Con le auto elettriche bisogna trovare nomi più precisi

Identificare le auto elettriche sul mercato può essere più complicato del previsto, in quanto i nomi utilizzati dai marchi sono spesso fin troppo fantasiosi.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il nome di un’auto, insieme indubbiamente a tanti ulteriori aspetti, può incentivare la vendita così come limitarla. Negli anni abbiamo assistito al debutto e al mantenimento di nomi rientrati ormai nella storia, come Mustang, Camaro e Panda, e parallelamente nell’ultimo decennio anche all’arrivo di modelli sempre più incomprensibili o facilmente confondibili. Se da un lato troviamo vetture denominate son una serie di caratteri alfanumerici di varia lunghezza, dall’altra non è difficile riscontrare vere e proprie sigle spesso simili anche tra marchi differenti. Un esempio calzante arriva da Mazda e Volvo, due brand geograficamente distanti che però hanno pensato di introdurre sul mercato due SUV, per altro del medesimo segmento, chiamati rispettivamente CX-60 e XC-60. Curioso vero?

Questo fenomeno è solo peggiorato con l’arrivo dei modelli elettrici; mentre alcuni, e pochi in verità, marchi hanno fatto un ottimo lavoro mantenendoli nettamente separati dai veicoli endotermici (ma rendendoli comunque identificabili), altri non hanno fatto altro che complicare le cose. Cosa succede quindi costruttore per costruttore?

Audi: in netto miglioramento

Audi ha iniziato ad etichettare i suoi modelli ibridi ed elettrici con il marchio "e-tron" nel 2009, creando un po' di confusione negli anni successivi. Ad esempio, l'A3 e-tron era una ibrida plug-in, ma gli attuali modelli Audi PHEV non hanno più il badge e-tron. Le cose sono diventate ancora più curiose quando l’Audi e-tron è uscita nel 2018; era un SUV (qui la nostra prova), ma formalmente non aveva la lettera Q che da sempre sta ad indicare la presenza di una vettura a ruote alte. Fortunatamente ora questa vettura prende il nome di Q8 e-tron, riportando tutto alle origini.

I veicoli elettrici di Audi sono ora inseriti bene nella gamma, con una nomenclatura chiara e precisa. Q4 e-tron (ndr. non l’avrete mai vista, ma esiste) è più grande di Q3, ma a sua volta più compatta di Q5. L’Audi A6 e-tron sarà la versione a batteria della storica A6, e via discorrendo. Brava Audi.

BMW: transizione facile e indolore

Di tutti i marchi, BMW è entrata nella corsa all'elettrificazione con un certo successo. Forse grazie ad una precedente e tanto efficace nomenclatura, ma ad oggi BMW è uno dei marchi più chiari. Come ha fatto? Semplice, ha solamente aggiunto la lettera "i" minuscola davanti ai propri modelli. La Serie 7 è diventata la i7, la Serie 4 la i4 e via discorrendo. L'unica eccezione a livello globale è la BMW iX che però non ha un equivalente a benzina, pertanto, non ci sentiamo di penalizzare il voto solo per questo piccolo dettaglio.

Immaginiamo che in futuro, quando il marchio sarà totalmente elettrico, BMW possa tornare ad usare la sua classica e storica nomenclatura (Serie - nome modello); al momento i modelli elettrici e endotermici coesistono e per questo è necessaria una netta distinzione.

Ford: una delle più chiare

Il marchio dell’Ovale Blu potrebbe non avere uno schema di denominazione ripetibile per i suoi veicoli elettrici, ma al momento non sembra una reale importanza. Ford ha fatto una scelta audace elettrificando i suoi due modelli più riconoscili: F-150 e Mustang. Gli appassionati erano furiosi quando è arrivata sul mercato la Mustang Mach-E, un crossover elettrico che utilizzava il leggendario nome Mustang, ma ad oggi sembra che la strategia abbia funzionato visto il successo della vettura. Lo stesso vale per l’F-150 Lightning, che prende in prestito il nome del modello F-150 più performante mai prodotto, integrandolo perfettamente su un potente pick-up elettrico.

Hyundai e KIA: comprensibili

Hyundai e Kia hanno un approccio simile alla denominazione dei veicoli elettrici. Hyundai usa la parola "Ioniq" seguita da un numero mentre Kia utilizza "EV" anche prima di un numero. Si tratta di schemi facili da ricordare e identificare, quanto meno al momento. In futuro la situazione potrebbe complicarsi quando saranno presenti più modelli, come ad esempio la Kona che non sarà firmata con la gamma Ioniq. Sul lungo periodo troviamo sicuramente questa strategia vincente, ma al momento che ci sono anche endotermiche si potrebbe creare della confusione.

Mercedes: berline o SUV?

Mercedes segue un modello analogo a quello di altri marchi e ha introdotto il marchio EQ, che probabilmente scomparirà quando tutto il brand sarà elettrico. Lo schema di denominazione prevede quindi EQ + la classe della vettura e la parola SUV (se compete). Quindi EQS è la versione elettrica della berlina Classe S, mentre EQE SUV è la proposta a batteria del SUV (in questo caso) Classe E. Ma per EQB? Qui tutto cambia, perché EQB deriva dal GLB ma non è presente la parola SUV. Strano vero? Meglio per la gamma AMG, qui Mercedes ha eliminato i numeri (63, 55, 53 etc) e le vetture si chiamano semplicemente AMG EQE o AMG EQS. Per ora sembra funzionare, ma se in futuro ci saranno più AMG all’interno di un singolo modello potrebbero nascere problemi.

In ogni caso, Mercedes punta a semplificare e abbandonare il contrassegno già verso la fine del 2024; una scelta non casuale visto che arriverà in occasione del debutto della nuova piattaforma.

Polestar: pochi modelli ma facile confonderli

Il marchio svedese produce ad oggi ben pochi modelli ma, per qualche motivo, seguono tutti la stessa nomenclatura a prescindere dall’alimentazione. La Polestar 1 è una plug-in mentre la Polestar 2 è completamente elettrica. La Polestar 3 sarà un SUV di medie dimensioni simile al Cayenne, come segmento, mentre Polestar 4 sarà più compatto. Insomma, al momento crediamo ci sia un po’ di confusione nell’aria e pensiamo che Polestar possa, con una seconda generazione, essere un pochino più lungimirante.

Stellantis: per ora tutto bene

Il Gruppo Stellantis include diverse proposte all’interno dei marchi Abarth, Peugeot, Opel, Citroen/DS etc. Al momento la situazione sembra sotto controllo, visto che i modelli elettrici condividono tutti la lettera “e”. Si potrebbe dire che la strategia del Gruppo segue, grossomodo, quella di BMW, senza particolari sofismi.

Tesla: poca continuità

Il marchio Tesla ha avviato la commercializzazione di auto elettriche introducendo la Model S e la Model X, due vetture che seppur molto diverse condividono dimensioni abbondanti. Successivamente son arrivate la Model 3 e la Model Y, che hanno “completato” la gamma. Tesla avrebbe qui potuto continuare con la serie “Model” ma ha preferito con il suo pick-up trovare un nome completamente diverso. Cybertruck è solo un esempio, abbiamo poi ATV, Roadster e Semi.

Volkswagen: ID o E?

Nonostante siano etichettati con le lettere "ID", i veicoli elettrici della Volkswagen non sono semplici da identificare. ID.3 è la compatta elettrica, ID.4 un crossover ideato sulla medesima piattaforma, ma ID.5 è la versione coupè di ID.4. ID.6 è disponibile solo in Cina, ma ID.7 (una berlina di ultima generazione) che è più compatta di ID.6 utilizza comunque un numero incrementale che lascia supporre nella presenza di una vettura di grandi dimensioni. Il furgone elettrico di grandi dimensioni utilizza il nome ID. Buzz: non è un errore di digitazione, dopo il punto c'è davvero uno spazio a differenza degli altri modelli. (Nota a margine, digitare ID aggiungere un punto ed eventuale uno spazio è davvero complicato a volte. Tanto per Google quanto per gli editor di testo)

La domanda ora sorge spontanea: Golf, Tiguan e Passat torneranno dopo che Volkswagen sarà completamente elettrica o verranno dimenticati?

Altri marchi

Abbiamo escluso dalla lista tutti quei marchi che per un motivo o per l’altro producono al momento solo una proposta elettrica. Ma ci son situazioni ugualmente curiose, come Volvo con la sua gamma elettrica “Recharge pure electric” che però sembra ironicamente simile a quella plug-in chiamata solo “Recharge” (analogo a Renault con la Megane).  Discorso differente per Honda e Mazda che, al momento, non hanno una gamma ben definita di auto elettriche e l’impressione è che i modelli attuali siano stati commercializzati con un nome come una sorta di “riempitivo”. Ad esempio, la MX-30 sappiamo che è elettrica solo perché non esiste un modello a benzina, idem per la Honda e.

Leggi altri articoli