.
L’art. 80 del Codice della Strada stabilisce, al comma 14:
Chiunque circola con un veicolo che non sia stato presentato alla prescritta revisione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 173 euro a 694 euro.
A prescindere dunque dalle motivazioni economiche e pratiche, comprare una vettura a Gpl o a metano non è proprio la stessa cosa, basti pensare alle operazioni di manutenzione che abbiamo elencato. A tal proposito, ricordiamo che con il nuovo decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti pubblicato in Gazzetta Ufficiale non vi è più l’obbligo di collaudare l’installazione dei ganci traino cosi come la sostituzione dei serbatoi Gpl nelle sedi della Motorizzazione Civile. In questi casi sarà dunque necessaria solamente una dichiarazione di esecuzione dei lavori a regola d’arte da parte di un’officina accreditata dal Ministero dei trasporti congiuntamente all’aggiornamento della carta di circolazione.