Di fronte al recente annuncio dell'Unione Europea riguardo l'aumento dei dazi sui veicoli elettrici importati dalla Cina, il colosso automobilistico BYD si prepara ad affrontare un dazio aggiuntivo del 17,4%. Tuttavia, l'azienda sembra essere perfettamente in grado di gestire la situazione grazie ai maggiori profitti ottenuti nell'Unione Europea rispetto alla Cina, soprattutto con modelli come la Seal U.
BYD ha fatto ingresso nel mercato automobilistico europeo nel 2020: progressivamente, l'azienda ha esteso la sua offerta con i nuovi modelli Dolphin e Seal. Tra questi, nel 2022, l'Atto 3 è stato il modello di EV più venduto di BYD in Europa, raggiungendo le 12.363 unità.
Nonostante l'introduzione delle nuove tariffe, BYD si prepara a un'impennata delle vendite nei prossimi anni grazie alla crescente familiarità con il mercato dell'Unione Europea. Anche una ricerca recentemente condotta da Rhodium Group indica che l'imposizione di tariffe potrebbe non essere sufficiente a frenare l'ascesa di BYD e altri produttori cinesi di EV.
In effetti, molti modelli EV in Cina sono venduti a prezzi notevolmente inferiori rispetto all'Europa. Il Seal U (Comfort) di BYD viene venduto in Europa a circa il 93% in più rispetto ai prezzi cinesi (42.890 euro contro una cifra corrispondente a circa 21.769 euro). L'analisi conferma che BYD guadagna circa 14.300 euro su ogni modello Seal U venduto nell'UE, contro i 1.300 euro guadagnati per ogni modello venduto in Cina.
A fronte di tali margini, anche una tariffa del 30% lascerebbe a BYD un profitto netto del 15% per unità venduta in confronto ai prezzi cinesi. Per questo si parla di tariffe comprese tra il 45% e il 55% per ridurre sensibilmente i profitti.