Polestar arriva in Italia con due modelli elettrici, nuova rivale di Tesla?

Polestar si prepara a sbarcare in Italia e sfidare Tesla: per l'occasione abbiamo intervistato l'AD Italia Alexander Lutz.

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a cura di Francesco Daghini

Ormai da qualche anno sentiamo parlare di Polestar, marchio nato da Volvo oggi specializzato in auto 100% elettriche realizzate con una particolare cura verso i dettagli di allestimento, i materiali utilizzati, e in generale il feeling che l'auto dà a chi la utilizza. Tra pochi mesi Polestar farà il suo ingresso sul mercato italiano e andrà ad attaccare una fascia del mercato dove oggi l'unica proposta è rappresentata dai modelli di Tesla e pochi altri; per scoprire quali sono i piani di Polestar per il mercato italiano abbiamo intervistato l'Amministratore Delegato di Polestar Italia, Alexander Lutz.

Polestar, così come tutti gli altri produttori automobilistici, sta vivendo un periodo difficile per quanto riguarda l'approvvigionamento delle componenti e dei materiali necessari a produrre le proprie auto, ma nonostante le difficoltà di produzione l'azienda si sta preparando a portare in Italia due modelli: la Polestar 2, una berlina di medie dimensioni diretta rivale della Tesla Model 3 di cui sono già stati venduti 55.000 esemplari in tutto il mondo, e la Polestar 3, il nuovo modello di SUV 100% elettrico a 5 porte che Polestar ha svelato da poco. Il marchio di origini svedesi si sta preparando anche all'apertura di due showroom, uno a Milano e uno a Roma, dove mostrerà e venderà le sue auto ai clienti interessanti, ma l'intenzione è quella di offrire quanto prima una formula di acquisto online con consegna direttamente a casa: "Polestar si integra nella vita del cliente, non il contrario", queste le parole pronunciate da Lutz durante l'intervista condotta dal nostro Andrea Ferrario, come a sottolineare che l'esperienza di acquisto e di utilizzo di una Polestar sia progettata per integrarsi alla perfezione nella nostra vita quotidiana, senza creare fastidi.

Tornando invece sul discorso delle difficoltà nella produzione, l'Amministratore Delegato di Polestar Italia ha sottolineato come anche Polestar abbia incontrato gli stessi problemi di tutti gli altri produttori (che riassunti in poche parole sono: Covid, crisi dei microchip, guerra in Ucraina), ma grazie alla forza del gruppo Geely che sta alle spalle di Polestar - così come di Volvo e di Lotus, per citarne solo alcuni - è stato possibile ovviare ai problemi di produzione e logistica, e oggi l'azienda guarda al futuro con il giusto ottimismo, indicando nella fine del 2023 il periodo in cui la produzione potrà tornare alla normalità. Fortunatamente, spiega Lutz, gli obiettivi di Polestar sono sì ambiziosi, ma non prevedono numeri incredibili per quanto riguarda le vendite: a differenza di altre realtà della mobilità elettrica che promettono milioni di veicoli consegnati ogni anno, Polestar si può permettere di lavorare in un modo più esclusivo e curato, dando vita ad auto maggiormente rifinite ma inevitabilmente in minor quantità.

Ai nuovi clienti però la cura dei dettagli e la scelta dei materiali non basta certo, ci vuole alle spalle una solidità e un piano molto chiaro per quanto riguarda l'arricchimento dell'infrastruttura di ricarica: in questo Tesla è stata grande maestra, capace di progettare e diffondere le proprie colonnine di ricarica Supercharger ancora prima che le auto fossero disponibili sul mercato. Ovviamente Polestar non ha in programma di dare vita alla propria infrastruttura di ricarica (per una questione di conoscenze tecniche, il marchio non si sente in grado di dare vita a un'infrastruttura di questo tipo, ma anche per una questione di inclusività - oggi bisogna ampliare una rete che sia aperta a tutti, e non esclusiva come lo è stata quella di Tesla per tanti anni), ma come tutti i produttori di auto elettriche offre importanti vantaggi ai propri clienti grazie a partnership con fornitori di energia: Polestar collabora infatti con Ionity, e offre a tutti i propri clienti una tariffa scontata per la ricarica alle colonnine 'Fast Charging' in corrente continua, ma secondo l'azienda per sconfiggere l'ansia da autonomia che affligge i nuovi clienti di auto elettriche c'è bisogno di una maggior pianificazione sulla ricarica casalinga o in ufficio - se manca uno di questi due punti di ricarica, la vita con un'auto elettrica può diventare complicata. Le colonnine di ricarica 'Fast Charging' sono la soluzione adatta a quando si vuole viaggiare su lunghe percorrenze, ma non possono e non devono essere la soluzione di ricarica quotidiana sia per una questione di costi sia di salute della batteria.

Sempre parlando di lunghe percorrenze, l'AD di Polestar ci tiene a sottolineare come tutti i dati di percorrenza chilometrica comunicati dall'auto e dalle brochure di presentazione dei modelli Polestar siano dati reali, ottenuti da test svolti dalla compagnia stessa, che ha deciso di non comunicare i dati di percorrenza WLTP che spesso traggono in inganno i clienti: così facendo, quando il sistema dell'auto indica che è possibile percorrere 400 km si avrà la certezza di poter effettivamente andare così lontano.

In Italia c'è ancora tanta disinformazione e tanta diffidenza nei confronti delle auto elettriche, ed è proprio per questo motivo che Polestar - oltre a offrire formule di acquisto classiche - offrirà in futuro anche la possibilità di sottoscrivere abbonamenti di qualche mese, permettendo quindi ai potenziali clienti di conoscere l'auto e le sue particolarità in modo più approfondito; durante l'intervista Lutz ha sottolineato come un test drive di una mezz'ora sia sufficiente soltanto a farti provare le sensazioni di guida, e che nemmeno un weekend sia sufficiente per conoscere davvero un'auto. Per capire i benefici e la comodità della mobilità elettrica bisogna viverci dentro per almeno qualche mese, ed è quello che sarà possibile fare grazie alle forme di abbonamento che verranno offerte.

Guardando invece al futuro della mobilità elettrica, Polestar ha deciso di collaborare con l'israeliana StoreDot, azienda che tra le altre cose sta sviluppando un sistema di ricarica ultra-rapido in grado di aggiungere 160 km di autonomia alla batteria in appena 5 minuti di ricarica; si tratta del primo investimento che Polestar fa, in qualità di azionista, in un'altra azienda e insieme alla diffusione delle batterie allo stato solido che avverrà nei prossimi anni queste soluzioni porteranno ad avere tempi di ricarica drasticamente ridotti rispetto a quelli attuali, e molto più simili al tempo che si impiega per fare un pieno di carburante alla pompa di benzina.

L'altra grande partnership di Polestar, derivata da quella di Volvo, è con Google e più nello specifico con Android Auto: Polestar ha deciso di puntare tutto su Android Auto nella sua versione più ricca e completa perché crede molto nella capacità di Google di sviluppare interfacce intuitive e comode da utilizzare per chiunque, senza bisogno di leggere o esplorare i menù in anticipo. Gli utenti Apple però non devono disperare, perché sulla Polestar 2 è appena stata integrata la compatibilità con Apple CarPlay, così da non scontentare nessuno. La partnership tra Polestar e Google è destinata a rafforzarsi sempre più negli anni a venire, con il marchio svedese che ha tutte le intenzioni di proseguire nell'utilizzo di un OS di Google per il suo sistema di infotainment, riconoscendo il fatto di non essere nelle condizioni di sviluppare un software altrettanto valido: "abbiamo troppe cose a cui pensare, è meglio scegliere un partner valido", queste le parole, chiarissime, dell'AD Alexander Lutz in merito alla decisione di collaborare con Google.

Polestar ha le idee chiarissime su cosa c'è da fare per avere successo in Italia, ora non ci resta che attendere ancora qualche mese per scoprire come si diffonderanno queste auto elettriche molto interessanti.

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