Il marchio Opel, ora del gruppo di Stellantis, ci ha abituato ultimamente nel realizzare vetture per la guida di tutti i giorni ma non è sempre stata così; in passato ha commercializzato soluzioni sportive firmate GSi e l’acronico GSe ora non è più abbreviazione di Grand Sport Einspritzung, ovvero Grand Sport Injection in tedesco, bensì di Grand Sport Electric. Su MotorLabs abbiamo provato e riprovato tantissime vetture ultimamente e possiamo affermare che abbiamo constatato una sorta di “livellamento” nelle emozioni alla guida complice il processo di transizione alla propulsione elettrica. Insomma, estremizzando un po’ il concetto, potremmo dire che le auto odierne (salvo soluzioni particolari) sono tendenzialmente “noiose” ed estremamente omologate e qui Opel, come pochissimi altri, inserisce sul mercato un SUV plug-in in grado di emozionare.
Opel Grandland GSe non è altro che un normale Grandland esteticamente: sono poche le differenze a carattere estetico. Nel gergo degli appassionati potrebbe rientrare nel concetto di “sleeper”: nessuna appendice aerodinamica aggiuntiva, solo una colorazione a contrasto che riesce a snellire la vettura, cerchi esclusivi e tanto tanto motore. Il SUV misura 4,47 metri in lunghezza, 1,85 metri in larghezza e 1,60 metri in altezza. Il peso è intorno ai 1.800 kg e questo dato non sorprende considerata la presenza di una batteria da 14,6 kWh.
Cosa ci convince
Anche se il design è un aspetto estremamente soggettivo, l’abbinamento di colori e la linea di Grandland GSe ci piacciono e li troviamo azzeccati per la tipologia di vettura. Linee nette, muso squadrato, fari che impreziosiscono il design e in generale una linea pulita: sono questi gli ingredienti che il marchio tedesco ha utilizzato per il suo primo SUV sportivo. L’abitacolo è ampio e spazioso, con sedili anteriori estremamente confortevoli e approvati dall’ente indipendente AGR. Di cosa si tratta? Non si tratta di puro marketing, ma di una collaborazione con l’associazione indipendente Aktion Gesunder Rucken, che si occupa del benessere della schiena e di trovare la migliore configurazione per offrire la seduta perfetta anche dopo un utilizzo continuativo. Oltre ad essere certificati, i sedili sono di ottima qualità con materiali premium e numerose regolazioni (purtroppo manuali, anche se crediamo che sia un limite del settore legato all’assenza o alla scarsa disponibilità di semiconduttori).
Il sistema propulsivo è sostanzialmente il classico Stellantis che abbiamo già assaggiato su Peugeot 308 Plug-in, qui “dopato” per raggiungere i 300 cavalli combinati. Troviamo pertanto un motore benzina 1.6 turbo da 200 cavalli abbinato a due motori elettrici, uno per ogni asse. L’unità anteriore genera 110 cavalli mentre quello posteriore 113 cavalli: insieme assicurano un sistema a quattro ruote motrici con una potenza combinata di 300 cavalli e 520 Nm di coppia. L’accelerazione da 0 a 100 km/h è di 6,1 secondi, con una velocità massima di 235 km/h e di 135 km/h in puro elettrico. Il cambio è il classico automatico di Stellantis a 8 rapporti, preciso e ben misurato. La batteria è da 14,6 kWh e assicura circa 60 km di autonomia.
Grandland GSe non è solo un SUV PHEV con tanti cavalli: Opel ha lavorato su ogni aspetto per renderlo più dinamico e sportivo. Troviamo quindi ammortizzatori e molle più rigidi, con tecnologia Koni FSD (Frequency Selective Damping), un brevetto depositato che, tramite una apposita valvola, registra il comportamento degli ammortizzatori stessi in base proprio alla frequenza delle oscillazioni.
Cosa non ci convince
Sebbene sia un SUV da quasi 4,5 metri di lunghezza, Grandland GSe non è così spazioso come ci si aspetterebbe: complice la presenza della batteria, il baule offre appena 390 litri di capienza base ovvero un valore inferiore alla media dei SUV dello stesso segmento provati. L’abitacolo, che abbiamo apprezzato nel paragrafo precedente per i sedili di pregio e i materiali premium su alcuni elementi, purtroppo utilizza anche in maniera troppo diffusa (a nostro parere) plastiche dure che poco si sposano sul prezzo della vettura. Male anche la telecamera posteriore, poco definita e “aggiornata”: un vero peccato, anche considerando le altre proposte del Gruppo con soluzioni nettamente superiori ad un prezzo più contenuto. Ad essere proprio pignoli, potremmo anche dire che ci saremmo aspettati delle porte USB-C e, soprattutto, un sistema di infotainment meno macchinoso o più dedicato a software di terze parti ovvero con una risoluzione superiore e bordi inferiori (come su Opel Astra plug-in, dove il display ha una diagonale superiore)
Come si guida
Docile e quasi brutale, Grandland GSe è un SUV dalla doppia personalità: la presenza di un sistema che in combinato sprigiona 300 cavalli lo rende dinamico e affilato (complice l’assetto!) e la presenza della batteria, con più modalità di guida (EV, Hybrid, Sport e 4x4), consente un utilizzo green per svariati chilometri. L’asso nella manica di Opel non è solo il sistema propulsivo, ma anche l’assetto realizzato ad hoc: come nel caso di Astra GSe, le ragioni del carattere sportivo di Grandland GSe risiedono nella taratura specifica di assetto e sterzo.
Come accennato, l’assetto è preciso e dinamico, mentre lo sterzo è affilato con una zona morta centrale estremamente limitata. L’abbiamo provato su strade di ogni tipo, apprezzando sempre le sue doti telaistiche. Si guida bene e le sospensioni Koni, idrauliche, permettono un buon filtraggio delle asperità del terreno; certo, si tratta sempre di un SUV da 1.800 kg e il peso, a tratti, si percepisce in curva ma comunque non è fastidioso. Come per tutti gli assetti un po' rigidi, anche in questo contesto si percepisce una marcata rigidità sulla panchetta posteriore: può non piacere, ne siamo consapevoli.
E i consumi? Con la batteria carica, la parte plug-in aiuta a mantenere i consumi contenuti nell’ordine dei 15 l/100 km; con la sola potenza endotermica questo valore tende a dimezzarsi come nella maggior parte dei PHEV da quasi 2 tonnellate. Fortunatamente, grazie all'opzione eSave, è possibile gestirsi in autonomia la ricarica della batteria e decidere se mantenere la carica per la massima autonomia o per step inferiori di 10 o 20 km. Valida, infine, la parte rigenerativa che su questa plug-in funziona davvero bene permettendo una vera ricarica in frenata; abbiamo provato diverse plug-in e, forse complice l'inerzia o la guida suggerita da questo SUV, Grandland GSe è forse una delle migliori in questo campo.
Nota positiva anche gli ADAS, estremamente completi e ben calibrati. L’ACC è semplice da regolare e non presenta impuntamenti o perplessità. Buono, infine, anche il pedale del freno; generalmente sulle ibride plug-in è abbastanza spugnoso, sulla Grandland invece il comportamento è più regolare e omogeneo, vicino per certi versi ad una endotermica pura.
Conviene?
Opel Grandland GSe rientra in un segmento quasi unico nel suo genere e al momento sul mercato non è possibile trovare una soluzione analoga con cui misurarsi. Esistono certamente SUV sportivi, tipo Hyundai Kona N che è anche più affilato, ma è esclusivamente endotermico e anche pronto a scomparire dal mercato.
Grandland è un SUV di segmento C e quindi i maggiori competitor sono Alfa Romeo Tonale, Audi Q3, BMW X1, Ford Kuga, Kia Sportage, Jeep Compass, Volkswagen Tiguan e Volvo XC40. In nessuno dei modelli sopracitati esiste un allestimento PHEV da 300 cavalli o con un assetto così studiato ad hoc. La soluzione più vicina è Tonale, nel suo allestimento premium "Veloce" con 280 cavalli (PHEV), disponibile ad un prezzo "a partire da 52mila euro".
Insomma, Grandland GSe è difficile da posizionare soprattutto al prezzo a cui viene proposto, a partire da 55mila euro. Tanti o pochi? Sono circa 6mila euro in più rispetto alla declinazione plug-in da 225 cavalli e crediamo che sia giustificabile a livello di contenuti, ma difficilmente in linea generale anche se pensiamo che ormai sia un problema generalizzato di mercato.