Un nuovo studio condotto dall'Università di Southampton nel Regno Unito ha rivelato che le emissioni delle pastiglie dei freni delle auto potrebbero essere più dannose per la salute dei polmoni rispetto ai gas di scarico diesel. La ricerca ha esaminato gli effetti delle particelle emesse da diversi tipi di pastiglie freno, scoprendo che quelle organiche non contenenti amianto, ampiamente utilizzate, sono risultate le più tossiche.
Questa scoperta mette in discussione l'idea che i veicoli elettrici (EV) siano completamente privi di emissioni nocive. Sebbene gli EV non producano gas di scarico, generano comunque polveri dei freni e, essendo più pesanti dei veicoli a combustione interna, potrebbero emettere una maggiore quantità di particelle per ogni frenata. Tuttavia, le EV utilizzano prevalentemente il freno motore, consumando, in media, i freni in misura minore rispetto a un'automobile con motore a combustione.
Attualmente, le emissioni non provenienti dal tubo di scarico, come quelle dei freni e degli pneumatici, sono scarsamente regolamentate a livello globale. Gli scienziati hanno riscontrato che le pastiglie freno organiche non contenenti amianto, sviluppate per sostituire quelle contenenti amianto, contengono fibre di rame che possono essere collegate a malattie polmonari come cancro, asma e malattie polmonari croniche.
I dati evidenziano che le particelle provenienti dalle pastiglie freno di tipo non amianto-organico (NAO) e da quelle ceramiche inducono gli effetti più pronunciati. Tali particelle, infatti, presentano concentrazioni di rame significativamente maggiori rispetto ad altri tipi di pastiglie e al particolato diesel. L’eccesso di rame porta a un aumento della produzione di specie reattive dell’ossigeno, con conseguente stress ossidativo, come confermato dall’incremento dell’espressione dei geni HMOX1 e GCLM.
I risultati dello studio sottolineano come il particolato derivato dall’usura dei freni, in particolare quello arricchito di rame, possa avere effetti deleteri superiori a quelli del particolato di scarico diesel. La combinazione di stress ossidativo, risposta infiammatoria e attivazione pseudoiossica del fattore ipossico (HIF) suggerisce che l’esposizione a tali particelle possa contribuire allo sviluppo di patologie croniche polmonari, tra cui fibrosi, cancro e altre malattie correlate all’inquinamento atmosferico.
Questo lavoro evidenzia la necessità di rivedere le normative vigenti, attualmente focalizzate principalmente sulle emissioni di scarico, e di includere regolamentazioni specifiche per le emissioni non di scarico, con particolare attenzione alla composizione chimica dei materiali di usura dei freni.
Alcuni stati americani come California e Washington hanno già approvato leggi per ridurre il contenuto di rame nelle pastiglie dei freni, principalmente per proteggere la vita acquatica. In Europa, le nuove normative Euro 7 che entreranno in vigore nel 2026 inizieranno a limitare le emissioni di polveri dei freni, ma probabilmente riguarderanno solo le auto nuove.
Questa ricerca evidenzia la necessità di considerare tutte le fonti di emissioni dei veicoli, non solo quelle provenienti dal tubo di scarico, per migliorare la qualità dell'aria e proteggere la salute pubblica. La transizione verso la mobilità elettrica, pur rappresentando un passo importante, non eliminerà completamente l'inquinamento legato ai trasporti su strada ma lo ridurrà comunque sensibilmente.
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