Il marchio francese ha intenzione di opporsi alle proposte della Commissione europea relative al divieto di vendita di veicoli ibridi nel 2035, suggerendo una tempistica più realistica. La notizia giunge direttamente dal Salone di Monaco, dove il direttore della ricerca e sviluppo Gilles Le Borgne ai microfoni di Autocar ha affermato che il 2040 potrebbe essere un intervallo decisamente più facile da raggiungere, soprattutto per Dacia e alcuni modelli del marchio Renault.
Per Le Borgne ci sarebbero diversi aspetti da tenere in considerazione prima di passare interamente alla mobilità elettrica; in primo luogo non è ancora chiaro se ci sarà un’infrastruttura adeguata a ricaricare tutti i veicoli previsti e non si sa se le vetture elettriche saranno davvero apprezzate, dal momento che ora è possibile comunque acquistare valide alternative ibride (di varia natura). L’ultimo aspetto riguarda la filiera: non tutti i produttori sono ancora pronti a trasformare e rivoluzionare le catene di montaggio: sebbene manchino più di 10 anni, la transizione richiede un notevole sforzo economico.
Renault con Dacia e Alpine sarà pronta alla transizione ecologica ma quale sarà il prezzo che si troverà a pagare? Il tema della “singola scelta” è stato affrontato in più occasioni anche da altri produttori che sostengono che mantenere una sola alternativa dopo il 2030 possa risultare anche controproducente. Sebbene al momento il mercato dell’elettrico sia in continua crescita, la quantità di veicoli circolanti è ancora decisamente contenuta complice i prezzi non alla portata di tutti, gli incentivi non sempre disponibili e l’incertezza sull’infrastruttura.
La possibilità di commercializzare ancora veicoli ibridi potrebbe fornire una valida alternativa e assicurare un passaggio più dolce verso l’elettrico, quasi una planata. In futuro, oltre all’elettrico puro, potremmo assistere all’arrivo anche di ulteriori vetture a idrogeno; una tecnologia che ad oggi fatica a prendere piede nel nostro paese complice la quasi totale assenza di strutture di ricarica e un prezzo di accesso decisamente proibitivo. Tra gli ideali principali di società ricordiamo che c’è proprio la libertà di movimento e, a meno che non sia accessibile a tutti, la transizione energetica potrebbe avere anche un impatto indesiderato; le persone hanno le necessità di muoversi e non tutte potrebbero essere d’accordo nell’adottare un veicolo elettrico.
Difficile immaginare quale sarà la risposta dell’Europa e se ci sarà la possibilità di dialogo. Ricordiamo che prima della transizione alle auto a batteria arriverà lo standard Euro 7 nel 2025 che, nonostante le recenti modifiche, appare ancora decisamente restrittivo e pertanto di difficile applicazione.