L'alleanza Renault-Nissan cambia pelle: meno vincoli finanziari, più collaborazioni mirate. I colossi automobilistici franco-giapponesi hanno annunciato una revisione sostanziale della loro partnership storica, allentando i legami azionari ma rafforzando specifiche sinergie industriali. La nuova architettura dell'accordo permette maggiore autonomia decisionale a entrambi i gruppi, pur mantenendo progetti congiunti strategici come la nuova Twingo elettrica e la riorganizzazione delle attività in India. Questa evoluzione rappresenta un significativo cambio di rotta rispetto alla visione iniziale dell'alleanza, privilegiando ora la flessibilità operativa su singoli progetti piuttosto che un'integrazione strutturale.
Il punto più rilevante della revisione riguarda la riduzione della soglia minima di partecipazione azionaria reciproca. Dai precedenti vincoli che obbligavano entrambe le case a non scendere sotto il 15% del capitale, si passa ora a una soglia del 10%. Questa modifica concede ai due costruttori maggiore flessibilità strategica nella gestione delle proprie partecipazioni, pur mantenendo un coordinamento sulle eventuali decisioni di vendita. Significativo anche il disimpegno della Nissan da Ampere, la divisione elettrica della Renault. I giapponesi sono stati liberati dall'obbligo di investimento nella controllata francese, ponendo fine all'accordo sottoscritto appena un anno fa, nel luglio 2023. Non cambiano invece le condizioni relative al 18,66% delle azioni Nissan che Renault ha già conferito a un fondo fiduciario secondo precedenti accordi.
Questi aggiustamenti finanziari segnalano una chiara tendenza: l'alleanza si orienta sempre più verso collaborazioni specifiche e meno verso un'integrazione strutturale dei gruppi. Una direzione che riflette le nuove esigenze di indipendenza in un mercato automobilistico in rapida trasformazione. Sul fronte industriale, invece, prende forma un nuovo progetto congiunto. Ampere svilupperà e produrrà per Nissan una versione della nuova Twingo elettrica a partire dal 2026. Il modello, posizionato nel segmento A, vedrà i giapponesi occuparsi esclusivamente del design, seguendo un modello di collaborazione già sperimentato con altri veicoli come la R5 e la sua "gemella" Micra.
Particolarmente rilevante è la ristrutturazione delle attività in India, mercato considerato strategico per entrambi i costruttori. Renault acquisirà il 51% delle quote detenute da Nissan nella joint venture Renault Nissan Automotive India Private Ltd, arrivando così a controllare il 100% della società. L'operazione, dal valore di circa 200 milioni di euro, dovrà concludersi entro fine giugno.
Nonostante il passaggio di proprietà, lo stabilimento di Chennai continuerà a produrre modelli Nissan, inclusa la nuova Magnite, fungendo da hub produttivo per il mercato locale e supportando i piani di espansione della casa giapponese. Con una capacità di oltre 400 mila veicoli annui, l'impianto attualmente utilizza le piattaforme CMF-A e CMF-A+, ma dal prossimo anno implementerà anche la CMF-B, su cui verranno sviluppati quattro nuovi modelli. Rimane invece immutata la struttura proprietaria del Renault Nissan Technology & Business Center India, con Renault al 51% e Nissan al 49%. Questo centro continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo tecnologico condiviso tra i due gruppi, garantendo continuità nell'innovazione congiunta nonostante i cambiamenti nell'assetto produttivo.
I vertici Renault hanno già identificato misure compensative per l'investimento indiano, confermando le previsioni finanziarie per il 2025: il free cash flow, includendo il consolidamento della joint venture, dovrebbe essere pari o superiore ai 2 miliardi di euro, con un margine operativo di almeno il 7%, in linea con le precedenti stime comunicate agli investitori. Questa evoluzione dell'alleanza Renault-Nissan rappresenta un adattamento pragmatico alle nuove sfide del mercato automobilistico globale, dove la flessibilità operativa diventa più preziosa di rigide strutture integrate. Con questi aggiustamenti, i due costruttori sembrano aver trovato un equilibrio che consente loro maggiore autonomia decisionale pur mantenendo i benefici di collaborazioni industriali mirate ed efficienti.