Quando si parla di mobilità elettrica lo scetticismo è ancora molto forte, specialmente quando si ipotizzano lunghi viaggi a bordo di un veicolo a batteria: se con le auto le case produttrici stanno facendo grandi passi avanti a livello di autonomia e tempi di ricarica, rendendo quindi anche la prospettiva di un lungo viaggio molto meno stressante rispetto a solo pochi anni fa, lo stesso non si può dire della moto elettrica che soffre ancora di due problemi tipici della tecnologia elettrica nei suoi albori - autonomia ridotta e tempo di ricarica un po' troppo lungo per tenere un buon ritmo durante il viaggio.
Solo negli ultimi 12 mesi abbiamo visto arrivare sul mercato un paio di modelli di moto elettriche pensati per percorsi più lunghi e non appena abbiamo avuto modo di testarne una - la Zero DSR-X - abbiamo subito organizzato un breve viaggio, complice anche un weekend lungo, per testarne le capacità una volta che ci si allontana di parecchio dalla sicurezza del proprio box dotato di presa di corrente. Nel complesso l'esperienza è stata assolutamente positiva e siamo riusciti a coprire circa 1000 km in 72 ore senza mai entrare in autostrada, lungo un percorso che da Milano ci ha portato verso le Cinque Terre in Liguria e poi giù fino a Lucca, per poi rientrare nel capoluogo lombardo passando da Fidenza dopo aver percorso il passo della Cisa; un'innumerevole quantità di curve ci ha accompagnato in quei 3 giorni e solo in un caso - il trasferimento diretto da Lucca a Fidenza senza una ricarica intermedia - ci siamo leggermente preoccupati dello stato della batteria della moto, essendo arrivati alla colonnina di ricarica con appena il 10% di batteria rimasta.
Questa esperienza ci ha permesso di capire che viaggiare con una moto elettrica è possibile, anche se bisogna affrontare il viaggio con uno spirito diverso rispetto a quanto si farebbe con una moto a benzina; in questo articolo andiamo ad analizzare i metodi più comuni per viaggiare con una moto elettrica senza troppe preoccupazioni.
Conosci la tua moto elettrica
Aspetto fondamentale da cui partire è la conoscenza della moto elettrica che si sta guidando: questa conoscenza di ottiene solo con l'esperienza di guida su varie tipologie di strade - è importante imparare a conoscere quali sono i consumi della moto a seconda del tipo di strada, altrimenti si rischia di fare male i calcoli sull'autonomia. Specialmente i passi di montagna possono presentare delle difficoltà, dato che in salita la moto consuma sensibilmente più energia e non sempre in discesa si riesce a rigenerare l'energia di differenza. Da questo punto di vista la Zero DSR-X si è comportata egregiamente e il calcolo dell'autonomia a disposizione si è sempre aggiornato in pochi km a seconda del tipo di strada e dello stile di guida che stavamo adottando, informandoci sempre in modo preciso su quanta strada avremmo potuto percorrere prima di dover ricaricare.
Studia il percorso
L'aspetto di studio del percorso è importante in generale quando si viaggia in moto: quando diciamo di studiare il percorso non intendiamo una programmazione ossessiva di quella che sarà la strada da seguire, questo approccio rovina il viaggio in moto che di per sé deve essere avventuroso, ma almeno un'idea di base di alcune tappe fondamentali da raggiungere durante la giornata - idealmente si tratta di avere un punto di arrivo per la sera e una tappa intermedia per il pranzo e una ricarica. Per fare questo ci siamo limitati a utilizzare Google Maps, escludendo le autostrade lungo tutto il percorso e andando a forzare la navigazione attraverso alcune tappe intermedie, così da avventurarci su e giù per i monti di Liguria e Toscana: esistono varie applicazioni che si possono supportare nella creazione di un percorso, come ad esempio Calimoto, una app che promette di non farci mai più fare strade senza curve per arrivare alla nostra destinazione, ma a noi piace inventare e utilizziamo Google Maps - anche in modalità satellite - per individuare le strade più intriganti da percorrere.
Trova le colonnine
A differenza delle auto elettriche che sono quasi sempre dotati di un sistema di infotainment e navigazione che saprà guidarci verso la colonnina più vicina, su una moto elettrica bisognerà arrangiarsi autonomamente: per fortuna sono molteplici le applicazioni che mostrano dove si trovano le colonnine di ricarica, anche accorpando diversi circuiti, indicando il prezzo e la potenza a disposizione alla colonnina. Durante il nostro viaggio ci siamo affidati principalmente a Enel X Way, applicazione che permette di sapere in anticipo se la colonnina si trova su suolo pubblico (a volte sono all'interno del cortile di un albergo o di un ristorante, anche se tecnicamente dovrebbero essere comunque aperte a tutti), la potenza a disposizione, il tipo di connettore, la tariffa di ricarica e l'effettiva disponibilità della colonnina, perché non c'è cosa peggiore che fare una deviazione per andare a caricare e trovarsi la colonnina occupata.
Ad oggi le moto elettriche ricaricano abbastanza lentamente e difficilmente avrete necessità di una colonnina ad alta potenza - il che fa sì anche di spender meno per ricaricare - ma l'aspetto negativo è che la ricarica impiegherà un po' di tempo rispetto a quella di un'auto: ad esempio, nel primo tratto del nostro viaggio, mentre ci spostavamo da Milano alla Liguria, abbiamo fatto una sosta di un'oretta nel piccolo paese di Rovegno (popolazione di 553 abitanti, stando ai dati del 2017) dove l'applicazione ci ha segnalato la presenza di due punti di ricarica a 22 kW. Un po' increduli abbiamo raggiunto il paesino e trovato facilmente la colonnina nella piazza centrale del paese e dopo averla collegata alla corrente siamo andati al bar a fare due chiacchiere con la gente del posto, inevitabilmente incuriosita dalla nostra presenza.
Scegli dove dormire
La moto elettrica va ricaricata, ma non è certo la sola: anche noi, come piloti, abbiamo bisogno di riposare - specialmente se non siamo abituati a viaggiare in moto, l'attività può risultare molto stancante - e la scelta della sistemazione notturna dovrà tener conto del fatto che stiamo viaggiando con una moto elettrica! Le ore della notte sono troppo preziose per non ricaricare mentre dormiamo, anche perché svegliarsi avendo già la moto carica al 100% (o al 110%, come nel caso della DSR-X) è una grande comodità. Come anticipato, le moto elettriche ad oggi hanno un sistema di ricarica ancora sufficientemente lento e possono essere caricate tramite una presa casalinga senza particolari problemi, e sarà la moto stessa a limitare la quantità di corrente assorbita per evitare di sovraccaricare l'impianto elettrico a cui viene attaccata.
Nel nostro caso siamo stati molto fortunati, abbiamo scelto un piccolo campeggio vicino al mare gestito da un appassionato di moto che si è subito incuriosito del nostro mezzo, per poi offrirci la possibilità di caricare la moto durante la notte gratuitamente anche se la tariffa pagata per il campeggio non prevedeva l'utilizzo della corrente, oltre ad averci prestato una utilissima prolunga.
Portati adattatori e cavi
Pensare alla prolunga offerta in prestito apre un altro capitolo molto importante, quello dei cavi e degli adattatori che è importante avere con sé quando si viaggia, perché non si può assolutamente dare per scontato di trovare una colonnina con il cavo fisso: con la DSR-X fortunatamente questo aspetto si semplifica parecchio, poiché il vano ricavato dove una volta si trovava il serbatoio è più che sufficiente a ospitare 2 cavi di ricarica (uno con connessione di tipo schuko, per caricare a casa, e uno con connessione di tipo 2, per caricare alle colonnine). Ad oggi questa è l'unica soluzione valida per avere la tranquillità di poter caricare in qualunque situazione, in futuro quando la mobilità elettrica si sarà diffusa su scala più larga potremo probabilmente fare a meno di portarci i cavi da casa.
Goditi il viaggio
Infine, bisogna fare una considerazione generale sulla tipologia di viaggio in moto che si vuole fare: specialmente se si viaggia con l'intenzione di fare campeggio, carichi di tenda e sacco a pelo come abbiamo fatto durante il nostro giro con la Zero DSR-X, sarà importante assicurarsi di fissare tutto al meglio sulla moto e di rivedere il proprio stile di guida per evitare spiacevoli incidenti con i bagagli, e questo si traduce inevitabilmente in tempi di spostamento più dilatati, ma niente paura perché questo è il bello del viaggio in moto, non tanto arrivare a destinazione ma godersi il percorso che ci porta a quella destinazione. Questo non significa andar piano come delle lumache, anzi, a bordo di una moto elettrica sarà sempre difficile resistere alla tentazione di spalancare gli elettroni ("il gas", ndr) ad ogni uscita di curva, significa piuttosto entrare in una mentalità da viaggiatore, più che da motociclista della domenica abituato a uscire per fare 2 o 3 passi di montagna per poi rimettere la moto in box per altre 3 settimane; sappiamo per certo che, leggendo questo articolo, ci sarà chi pensa che fare 1000 km in 72 ore sia ben poca cosa ma la qualità di un viaggio si misura in quanto te lo sei goduto, non in base ai numeri registrati dal contachilometri. Inoltre, imparando a godersi di più il percorso senza spingere sempre la moto al limite delle sue capacità potremo percorrere molta più strada, che è poi quello che stiamo cercando di fare quando saliamo in sella.