La rivoluzione elettrica cinese ha preso il sopravvento sul mercato globale delle auto, con una strategia di espansione che non lascia spazio a interpretazioni. Mentre negli Stati Uniti solo l'8% delle nuove immatricolazioni riguarda veicoli elettrici, in Cina questa percentuale ha raggiunto il 45%. Una differenza abissale che equivale a un vantaggio di quasi sei volte in termini di adozione. Secondo RJ Scaringe, CEO di Rivian, questo divario non è frutto del caso ma di precise scelte industriali e politiche che hanno permesso alle aziende cinesi di dominare prima il mercato interno e poi espandersi aggressivamente all'estero.
Durante un recente incontro con Rishi Dhall, vicepresidente del settore automotive di NVIDIA, Scaringe ha analizzato le ragioni di questo squilibrio. La principale criticità del mercato statunitense risiede nella mancanza di opzioni accessibili, con appena "una o due scelte davvero convincenti" sotto i 50.000 dollari. Tesla, con Model Y e Model 3, ha conquistato una posizione dominante proprio per questa carenza di alternative valide.
Il contrasto è evidente: mentre i consumatori americani possono scegliere tra centinaia di modelli a combustione interna con diverse caratteristiche, prezzi e marchi, il segmento elettrico rimane limitato. La Cina, al contrario, ha sviluppato un ecosistema completo di veicoli elettrici a prezzi competitivi, innovando rapidamente in termini di tecnologia delle batterie e funzionalità. Per Scaringe, la soluzione è chiara: gli Stati Uniti devono moltiplicare l'offerta di veicoli elettrici per restare competitivi. Attualmente Rivian commercializza il SUV R1S e il pickup R1T, entrambi posizionati nella fascia di prezzo superiore ai 70.000 dollari, limitando notevolmente il potenziale di mercato.
Il vero punto di svolta per l'azienda americana sarà il lancio del modello R2, un SUV di medie dimensioni con un prezzo di partenza di circa 45.000 dollari, quasi la metà rispetto ai flagship attuali. Secondo il CEO, R2 trasferirà "la magia di ciò che è Rivian a quel prezzo più alto in un pacchetto leggermente più piccolo". Nonostante l'entusiasmo, Scaringe riconosce che un solo modello non può colmare il divario: serviranno "altre 10, 15, 20 opzioni" per vedere una crescita significativa nella penetrazione dei veicoli elettrici negli Stati Uniti.
Un aspetto fondamentale evidenziato da Scaringe riguarda l'architettura tecnologica dei veicoli. Negli Stati Uniti, solo due aziende - Rivian e Tesla - hanno "ridefinito l'architettura di rete" con stack tecnologici integrati verticalmente. In Cina, questo approccio è molto più diffuso, con numerose aziende che sviluppano internamente l'intero sistema. Il problema dei produttori occidentali tradizionali risiede nella frammentazione: sensori e computer provengono da diversi fornitori, rendendo quasi impossibile farli funzionare in sincronia, per non parlare degli aggiornamenti. "Per essere competitivi, bisogna avere l'impianto giusto", afferma Scaringe riferendosi all'integrazione verticale della tecnologia.
Questo approccio ha già attirato l'attenzione di importanti attori globali: Volkswagen ha recentemente avviato una joint venture con Rivian del valore potenziale di 5,8 miliardi di dollari per utilizzare il software dell'azienda americana nei suoi futuri veicoli elettrici. Nel frattempo, Rivian sta espandendo il suo impianto di Normal, Illinois, in preparazione al lancio di R2 previsto per il 2026. Una volta completati gli aggiornamenti, la capacità produttiva annuale aumenterà da 150.000 a circa 215.000 veicoli. Con l'entrata in funzione del nuovo stabilimento in Georgia, attesa per il 2028, Rivian prevede di aggiungere altri 400.000 veicoli alla sua capacità produttiva annuale.
Il modello R2 rappresenta solo l'inizio della strategia di espansione di Rivian, che prevede il successivo lancio dei modelli R3 e del tri-motore R3X. L'azienda punta a commercializzare R2 anche in mercati internazionali come l'Europa, segnando l'inizio della sua espansione globale del marchio in diretta competizione con i produttori cinesi che hanno già consolidato la loro presenza nei mercati esteri.
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