L'industria automobilistica cinese si trova ad affrontare una situazione critica con la Commissione Europea, offrendo di stabilire un prezzo minimo per i veicoli elettrici importati, al fine di evitare i tanto discussi dazi che potrebbero essere applicati a partire da ottobre. Questa mossa arriva in risposta alle preoccupazioni dell'UE che considera le auto a basso costo esportate dalla Cina una minaccia per l'industria automobilistica europea.
Tetto ai prezzi
Le aziende cinesi, tra cui BYD, Geely e SAIC, hanno proposto di limitare anche il volume delle esportazioni di veicoli elettrici verso l'Unione Europea, in cambio di una riduzione dei dazi punitivi. Le tariffe proposte dalla Commissione all'inizio di questo mese possono arrivare fino al 36,3%. Durante le udienze online, svoltesi mercoledì e venerdì, è stata discussa questa proposta che potrebbe avere un forte impatto sul mercato europeo dell'auto.
Questa proposta ricorda l'accordo raggiunto undici anni fa durante il conflitto commerciale relativo all'importazione di pannelli solari cinesi a basso costo. Anche allora, i produttori cinesi accettarono di stabilire un prezzo minimo di vendita per i loro pannelli.
Nonostante le offerte attuali, alcune fonti considerano improbabile che l'accordo venga accettato in questa fase, soprattutto perché si tratterebbe di un "accordo tra gentiluomini" non completamente vincolante. Inoltre, la Commissione conserva un ricordo poco positivo del precedente accordo sui pannelli solari, che si è disgregato quando stati membri chiave come Francia e Germania si sono ritirati.
Accordo lontano
La questione continua a essere analizzata a Bruxelles, mentre i funzionari stanno ritornando dalle vacanze estive. L'offerta sarà esaminata approfonditamente, dato che il periodo di consultazione ufficiale è scaduto venerdì.
Parallelamente, i produttori cinesi di EV si stanno preparando a un futuro con tariffe, con il CEO di Xpeng, He Xiaopeng, che ha rivelato piani per la ricerca di siti produttivi e centri dati in Europa. Stella Li, capo di BYD, ha dichiarato che l'azienda intende incrementare significativamente la propria presenza in Europa e non delegare il trattamento dei dati alla Cina. Questo movimento è indicativo di una crescente preoccupazione per il livello di sicurezza dei dati raccolti dai veicoli elettrici e connessi.
Nonostante le difficoltà che potrebbero derivare da tali tariffe, gli analisti del settore ritengono che i veicoli elettrici cinesi rimarranno competitivi sul mercato europeo. Tu Le, direttore generale di Sino Auto Insights, ha sottolineato come le aziende europee stiano faticando a raggiungere gli obiettivi di zero emissioni senza il contributo significativo dei veicoli elettrici cinesi, delineando una sfida significativa per i governi europei nell'adottare politiche climatiche efficaci.
Infine, il destino delle misure tariffarie sarà deciso in una votazione attesa nelle prossime settimane, dove per bloccare l'imposizione dei dazi, è necessario che 15 dei 27 stati membri dell'UE, rappresentanti il 65% della popolazione del blocco, votino contro.