Prova, Mini Cooper S: senza chip è bella ugualmente?

Mini Cooper S 5 porte è la variante "spaziosa" della compatta pepata famosa ormai da diversi anni; l'abbiamo provata per un breve periodo.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Sappiamo quanto sia dura acquistare un’automobile nuova oggi, non solo per i tempi di attesa superiori alle media che, in alcuni casi, possono andare oltre l’anno, ma anche perch
é la mancanza di chip, non ancora risolta, costringe molto produttori a limitare le dotazioni di bordo, facendo un piccolo salto indietro nel tempo. Ho passato il mese di agosto in compagnia di una Mini Cooper S 5 porte, quasi full-optional, mancante tuttavia di alcuni accessori e comodità a cui eravamo abituati. Non so quali e quante di queste rinunce siano date dalla mancanza di chip, o se alcune siano frutto di scelte del produttore, ma
è stata l’occasione per interrogarmi su quante comodità o tecnologie siano realmente oggi irrinunciabili.
 

La Mini provata era la versione Cooper S, con motore Turbo a benzina da 2 litri e quattro cilindri in grado di erogare 178 CV, affiancato al solito cambio elettronico a doppia frizione e sette rapporti, l’unica scelta disponibile. La Mini era in versione “Yours”, un pacchetto da 3300 euro di base, principalmente estetico che include interni in pelle e cerchi da 18” (nel nostro caso la scelta di verniciatura e cerchi ha fatto lievitare il prezzo a 4200 euro). Oltre questo punto ho avuto un po’ di difficoltà nel capire la reale dotazione tecnologica, poiché sul sito di Mini sono presenti due pacchetti, un “Premium Package” e un “Premium Package Plus”, il primo incluso mentre il secondo richiede un esborso aggiuntivo di 4800 euro. Tuttavia, considerando la dotazione di comfort e tecnologia realmente a bordo, sembra un mix tra i due pacchetti. 

In poche parole, erano presenti le tre modalità di guida, il display centrale con navigatore, la videocamera di parcheggio coni vari sensori, mentre non c’era l’HUD, i sedili erano manuali e non c’erano le palette a volante. Disponibile invece CarPlay / Android Auto, due soluzioni ormai immancabili nell’era moderna. 

Cooper S è sempre in grado di restituire l’esperienza di guida Mini, anche su questa cinque porte, quindi una sensazione rigida da go-kart, senza tuttavia diventare troppo dura su dossi e asperità del manto stradale. Il baule è limitato a poco meno di 300 litri, ma è possibile triplicare la capienza abbattendo i sedili posteriori. Le due porte aggiuntive offrono un po’ di comodità in più quando si viaggia fino a quattro persone, e in realtà rappresentano un vantaggio anche quando si vuole caricare più facilmente qualcosa sui sedili posteriori. Dietro si viaggia comodi fino a circa 1,80 metri di altezza o poco più. 

La mancanza della regolazione elettrica dei sedili non si sente, soprattutto perché le cinque porte non richiedono di abbassare lo schienale del sedile anteriore. Si sente invece molto la mancanza di un sistema di infotainment avanzato; quello basilare non è particolarmente entusiasmante, la maggior parte delle schermate riportano informazioni già presenti nel piccolo schermo della strumentazione, mentre il navigatore è forse oggi qualcosa di superato a cui si tende fare sempre meno riferimento a favore dei sistemi integrati nello smartphone. La riproduzione musicale delegata alla connettività Bluetooth, e nonostante Mini integri il riconoscimento di alcune applicazioni, tra cui Spotify e Audible, per un controllo più integrato, non sempre il funzionamento è indolore. Ad esempio i controlli di Audible non permettevano di mettere in pausa la riproduzione audio, quindi dovevo sempre tenere a portata di mano lo smartphone. 

La dotazione ADAS era limitata a un cruise control (non adattivo) con frenata di emergenza.  Un po’ poco per gli standard attuali, soprattutto considerando il prezzo di circa 40mila euro, sufficiente per pretendere qualcosa di più, quantomeno la parte adattiva del controllo di velocità. 

L’esperienza quotidiana 

Salgo a bordo di Mini, allaccio la cintura e accendo il motore, con la classica levetta al centro della plancia, un gesto molto speciale su Cooper S che è sempre un piacere fare. Il rombo del motore e degli scarichi, se così si può definire, è ormai limitato dalle normative europee, e dobbiamo farcene una ragione. Non è come qualsiasi altra auto, ma è lontana dai desideri di chi vuole un’auto dal sound veramente sportivo. 

Innesto la marcia e in modalità di guida standard Mini Cooper S è morbida ma progressiva e con uno spunto sempre buono tra le strade di città. Per la maggior parte dei viaggi ho impostato la modalità Eco, che rende tutto meno reattivo, ma per una strada diritta e trafficata ha poco senso continuare ad accelerare e frenare. In questa modalità è possibile arrivare a percorre anche i 18 chilometri al litro, anche se un valore di circa 16 è più normale. Arrivato a una strada fuori città è bello inserire la modalità Sport che mette a disposizione tutta la cavalleria ma soprattutto mantiene il motore a giri elevati per una ripresa più repentina. L’accelerazione è certamente buona, ma non è mai estrema e non strappa mai, al contrario si sente la mancanza di un po’ più di aggressività, che si ottiene passando al cambio sequenziale. È in questi momenti che si sente la mancanza dei paddle al volante, poiché usare la leva del cambio è tutt’altro che ottimale, proprio per la sua posizione ribassata che mi costringe ad assumere una posizione di guida meno sportiveggiante. 

Raggiungo l’imbocco dell’autostrada in modalità “normale”, ma una volta in viaggio inseriscono nuovamente la modalità Eco, ed è qui che si desidera qualche automatismo in più. Il cruise control classico non è ormai più sufficiente in autostrada, voglio almeno il mantenimento della velocità, e mi ritrovo a inserire e disinserire il cruise control continuamente, sbagliando ogni tanto a pigiare il comando a volante e inserendo il limitatore di velocità. Se per qualche motivo non siete interessati a Apple CarPlay, purtroppo bisogna tenere lo smartphone sempre a portata di mano, a meno che non siate ancora abituati ad ascoltare solo la radio e vi accontentiate del navigatore integrato.  

Le porte posteriori sono comode, e non “rovinano” la linea di Mini 3 porte. Forse è un po’ meno “Mini”, ma dopo tutte le versioni più grandi ormai sono altri gli elementi che definiscono la Cooper.  

Verdetto 

Cooper S 5 porte incarna tutto lo spirito di Mini, offrendo un po’ di comodità in più. Non avrete un bagagliaio più spazioso, che è limitato all’uso cittadino o un weekend fuori porta. L’esperienza di guida Mini è sempre la stessa, l’auto è rigida al punto giusto e vi permette di essere scattanti nelle curve, senza diventare veramente un’auto sportiva con cui andare oltre il limite. La mancanza di ADAS avanzati si sente soprattutto nel caso di viaggi lunghi e in autostrada, mentre passa praticamente inosservata in città. L'assenza invece di un sistema di infotainment migliore si sente sempre, a meno che non sia ancora “vecchio stile”, cioè vi accontentate dell’autoradio o del bluetooth. 

Il prezzo di circa 40mila euro è difficile da digerire viste alcune mancanze in termini tecnologici e di comfort, anche se in realtà non impattano veramente sull’esperienza di guida e di usabilità quotidiana. Vi consigliamo di fare un doppio controllo con il concessionario della dotazione prima dell’acquisto. 

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