Cosi come la maggior parte delle aziende produttrici del settore automobilistico, Michelin è stata duramente colpita dalla pandemia e, nonostante si aspetti una ripresa entro il 2022, ha ben pensato di concentrarsi su nuove tecnologie. Il noto produttore francese ha pertanto ufficializzato che dedicherà parte del lavoro industriale all’idrogeno, scommettendo sulla crescente domanda di nuovi veicoli per i prossimi anni.
Non a caso, la società di Clermont-Ferrand ha deciso di dedicarsi alla produzione di celle a combustibile a idrogeno grazie ad un lavoro congiunto che la vede interessa nella joint-venture Symbio, nata con uno dei maggiori produttori di componentistica per automobili del mondo. Entrambi, scommettono, infatti, sulla domanda di veicoli a idrogeno che potrebbe inevitabilmente subire una decisiva crescita.
Pur rimanendo fedele al nostro DNA, il profilo dell'azienda si evolverà notevolmente entro il 2030, con un ruolo più importante per nuove attività di alto valore intorno e oltre alla produzione di pneumatici. Michelin è convinta che la mobilità a idrogeno sarà una delle componenti essenziali della mobilità pulita, complementare alle batterie. Tuttavia, l’idrogeno va ben oltre la mobilità: è una soluzione molto interessante per combattere le emissioni di CO2 e l’inquinamento atmosferico, ha dichiarato il CEO di Michelin, Florent Menegaux.
Con il nuovo piano, Michelin si mostra dunque favorevole alla nuova strategia sull’idrogeno annunciata dalla Francia, per posizionarsi come uno dei leader mondiali nel settore. Tuttavia, la stessa Michelin pone come obiettivo il raggiungimento del 30% delle vendite entro il 2030, tra celle a combustibile, materiali compositi e stampa 3D. Secondo quanto riportato da Automotive News, la società ha infatti deciso di ottimizzare ulteriormente i progetti, sviluppando quella che diventerà la più grande fabbrica di sistemi a idrogeno d’Europa. Più nel dettaglio, lo stabilimento francese di Saint-Fons si occuperà della fornitura di celle a combustibile per una nuova gamma di veicoli commerciali del gruppo Stellantis.
Grazie alla sua flessibilità di produzione e utilizzo, l’idrogeno sta diventando essenziale per la transizione energetica. In particolare, la produzione di acciaio, i prodotti chimici, il riscaldamento e, naturalmente, i trasporti possono ora essere privi di emissioni di carbonio grazie a questo elemento.
Secondo quanto dichiarato, la join venture punta ad un fatturato che si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro con una quota di mercato globale, entro la fine del decennio, pari al 12% per le celle a combustibile. Beneficiare degli aiuti europei messi a disposizione per incentivare l’ingresso nel settore dell’idrogeno rinnovabile sarà sicuramente tra le prerogative di Symbio.
È anche, di gran lunga, una delle poche tecnologie che promuovono la sovranità industriale ed energetica per l’Europa. Per tutti questi motivi l’idrogeno rappresenta un’area di crescita strategica per Michelin. Una quota significativa dell’attività del gruppo sarà effettivamente non legata agli pneumatici tra dieci anni, ha aggiunto il CEO.
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