Porsche potrebbe abbandonare il mercato EV in Cina

Il CEO Oliver Blume non esclude il ritiro delle auto elettriche dalla Cina entro 2-3 anni per concentrarsi sui motori a combustione

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il mercato cinese, un tempo eldorado per i marchi automobilistici di lusso occidentali, sta mostrando segnali di crisi che colpiscono anche i colossi più prestigiosi. Porsche, simbolo dell'eccellenza automobilistica tedesca, affronta una contrazione drammatica delle vendite in Cina, con un calo del 28% nel 2024 che ha ridotto i numeri a 79.283 vetture. Il primo trimestre del 2025 ha registrato un ulteriore peggioramento, con una flessione del 42% e appena 9.471 unità consegnate. Una situazione che solleva interrogativi sul futuro della casa di Stoccarda nel mercato più popoloso del pianeta, dove i produttori locali stanno rapidamente conquistando terreno, soprattutto nel segmento delle auto elettriche.

Il problema non riguarda l'appeal dei modelli iconici come la 911, che mantiene intatto il suo fascino. La vera difficoltà per Porsche risiede nell'impossibilità di competere con i costruttori cinesi nel settore dei veicoli elettrici. Aziende come Xiaomi offrono auto elettriche a prezzi decisamente più accessibili, alcune delle quali vantano prestazioni superiori alla Taycan o alla Macan elettrica. Un esempio emblematico è la Xiaomi SU7 Ultra, che con i suoi impressionanti 1.548 cavalli viene proposta sul mercato cinese a 529.900 yuan (circa 73.000 dollari), mentre una Taycan base da 402 CV costa 918.000 yuan (126.000 dollari).

Durante il suo intervento all'Auto Shanghai 2025, l'amministratore delegato di Porsche Oliver Blume ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto tremare gli appassionati: "Vedremo nei prossimi due o tre anni se Porsche continuerà ad esistere come marchio elettrico in Cina". Blume, che guida anche il Gruppo Volkswagen, ha ammesso che le vendite di veicoli elettrici Porsche in Cina sono "relativamente basse", confermando una crisi che sembra difficile da invertire.

Il top manager ha chiarito che l'azienda non intende rincorrere i volumi di vendita a scapito dell'esclusività, mantenendo prezzi "appropriati per Porsche". Di conseguenza, né la nuova Cayenne elettrica in arrivo quest'anno, né la futura erede elettrica della 718 saranno economicamente più accessibili per il mercato cinese.

Blume non considera Xiaomi un concorrente diretto, sostenendo che, nonostante la potenza bruta, le sue auto elettriche più economiche non possono eguagliare le "capacità di guida" di una Porsche. Una posizione che riflette l'orgoglio del marchio tedesco ma che potrebbe rivelarsi insufficiente in un mercato sempre più competitivo dove i costruttori locali godono di vantaggi significativi: accesso privilegiato alle materie prime e costi di manodopera inferiori.

Strategie divergenti nel mercato cinese

A differenza di altri marchi premium come BMW, Mercedes, Audi e persino Jaguar, Porsche ha scelto di non investire in modelli specifici per il mercato cinese. I principali concorrenti hanno da tempo puntato su berline e SUV a passo lungo per aumentare lo spazio per i passeggeri posteriori, una caratteristica molto apprezzata dai clienti cinesi. Audi ha recentemente fatto un passo ulteriore lanciando AUDI (scritto in maiuscolo) come sub-brand completamente elettrico.

Il gruppo Volkswagen ha annunciato piani per introdurre 20 modelli ibridi plug-in ed elettrici in Cina entro la fine del 2027, ma da Porsche non sembrano esserci progetti per prodotti localizzati. Un nuovo SUV a benzina che sostituisca la Macan avrebbe senso in questo contesto, ma non è previsto fino alla fine del decennio. Altri produttori di lusso tradizionali si sono adattati per mantenere la loro quota di mercato, come dimostrano i minivan di lusso quali Lexus LM, Buick GL8 e Volvo EM90.

La realtà che emerge è quella di un mercato cinese che sta rimodellando gli equilibri globali dell'industria automobilistica. Alcuni costruttori internazionali, riconoscendo l'impossibilità di competere direttamente con i marchi locali, hanno optato per rafforzare alleanze strategiche sul territorio. Per Porsche, che ha costruito la sua reputazione sull'esclusività e l'identità inconfondibile, la sfida si preannuncia particolarmente complessa.

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