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Nuovo codice delle strada, lo sharing dei monopattini è a rischio?

Come cambia la realtà dei monopattini in sharing con il nuovo codice della strada? Ne parliamo con Alessio Raccagna di Lime.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Il nuovo codice della strada è fermo in attesa di approvazione, e sicuramente non vedrà vita, né in questa forma né in una modificata prima della fine dell’estate. Ho già approfondito alcuni aspetti della proposta con l’Assessora alla mobilità di Milano, Arianna Censi, potete leggere o ascoltare l’intervista a questo link: Nuovo codice della strada: monopattini tutti illegali, cosa accadrà?

Un capitolo a parte deve essere dedicato alle flotte di monopattini in sharing. Verranno afflitte dal nuovo codice della strada? Cosa cambierà per coloro che usano i monopattini in affitto quotidianamente? Ho approfondito l’argomento assieme ad Alessio Raccagna, Senior Director Government Affairs Southern Europe di Lime.

 

Andrea Ferrario
Le modifiche al codice della strada possono impattare, in qualche modo, anche sulla vostra attività? I vostri monopattini dovranno essere adeguati alle nuove regole?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Sì, le proposte di modifica al codice della strada attualmente in discussione hanno un impatto anche sul nostro settore. Questo settore è stato regolamentato per la prima volta nel 2019, e da allora ci sono stati diversi aggiornamenti normativi, compresi quelli del 2021 e il decreto sui monopattini del 2022.
Alcune delle misure menzionate, come le frecce direzionali e l'assicurazione, sono già in vigore. Lo sharing è stato coperto da assicurazione fin dal 2019, mentre l'obbligo delle frecce è entrato in vigore dal 1° gennaio 2024 per i monopattini di nuova costruzione. Tutto il settore, Lime inclusa, si è già adeguato a queste norme.
Per quanto riguarda l'obbligo del casco, che è al centro del dibattito attuale, dobbiamo vedere quale sarà la decisione finale. Come associazione, e anche come Lime, abbiamo presentato dati ed evidenze per spiegare che l'introduzione del casco non migliora la sicurezza. Studi condotti da enti indipendenti, come l'Osservatorio per le scienze mobili, hanno dimostrato che l'incidentalità nel settore dei monopattini è estremamente bassa, paragonabile a quella delle biciclette.
Negli ultimi anni, gli incidenti sono diminuiti grazie a tre principali fattori: la costruzione di monopattini sempre più sicuri, dotati di doppio freno, ruote più grandi e ammortizzatori; la riduzione della velocità massima da 25 km/h a 20 km/h nel 2021; un costante miglioramento tecnologico. Crediamo che le risorse destinate eventualmente al casco dovrebbero essere impiegate per affrontare altre problematiche, come la costruzione di aree di parcheggio dedicate e il continuo sviluppo tecnologico.
Si parla spesso dell'obiettivo "zero morti", un tema caro anche agli stakeholder politici, e questo obiettivo è stato sostanzialmente già raggiunto dalle compagnie di sharing, almeno per il 2023 e parte del 2024. Quindi, anche se il casco può offrire una protezione in più, i miglioramenti normativi e costruttivi attuati dalle aziende hanno già garantito elevati livelli di sicurezza.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Per quanto riguarda il dispositivo di disattivazione del monopattino quando entra in aree non consentite è già presente? Con che precisione funziona?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Certo, questa è la principale differenza tra il settore dello sharing e i monopattini privati. Noi possiamo controllare da remoto dove i monopattini possono circolare. Avrai sicuramente visto diversi video negli ultimi anni di monopattini in tangenziale o in autostrada, comportamenti chiaramente contrari al codice della strada e alle norme di buon senso.
Questo non può accadere con i monopattini in sharing, poiché l'area operativa è limitata alle zone consentite per legge nelle città dove operiamo. La precisione di questa delimitazione è di metri, se non centimetri. Se qualcuno tenta di entrare in una tangenziale o autostrada, il monopattino si ferma immediatamente e non consente più la circolazione. Per riprendere l'uso, è necessario tornare all'interno dell'area operativa. In questo senso, la precisione è garantita.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Quindi possiamo dire che il nuovo codice della strada, che venga applicato nella sua interezza attuale o meno, non influirà sul business dello sharing perché siete già compatibili con tutte le normative?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Essenzialmente sì, lo sharing è stato regolamentato molto più dei monopattini privati fin dall'inizio. Abbiamo già implementato tutte le misure necessarie fin da subito. Per quanto riguarda il casco, la nostra non è un'opposizione ideologica, ma basata su dati raccolti negli ultimi anni.
Il settore dello sharing si è già tutelato, ed è nel nostro interesse rendere i mezzi sempre migliori, affidabili e sicuri, sia dal punto di vista costruttivo che della manutenzione. In questo senso, c'è una differenza radicale con i monopattini privati.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Affrontiamo anche il discorso dell’ordine e della sicurezza. È sotto agli occhi di tutti il fatto che i monopattini vengono abbandonati un po’ ovunque, o ci sono scene in cui due persone, soprattutto ragazzi giovani, circolano in due sui monopattini. Come affrontare questi problemi?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Questo è il tema vero: il decoro urbano e il parcheggio. È qui che come Lime stiamo facendo i maggiori investimenti. Abbiamo un punto di vista privilegiato basato su un'esperienza maturata in oltre 250 città del mondo, con regole di parcheggio spesso molto diverse.
Operiamo in 31 paesi, ognuno con legislazioni differenti. Siamo attivi sul fronte del miglioramento tecnologico per incentivare il parcheggio in determinate aree, con una precisione GPS sempre maggiore. Sono stati fatti grandi investimenti in tal senso, anche se il GPS dipende da fattori esterni, come il meteo o la presenza di edifici alti che influenzano il segnale. Abbiamo comunque ridotto significativamente il margine di errore.
Inoltre abbiamo le squadre sul campo che riposizionano i mezzi parcheggiati in modo errato, e ovviamente dobbiamo collaborare con le amministrazioni. Milano, per esempio, è capofila nella gestione del parcheggio e nell'introduzione di nuove aree di parcheggio. Nel nuovo bando, agli operatori vincitori è stato chiesto di costruire queste aree, cosa che faremo nei prossimi mesi. Più alta è la densità delle aree di parcheggio, maggiore sarà il decoro urbano, poiché i cittadini utilizzeranno i monopattini se il parcheggio è vicino alla destinazione finale. Se il punto di parcheggio più vicino è a 500 metri dalla destinazione, i cittadini potrebbero preferire andare a piedi o usare l'auto privata, il che rende il nostro servizio accessorio anziché fondamentale.
Un'altra problematica è che i monopattini possono essere lasciati nelle zone riservati ai cicli e ai motocicli. Spesso, un monopattino parcheggiato correttamente viene poi spostato per far posto a un motorino privato dal conducente stesso. Questo è un fenomeno che osserviamo quotidianamente. Un controllo su questo tipo di attività è fondamentale. Vediamo comunque un trend migliorativo, specialmente a Milano. La nostra intenzione come Lime è di investire sempre di più per risolvere il problema del cosiddetto abbandono, che in realtà è una questione di parcheggio.
Per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la violazione delle regole da parte dei più giovani, stiamo affrontando il problema in due modi. Il primo è che in molte città il servizio è già oggi aperto solo agli utenti maggiorenni registrati con documento di identità. Quindi, non c'è più la questione del 13enne in monopattino con un bambino di 12 anni dietro. Una maggiore maturità dell'utenza fa percepire anche i rischi in modo diverso.
Da parte nostra, stiamo facendo campagne informative continuative all'interno delle nostre app. Quando ci si iscrive, e in qualsiasi momento successivo, c'è un tutorial da seguire e i termini e condizioni di utilizzo da accettare, che chiaramente prevedono l'utilizzo singolo del monopattino. Poi c'è la questione dell'enforcement: nel momento in cui gli utenti vengono trovati in due, ci aspettiamo chiaramente che la Polizia Locale e le Forze dell'Ordine facciano il loro lavoro.
La questione del monopattino in due è semplicemente l'evoluzione di quello che si vedeva magari vent'anni fa quando si andava in motorino in due. Ad esempio, sui motorini di cilindrata 50, se non avevi 18 anni non si poteva andare in due. Oppure, con le microcar, c'era un sedile accanto, ma non poteva essere utilizzato se si era minorenni. Eppure si andava sempre in due. È una traslazione di quello che accadeva vent'anni fa su un nuovo mezzo di trasporto.
Oggi c'è più consapevolezza dei rischi rispetto a vent'anni fa. Ripeto, i numeri sono marginali. Noi possiamo fare informazione costante e investimenti in campagne informative. Ne abbiamo fatta una a Milano, brandizzando alcuni tram per incentivare il parcheggio corretto dei mezzi e l'uso corretto degli stessi. Un partenariato pubblico-privato, con l'operatore che fa la sua parte in campagne di sensibilizzazione e l'applicazione che informa sul corretto utilizzo dei mezzi, unito all'enforcement delle Forze dell'Ordine, è una combinazione vincente per eliminare questo problema. A differenza del parcheggio, l'utilizzo obbligatorio del documento di identità e la maggiore età per utilizzare i mezzi stanno rendendo il problema sempre più marginale.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Come punite chi viola le regole?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Lime applica una politica sanzionatoria progressiva. Abbiamo un team che combina tecnologia e intervento fisico. Il primo filtro viene fatto da un sistema di intelligenza artificiale, allenato sulle regole specifiche di parcheggio in una determinata città, analizzando centinaia di migliaia di foto. Il sistema valuta se la foto è buona o cattiva. Quando la foto mostra un parcheggio non conforme, un operatore umano verifica che effettivamente non rispetti il codice della strada e invia un avviso all'utente. Il processo prevede un primo avviso, un secondo avviso, una multa e infine la sospensione o disattivazione dell'account.
Abbiamo notato che, dopo il primo avviso, la probabilità di riscontrare un altro parcheggio non corretto diminuisce progressivamente. Questo porta a poche disattivazioni e sospensioni, qualche multa, ma molti avvisi, poiché gli utenti imparano a parcheggiare correttamente. Un'altra iniziativa a Milano è l'icona "P" sulla nostra app: cliccando su di essa, si apre un'immagine del parcheggio, così l'utente sa visivamente dove e come parcheggiare correttamente. Molti cittadini non comprendono le regole del parcheggio, quindi questa funzione aiuta a migliorare l'uso.
Stiamo anche testando funzionalità che guidano l'utente al parcheggio conforme più vicino. Immagina un mondo in cui, invece di inserire la tua destinazione su Google Maps, inserisci la destinazione sul cellulare del monopattino e questo ti porta al parcheggio libero più vicino, a non più di 100-150 metri. In centro, dove la densità di parcheggi è buona, questa soluzione facilita l'utente nel trovare il posto giusto.
Ovviamente, ci sono utenti non curanti, e questo è un problema da affrontare. Tuttavia, siamo convinti che molti utenti sbagliano in buona fede perché non conoscono le regole. Il nostro lavoro è educarli e incentivarli al parcheggio corretto. Lo vediamo in molte città del mondo: questa è la strada da seguire per garantire un decoro urbano adeguato.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Ci sono altre città nel mondo che possono fare da esempio per civiltà e soluzioni che funzionano?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Diciamo che tutte le principali città europee, così come alcune negli Stati Uniti e in Australia/Oceania, stanno passando sempre più dal cosiddetto free floating a quello che noi chiamiamo MPZ, ovvero Mandatory Parking Zone. Credo fermamente che questo sia il modello vincente, e ci sono tre motivi per cui lo penso.
Il free floating è un servizio in cui prendi il monopattino in un punto A e lo lasci in un punto B a tua scelta. Il Mandatory Parking Zone, invece, prevede che i monopattini possano essere rilasciati solo in aree specifiche, come accade oggi a Milano, principalmente nella cerchia dei Navigli. Questo approccio ha vantaggi per tutti e tre gli stakeholders coinvolti.
Per la città, garantisce un miglior decoro urbano. Per l'utente, è più semplice sapere dove lasciare e trovare i mezzi: il punto di parcheggio è definito e non deve cercare sull'app, sa che troverà il monopattino lì. Per l'operatore, è più facile intervenire sui mezzi, ottimizzando i tempi per il cambio della batteria, poiché sa esattamente dove si trovano i monopattini da gestire. Questo crea un circolo virtuoso che si auto-alimenta.
Tra le città più virtuose, citerei sicuramente Londra, che è all'avanguardia in questo ambito. Nuovi punti di parcheggio sorgono praticamente ogni giorno, finanziati e guidati da Lime stessa: noi finanziamo e forniamo i dati su dove costruirli. Berlino sta sperimentando qualcosa di interessante con gli Jelbi, l'operatore di trasporto pubblico, e anche lì stiamo vedendo segnali incoraggianti. Madrid ha costruito diversi punti di parcheggio.
Tuttavia, tutto questo deve passare attraverso un principio fondamentale: la strada è di tutti, non solo dell'automobile privata. Torniamo all'esempio di Milano e a quello che è stato fatto in Corso Buenos Aires. Questa strada, pur essendo stata trasformata con ciclabili e altre modifiche, ha avuto milioni di accessi ed è senza dubbio migliorata rispetto a dieci anni fa. È un esempio di strada moderna e europea in cui c'è spazio per tutti: automobili, monopattini, pedoni e anche per lo scarico merci. Questo è il tipo di strada a cui dobbiamo mirare.
Alessio Raccagna - Lime
Andrea Ferrario
Credete che il monopattino sia il mezzo di trasporto del futuro?
Andrea Ferrario
Alessio Raccagna - Lime
Non abbiamo preclusioni verso i nuovi mezzi di trasporto. In qualità di società multimodale, diamo la stessa attenzione sia ai monopattini che alle biciclette, perché riteniamo che servano scopi diversi e attraggano utenze diverse. La bicicletta è ideale per tragitti più lunghi ed è un mezzo più democratico e accessibile anche dal punto di vista di genere; infatti, è utilizzata più dalle donne. Al contrario, il monopattino ha un certo divario di genere, essendo usato principalmente dagli uomini. Tuttavia, investiamo in entrambi i settori con lo stesso impegno.
Abbiamo sviluppato nuovi modelli di quelli che chiamiamo "seated scooter", cioè monopattini con sedile, simili alle biciclette ma dotati di acceleratore invece di pedali. Questo è pensato per attrarre una diversa utenza. I progetti pilota per questi nuovi modelli stanno già prendendo forma e saranno attivi nella seconda metà del 2024.
La nostra volontà di innovare e trovare nuovi mezzi di trasporto è costante. Anche se credo che monopattini e biciclette giocheranno un ruolo importante nel futuro, in Lime siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti per soddisfare diverse esigenze e, soprattutto, per raggiungere il nostro obiettivo di ridurre al minimo l'uso dell’auto.
Alessio Raccagna - Lime
A quanto pare il nuovo codice della strada potrebbe avere effetto sullo sharing dei monopattini unicamente per quanto riguarda l’obbligo del casco. Non vedo un futuro dove molta gente sarà disposta a usare “caschi pubblici”, per ovvie questioni di igiene, e vedo solo una parte degli utilizzatori che accetterà di acquistare un proprio casco e portarlo sempre con sé per usarlo quando prenderà un monopattino. È quindi probabile che questa voce nel nuovo codice della strada venga eliminata, e se non succederà, mi spingo a immaginare una situazione in cui le violazioni saranno costanti.
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